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Visioni"Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora." diceva Albert Einstein con la sua relatività del tempo. Secondo il fisico, il tempo non esisteva ma aveva un senso soggettivo a seconda della persona. Ma su una cosa sbagliava: il tempo può sembrarci infinito anche positivamente parlando.
Jeongguk e Taehyung non avevano idea di quanto tempo fosse passato ̶ Jeongguk quella volta non si era azzardato a contare i secondi come faceva sempre. Potevano essere passati due minuti come potevano essere passate due ore. Contando anche che nell'aldilà il tempo non scorreva come sulla Terra, ovviamente.
Sapevano solo che dal primo bacio ne erano seguiti altri e altri ancora finché Taehyung non si era ritrovato con la schiena poggiata al salice piangente e Jeongguk con le mani ai lati della sua testa. Sapevano che avrebbero potuto passare la loro eternità così: labbra contro labbra, leggeri sospiri, il calore che emanava Taehyung contro il corpo del più piccolo, le guance arrossate. Ma nessuno dei due lo disse: era troppo presto.
Jeongguk si azzardò a posare le mani sui fianchi, sotto la maglietta del ragazzo, con l'intenzione di accarezzare quella pelle delicata che meritava di essere venerata ed apprezzata in ogni suo centimetro. Ma nel momento in cui le mani toccarono la sua pelle cocente successe qualcosa: la sensazione fu quella di essere immerso di colpo in una vasca di acqua gelata e di annegare, ingoiando sempre più acqua. Spalancò gli occhi i quali divennero immediatamente completamente bianchi, pupilla compresa.
Il Nowhere sparì così come sparì anche Taehyung, lasciando spazio ad una serie di immagini che vide in modo confuso e veloce ma che lo travolsero prepotentemente. Continuava a sprofondare nell'acqua gelida che gli lacerava l'anima e che lo portava sempre più giù, più giù, più giù...
Taehyung lo scosse dalle spalle e tornò velocemente in sé. Sbatté le palpebre e balzò indietro ad occhi spalancati, tossendo fortemente come se potesse vomitare tutta l'acqua che nella sua mente aveva ingerito. Il biondo lo guardò allarmato e fece dei passi verso di lui, spaventato. «Gguk? Ragazzino, parlami. Che ti succede?»
Jeongguk sollevò lo sguardo lucido e terrorizzato su Taehyung e si lasciò avvicinare, mentre il più grande gli passava le mani sul viso. «Tu non hai visto niente?» La sua voce era terrore puro, tremava e trasudava paura.
Taehyung aggrottò la fronte, spostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte. «Ho visto te con gli occhi bianchi e non rispondevi più, come se fossi caduto in trance. E mi sono spaventato.»
Il corvino venne attraversato da un brivido che lo fece tremare per un attimo ma cercò di calmarsi. Non era reale, non era successo davvero. Era stata la sua mente che aveva giocato brutti scherzi. Stava bene, stavano bene. Era tutto okay. Si guardò intorno per scandagliare la zona e scosse la testa. «Scusami io...non ho idea di cosa sia successo. Mi dispiace.»
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Angel with a shotgun | Taekook
Fanfiction«Buongiorno e benvenuto nel centro smistamento per angeli. Come sei morto?». L'aldilà, l'oltretomba, gli Inferi sono sempre stati una credenza per aggrapparsi a qualcosa, per non arrendersi al nulla cosmico dopo la morte fisica. E se, invece, fosse...