열세

397 50 17
                                    

----------------------Proteggerti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

----------------------
Proteggerti

La sala era caduta nel silenzio più totale dopo quell'affermazione. Era come se un gelo li avesse avvolti e silenziati tutti. Si udiva solo il respiro sibilante di Dylan il quale sembrava che stesse per avere un attacco di panico. Proprio per questo Seokjin, nonostante non provasse la massima simpatia per il ragazzo, gli posò una mano sulla spalla infondendogli tutta la tranquillità che possedeva senza batter ciglio.

L'assistente di Dio trasse un respiro profondo e si rilassò, alzò lo sguardo verso l'altro angelo e con un cenno del capo lo ringraziò educatamente. Harry alternò lo sguardo tra tutti loro e dondolò sui talloni, ornati da piccole ali ovviamente non funzionanti. «Qualcuno vuole parlare e dire come possiamo risolvere la situazione o rimaniamo qui a fissarci in eterno? Non per qualcosa di personale ma ho da fare una pedicure fra poco.» Arricciò le dita dei piedi scoperti dai sandali.

I due angeli lo guardarono storto, con un'espressione corrucciata e stranita allo stesso tempo. Non erano di certo anime che giudicavano ma...pedicure? Era esilarante solo il pensiero.

Dio gli regalò uno dei suoi soliti dolci sorrisi, presagio di buona notizia si presupponeva. «Non possiamo fermarlo.» La sua voce cristallina, pacata: un lago senza la più piccola increspatura. Un istante dopo si udì un tonfo.

Spostarono tutti lo sguardo sul povero Dylan che, preso alla sprovvista da quella risposta, era caduto dalla sedia sulla quale era seduto. Harry rimase a guardarlo allibito mentre Seokjin si era già proteso per aiutarlo ad alzarsi. Ma il ragazzo, orgoglioso com'era nei confronti di Jin, non accettò la sua mano e si rialzò da solo spolverandosi gli abiti.

«Esattamente cosa vorrebbe dire con questo?» Il tono di voce stridulo ed agitato. Evidentemente la tranquillità di Seokjin non aveva un minimo effetto su di lui, o per lo meno molto temporaneo.

Dio fece spallucce guardandolo. «Che non possiamo fermarlo.» Ripeté come se niente fosse, facendo agitare ancora di più il suo assistente. Se fosse stato ancora un corpo vivente sarebbe sbiancato e sarebbe svenuto senza più riprendersi, ne era consapevole. Dylan si arpionò con le mani al grande tavolo di marmo bianco così forte da farsi sbiancare le nocche. Non poteva dire sul serio!

«Con tutto il rispetto Signore, ma non possiamo rimanere a guardare.» Si fece avanti Harry, corrugando la fronte in un'espressione preoccupata e scettica. Quella volta proprio non aveva capito la scelta dell'onnipotente.

Dio sospirò di nuovo, pizzicandosi il ponte del naso con due dita. «So di starvi chiedendo l'impossibile, ma dovete fidarvi: non possiamo fermarlo. Interferire con eventi così importanti potrebbe causare danni irreversibili.»

«Più irreversibile di ciò che ci aspetta?! Dio non può chiederci questo! Si tratta della nostra casa.» Dylan era sul punto di piangere, scoppiare in lacrime come non faceva da anni ed urlare come non aveva mai fatto.

Angel with a shotgun | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora