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Vento gelido

Se in Paradiso tutto si svolgeva in piena calma e serenità, all'Inferno non era esattamente la stessa cosa. Lì perenni tempeste vivacizzavano il clima cupo del luogo della dannazione eterna. Fulmini, tuoni, lampi e talvolta fitte piogge coloravano il cielo scuro. All'inferno si perdeva la concezione del tempo: giorno e notte si fondevano insieme rendendo le giornate monotone e prive di vivacità. Il tempo inoltre scorreva diversamente laggiù: due giorni terreni sembravano decenni all'Inferno.

Lì aveva sede la casa delle anime di coloro che sulla Terra avevano trascorso una vita mondana allo sbaraglio, senza limiti, abbandonandosi ai piaceri più oscuri o commettendo atti imperdonabili. Al contrario dell'immaginario collettivo le anime dei dannati non erano costantemente perseguitati dai loro peccati: avevano i loro momenti di "pace", se così si potevano definire dal momento che comunque erano all'Inferno.

Gli occhi color del mare del ventiduenne scattarono come molle verso il cielo scuro quando un fulmine più forte del solito squarciò la coltre di nubi. Una folata di vento gelato gli scompigliò i capelli biondi e rabbrividì battendo i denti. Non lo aveva mai colpito così forte il vento, capì subito che qualcosa non andava.

Trattenne un gemito di dolore quando sentì per l'ennesima volta la frusta colpirlo alla schiena. Le forze cedettero e rimase steso a terra con lo sguardo vuoto mentre il demone, che lo puniva solitamente, si sedeva davanti a lui a gambe incrociate.

«Sei strano oggi, di solito mi prendi a parole.» commentò acida Rasgal spostandosi il ciuffo lungo dei capelli corti che le copriva la fronte. La sua pelle era così pallida che la prima volta che il biondo la vide si spaventò.

Taehyung riuscì pian piano a sedersi davanti alla ragazza, facendo qualche smorfia per le ferite sulla schiena che ci avrebbero messo un po' a guarire. Non odiava Rasgal, sapeva che punirlo era semplicemente il suo lavoro e che lui lo meritava ma prenderla a parole era sempre stato uno sfogo per lui, lo aiutava a sopportare il dolore. «C'è qualcosa di strano nell'aria, non so dirti cosa però. Ti è mai capitato di essere colpita da un vento gelido?».

Il demone lo guardò come se avesse totalmente perso il senno. «Ti senti bene, Taehyung? Qui non esiste il vento. Ci sono andata troppo forte con la frusta questa volta e ti ha dato al cervello?» inarcò un sopracciglio solcato da una lunga cicatrice che terminava sotto l'occhio destro.

L'altro scosse la testa sbuffando una risata amara. Rivolse di nuovo lo sguardo al cielo dove i lampi continuavano ad essere i protagonisti in quel momento. «Sto bene, non sono impazzito, non ancora almeno. Ma posso giurarti di aver sentito un vento gelido attraversami le membra poco fa. Come quando ti immergi nell'acqua ghiacciata per un secondo soltanto.» disse con il tuo tono di voce profondo. Non aveva fiducia nel fatto che Rasgal potesse credergli onestamente perché come aveva detto lei lì non esisteva il vento, solo tempeste di pioggia, fulmini, tuoni e lampi.

Angel with a shotgun | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora