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Angelo caduto
Epilogo


«Taehyung!» un forte sussurro nella sua testa gli fece aprire gli occhi di scatto. La prima cosa che entrò nella sua visuale fu il cielo limpido ed illuminato sopra la sua testa, segno che era pieno giorno. Sentiva l'erba pizzicargli le gambe e le braccia ed il ricordo di lui ferito che scappava dall'Inferno gli attraversò la mente, come quel sussurro che ancora gli rimbombava nelle orecchie.

L'ultimo ricordo che aveva era il viso di Jeongguk ma considerando la quantità di sangue che aveva perso, poteva anche essere stata un'allucinazione. Sangue...ancora riusciva a spiegarsi com'era potuto accadere. Rasgal lo stava punendo come al solito e in verità stava per concludere quando improvvisamente da tutte le ferite aveva iniziato a sgorgare il liquido rosso ricco di ferro che lo aveva ricoperto quasi ovunque.

Ma era morto, per di più da diciotto anni, non poteva sanguinare. Strizzò gli occhi sentendo la testa pulsare più che mai. Abbassò lo sguardo sul suo corpo e notò che il sangue si era seccato e che le ferite avevano iniziato a chiudersi, anche se molto lentamente.

Mosse le dita dei piedi e, con sollievo, notò che le sentiva. Fu il turno della dita delle mani e sospirò nuovamente vedendo che non aveva perso la sensibilità neanche lì. Stando attento riuscì a mettersi seduto, premendosi le dita contro la tempia. Come aveva fatto a sopravvivere?

«Oh, guarda un po' chi è sveglio. Iniziavo a pensare di dover fare tutto senza pubblico,» per quanto Taehyung potesse essere frastornato, dolorante e confuso poteva affermare con certezza che quella non era la voce di Jeongguk. Era ancora nel Nowhere, giusto? «Ma che gusto c'è?»

Non appena prese maggiore consapevolezza e lucidità riconobbe quella voce, ma non comprese il significato di quelle parole. Alzò lo sguardo e lo posò sulla figura alta di Calum, in piedi vicino a...

Spalancò gli occhi e scattò in piedi. Pessima mossa: era ancora troppo debole, venne colpito da un forte capogiro e si sbilanciò contro il platano, riuscendo a sostenersi al suo tronco. «Woah, Kim, vacci piano. Non sei tanto stabile al momento,» disse il ragazzo dalla pelle abbronzata, inarcando le sopracciglia.

Taehyung fece rimbalzare lo sguardo come una pallina dall'anima dannata a Jeongguk: legato e imbavagliato ai piedi dell'albero davanti a lui, con un taglio sanguinante sullo zigomo. «Calum, ma che cazzo...»

«Ugh, giusto, dovrei spiegarmi. La parte più noiosa,» fece un verso disgustato, alzando gli occhi al cielo. Il biondo guardò di nuovo il ragazzo più giovane che aveva le lacrime agli occhi e lo sguardo spaventato. «Iniziamo da quella più semplice: come sapevo di questo posto? Facile, ho letto la mente di Hoseok che a quanto pare sa abbastanza cose utili. Sapete, essere molto vicino a Lucifero non ti rende immune alle anime come me.»

Angel with a shotgun | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora