Torna da me

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Mattia’s POV

Sono nella sala d’attesa di questo maledetto ospedale e il tempo sembra non passare mai. Cammino avanti e indietro come faccio ogni volta che sono nervoso per scaricare la tensione. Silvia e Francesca sono sedute e si abbracciano piangendo in silenzio. Sono passate ormai due ore dall’incidente e non abbiamo ancora notizie di come sta Paola. Dalla sala operatoria esce un medico sulla cinquantina che si toglie la mascherina e ci si avvicina. “Allora?” chiedo subito io “Come sta?”. Lui mi guarda serio e risponde “Ha un trauma cranico, l’intervento è riuscito ma è entrata in coma. Dipende tutto dalle prossime 24 ore. Potrebbe svegliarsi o entrare in un coma più profondo. Possiamo solo pregare per lei ora”.

Le sue parole sono come uno schiaffo in pieno volto, mi allontano in fretta ed esco dall’ospedale. Fuori ha iniziato a piovere ed io vago senza meta sotto la pioggia battente. Mi ritrovo di fronte ad una chiesa e decido di entrarci. Non sono un cristiano praticante e non metto piede in una chiesa da almeno dieci anni, ma stavolta sento di doverle tentare tutte. Mi inginocchio e prego ad alta voce “Signore in tutti questi anni non ti ho mai chiesto niente, ma stavolta mi devi ascoltare ti prego. Paola deve vivere. Non ti chiedo di farlo per me che non merito niente ma per lei. E’ una ragazza magnifica e speciale, una di quelle che rendono il mondo un posto migliore in cui stare. E poi io non posso fare a meno di lei. Mi manca la sua risata, le sue carezze, il suono della sua voce. Mi manca tutto di lei. Ti prego esaudisci questa mia preghiera e non ti chiederò più nient’altro. Amen”.

Esco dalla chiesa con gli occhi umidi e faccio ritorno in ospedale. Silvia e Francesca si sono addormentate e io vado da un’infermiera e le chiedo di poter vedere Paola. Mi accompagna verso la sua stanza e appena entrato la vedo sdraiata in quel letto d’ospedale. E’ così bella e fragile. La prendo per mano e le accarezzo il viso. “Ehy piccolina” inizio a parlarle io “Sai, i medici dicono che l’intervento è andato bene. Ora sta a te aprire gli occhi e tornare da noi. I tuoi genitori stanno arrivando dalla Sicilia. Che ne dici di far loro una bella sorpresa e farti trovare sveglia? Qua fuori ci sono le tue amiche che ti aspettano. Ti vogliono molto bene, lo sai. E anch’io te ne voglio. Anzi io non ti voglio solo bene. Io ti amo piccoletta. Ho bisogno di te. Torna da me. Ti prego”. Paola rimane immobile e non dà cenno di risvegliarsi. Inizio a cantarle le canzoni del mio repertorio e continuo a cantare fino a che la stanchezza diventa troppa e mi addormento di fianco a lei…

Un fiore in mezzo al cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora