열여서

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---------------------Il legame

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Il legame

Indietreggiò velocemente quando la bolla si spense e rimase sospesa in aria. Rimase col fiato mozzato continuando a fissare l'oggetto che gli aveva rivelato un futuro che avrebbe preferito non vedere. Era una profezia quella, senza alcun dubbio. Ed era la sua. E...

I suoi occhi scuri saettarono alla sua sinistra udendo un fruscio e captando con la coda dell'occhio un'ombra sfrecciare tra gli scaffali. «C'è nessuno?» La voce gli tremò visibilmente insieme alle mani. Per carità divina, dov'era finito. Fece un passo avanti intento a seguire quella figura che magari poteva mostrargli la via d'uscita ma si bloccò: era così che iniziavano i peggiori film horror che aveva visto nella sua vita terrena.

Desistette immediatamente e si guardò intorno sentendo il panico assalirlo: doveva uscire, ma come? Non sapeva neanche da dove fosse entrato. Sobbalzò senza riuscire a trattenere un urlo quando sentì vari oggetti cadere a poca distanza da lui. Oh doveva uscire da lì e anche in fretta.

In un gesto impulsivo afferrò la bolla e se la infilò nella tasca dei pantaloni, poi iniziò a camminare in fretta cercando di rendere più acuta la vista che si era abituata al buio. «Non puoi sfuggire al tuo destino.» Sibilò una voce maligna che gli rimbombò nelle orecchie. Sembrava così vicino, chiunque o qualunque cosa fosse, eppure guardandosi alle spalle non vi era assolutamente nessuno. Piagnucolò e girò a sinistra sentendo il cuore ̶ per modo di dire ̶ in gola.

«Ciò che è stato inciso, deve essere compiuto.» Di nuovo, ancora più vicina. Jeongguk non aveva mai sudato eccessivamente in tutta la sua vita, ma quella volta sentiva delle goccioline scendere lungo la sua fronte. Cercò di minimizzare al massimo i rumori per non essere trovato ma non sapeva neanche da chi stesse scappando. In quella stanza rimbombava solo il rumore dei suoi passi e del suo respiro accelerato, non riusciva a sentire altri rumori.

Passò accanto ad uno scaffale trovando un giglio finto a terra macchiato di nero adagiato su un libro aperto. Jeongguk lo sorpassò di fretta continuando a guardarsi indietro preso dal panico che gli strinse la gola, facendolo sentire soffocato. «Chi è?!»

Una risata agghiacciante gli fece rizzare i peli sulle braccia scoperte dalla maglietta che indossava. «Chi sono non ti è dato saperlo ora, ma ci rincontreremo.» Gli occhi gli si inumidirono e si girò di scatto poiché, quella volta, la voce era stata un sussurro nel suo orecchio.

Indietreggiò ancora di più sentendosi in trappola. Un urlo fuoriuscì dalla sua bocca quando sentì scontrarsi con un corpo caldo e solido. Si ritrasse immediatamente pronto a scappare da quell'essere ma due braccia lo avvolsero, stringendolo. «Che cazzo ci fai qui?»

Spalancò gli occhi bloccandosi sul posto, si voltò e rimase a bocca aperta vedendo davanti a sé Taehyung guardarlo con la sua stessa espressione stupita. «Tae?» Mormorò, poi si guardò di nuovo intorno alla ricerca di qualcun altro. Non poteva essere stato Taehyung a parlare. Non era la sua voce quella.

Angel with a shotgun | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora