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Tenebre

Una musichetta jazz rilassante aleggiava nella stanza, coccolando i presenti i quali si erano abbandonati al relax. Il profumo delicato delle rose quasi metteva sonnolenza in un modo piacevole. «Avrei dovuto farlo prima. Me la meritavo da secoli una giornata così,» brontolò Dylan inclinando la testa all'indietro. «Premi più sulla pianta del piede cara, sì ecco, grazie. I miei poveri piedi angelici erano distrutti. Non credevo di averne bisogno finché non l'ho provato.»

«Be' figliolo, tutti hanno bisogno di una giornata di relax come questa. Sai quante volte te l'ho proposto ma hai sempre rifiutato?» Dio scosse lentamente la testa agitando di poco le dita dei piedi in ammollo in una bacinella d'acqua da ormai un bel po' di minuti.

Dylan storse il naso, stando però attento a non far cadere le due fette di zucchine che aveva sulle palpebre. «Questo perché è il primo giorno in sui non ha niente da fare, Signore. Potrebbe ricapitare tra decenni una cosa simile, non trova?»

«O domani se annulliamo tutti i miei impegni,» sghignazzò l'uomo onnipotente lanciando un'occhiata veloce a Dylan che si stava trattenendo dal contorcere il viso in una smorfia orripilata solo per non sentirsi la faccia tirare.

«Farò finta di non aver sentito niente. Lei attenta alla mia salute mentale,» il tono esasperato e melodrammatico dell'assistente fece ridere sguaiatamente Dio che si agitò e fece schizzare una quantità non indifferente di acqua a terra.

«Sei divertente Dylan, lo sai questo no? Sono felice di aver scelto te come assistente, non avrei potuto chiedere di meglio.»

«Può ripeterlo mentre la registro? Devo farlo sentire a Seokjin,» il ragazzo stava toccando a tentoni ciò che aveva accanto alla ricerca del tablet celestiale per avviare sul serio una registrazione vocale.

Dio rise nuovamente, ma questa volta in modo meno esagerato, quasi soprappensiero. «Non provi una spigliata simpatia per Jin, vero?»

Il ragazzo più giovane sbuffò una risata ironica e voltò di poco il capo verso destra, nonostante non potesse avere Dio nel suo campo visivo. Non con delle zucchine sugli occhi. «No, direi proprio di no Signore. Niente di troppo personale ma...non saprei, non mi è mai piaciuto. E poi siamo in competizione da secoli, è una tradizione che non si spezza.»

Le spalle di Dio vennero leggermente scosse da una risata bassa e leggera, l'angolo della bocca inarcato in un piccolo sorriso divertito. Separò le labbra per dire qualcosa, ma le parole gli morirono in bocca come sentì delle voci lontane divenire sempre più forti.

Si raddrizzò con la schiena e con calma e delicatezza si tolse la maschera in tessuto che aveva sul viso, spargendo il siero su di esso. La ragazza che stava facendo un massaggio ai piedi di Dylan bloccò i suoi movimenti e si voltò confusa verso la grande porta d'ingresso da dove sentiva quelle voci.

Angel with a shotgun | TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora