Bonus: Cena a casa Hatake

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-SAKUMO! Ti ho detto di venire a guardare Kei e Shizuko!- urlò Sayuri mentre preparava da mangiare per quel mini esercito che Kakashi e lei avevano creato in casa.

Avevano dovuto ampliare delle ali della casa per creare altre stanze, una per ogni figlio.

-Quando torna papà? Ha detto che oggi sarebbe tornato a cena- si lamentò la bambina più piccola con un piccolo broncio, era probabilmente la più legata al padre e voleva stare sempre con lui.

-Shizuko, papà arriverà tra poco, ha detto che sarebbe venuto quindi non preoccuparti- rispose con un sorriso la madre.

-SAKUMO!- urlò di nuovo la madre. -Eccomi, eccomi... devo guardare i gemelli, no? Mi stavo cambiando- si lamentò allora il più grande. Il più grande dei loro figli era fin troppo simile a Kakashi e proprio per questo non andavano molto d'accordo, ovviamente non si odiavano, ma semplicemente preferivano non parlare troppo per evitare dei litigi inutili.

Mentre Sakumo giocava con i fratelli più piccoli, avevano cinque anni e lui ormai dieci, Sayuri chiamò al cellulare il marito, disperata.

-Tesoro, dimmi che stai arrivando, ti prego. Ci sono Kei e Shizuko che non fanno altro che urlare mentre giocano, adesso ho messo Sakumo a sorvegliarli, ma mi serve una mano- fece con toni affranto tenendo il telefono tra orecchio e spalla.

-Sto arrivando, due minuti. Raden è tornato a casa?- chiese il marito accelerando il passo.

-È proprio per questo che sono disperata, Raden ancora non è tornato e se non c'è lui i gemelli strillano e urlano perché si tirano i capelli e fanno la lotta, poi ovviamente Kei fa piangere Shizuko-

Raden era il loro secondogenito, aveva otto anni ed era probabilmente il più simile di carattere alla madre. Era molto simile a Kakashi d'aspetto proprio come Sakumo, erano le copie spiccicate del padre. Capelli quasi incolori e occhi scuri, carnagione chiara e corporatura più alta rispetto ai bambini della loro stessa età.

Raden era il più paziente dei quattro figli, il più calmo. Aveva sempre aiutato la madre con il tenere a bada i gemelli. Raden ormai era famoso in casa per essere bravo a tenere i bambini occupati o a giocare con loro, a differenza di Sakumo, che ancora più simile al padre in tutto rispetto a Raden, anche lui non sapeva come comportarsi con i bambini o, come li chiamava lui stesso "i mocciosi".

Sakumo voleva un grandissimo bene ad ognuno dei suoi fratelli, ma era un solitario e non gli piaceva più di tanto la presenza degli altri, almeno presenza che non fosse la madre.

Sakumo era sempre stato un mammone, sin da bambino, anche perché all'inizio erano stati solo lui e la madre a casa mentre il padre era impegnato a lavorare fuori dal villaggio.

Raden era cresciuto insieme a Sakumo, portandolo ad essere anni avanti in tutto quello che faceva perché desideroso di stare al passo con il fratello prodigio.

Sakumo e Raden erano la definizione perfetta di bambini prodigio, entrambi speranzosi di portare alto il nome della famiglia diventando grandi ninja, anche se nessuno dei genitori aveva mai imposto loro di diventare ninja, figurarsi diventare dei ninja potenti come il padre.

Ad entrambi era già stato insegnato il Mille Falchi e sotto l'orgoglio del padre entrambi lo sfoggiavano contro i loro avversari nelle missioni che venivano loro assegnate.

Raden aveva una predisposizione per l'elemento del Fulmine incredibile, quasi fosse stato destino dare quel nome al figlio. "Dio del Tuono".

-Mamma, sono tornato!- urlò Raden dalla porta di casa. -Bentornato!- urlarono tutti insieme, tranne Sakumo che sussurrò la stessa parola.

-Ci penso io a loro, vai a dare una mano alla mamma- fece sempre il secondo genito al più grande.

-Che posso farti?- domandò allora Sakumo una volta entrato in cucina. -Inizia ad apparecchiare, tra poco vostro padre sarà qui-

-KEI! Hai fatto di nuovo piangere Shizuko!- esclamò Raden prendendo in un abbraccio la più piccola così da calmarla, senza riuscirci troppo bene.

Kei mise il broncio, in realtà era altamente dispiaciuto di far piangere sempre la sorellina, semplicemente lei era molto più tranquilla e delicata di lui, per questo i giochi che voleva fare Kei la facevano spesso piangere.

L'ultimo maschio nato nella famiglia voleva un bene grande quanto il mondo alla sua gemella e aveva giurato a sé stesso di proteggerla, era la sua metà, anche se non erano estremamente uguali.

Kei aveva i capelli scuri come la madre e gli occhi verdi, mentre la sorellina aveva i capelli come Kakashi e gli occhi chiari come quelli di Sayuri.

Il gemello era poco più alto di Shizuko, ma di carattere erano due completi opposti, lui più spericolato, lei più delicata e attenta.

-Sayuri! Sono a casa!- si sentì poco dopo, così Shizuko si girò di scatto riconoscendo la voce.

-P-papà!- fece la bambina andando verso il padre con i lacrimoni che le rigavano il volto.

-Ohi, ohi, è stato di nuovo Kei?- ridacchiò Kakashi facendo calmare in pochi attimi la piccola.

Arrivato in cucina Sayuri si girò per salutarlo con un bacio a stampo attraverso la maschera. -Bentornato- sorrise lei.

-Vedo che Raden è sempre il più calmo dei quattro- ridacchiò Kakashi vedendo che anche Kei aveva iniziato a piagnucolare perché si sentiva in colpa per aver fatto piangere Shizuko.

Sakumo, di canto suo, si portò le mani alle orecchie per non sentire altri pianti.

-Quanto piangete, mamma mia, dateci un taglio, datemi un giorno di pace- si lamentò facendo scappare una risata a Raden.

-Sei tu quello che non è riuscito a fermare Kei dal far giocare con lui Shizuko alla lotta- disse indicando il più grande dei fratelli.

-Scusa se non so farci con i bambini come quell'adulto lì- rispose con una smorfia allora Sakumo indicando il proprio padre. -Modera i toni. E comunque io almeno non faccio piangere Shizuko a differenza tua- lo sgridò allora Kakashi facendo alzare gli occhi al Cielo il più piccolo.

-Ha ragione, tu ci sai fare peggio di lui con i bambini. Cerca di migliorare o sarai un padre terribile- rise Sayuri portando a tavola i piatti pronti e carichi di cibo.

-Va bene, va bene. Comunque dopo cena io devo uscire, ho una missione, mi impiegherà un paio di giorni- rispose andando a tavola a mangiare.

-Lo so, fai attenzione- rispose il padre.

-Tu oggi invece non ti sei allenata, non va bene- si lamentò sempre Sakumo indicando la madre.

Sayuri aveva iniziato, quasi subito dopo aver partorito Sakumo, ad allenarsi con Kakashi sull'autodifesa.

Essere la moglie di un grande ninja ed ora anche madre di due prodigi portava grandi responsabilità.

Aveva dovuto imparare a combattere, difendersi e a difendere. Nessuno sapeva che Kakashi le stesse insegnando ad essere forte, solo i figli ne erano a conoscenza, almeno, i più grandi, anche perché i due gemelli non ne capivano bene ancora il motivo, la vedevano allenarsi, sì, ma non vi trovavano niente di strano, alla fine lo facevano anche i loro fratelli e il loro padre.

Sakumo odiava vedere la propria madre essere debole e proprio per questo la spronava ad allenarsi ai limiti della fatica. Ricordava bene cosa fosse successo quando lui e Raden erano ancora gli unici bambini della casa. Il secondogenito, di canto suo, non ricordava assolutamente niente.

Sakumo sapeva bene che sua madre fosse una donna forte, ma non tutti pensavano lo stesso di lei e per questo, spesso, era successo che Sayuri dovesse affrontare situazioni scomode se non addirittura pericolose per lei.

-Più tardi allora mi allenerà tuo padre, va bene?- sbuffò stanca Sayuri. Sapeva che suo figlio la stesse sgridando per il suo bene, ma essere ripresa da un bambino di dieci anni faceva sempre un certo effetto.

Kakashi rise di gusto. -Sei tremendo, proprio come me alla tua età- disse il padre al figlio facendolo arrossire leggermente.

Lui, però, a differenza mia, ha la possibilità di dare affidamento su una famiglia, la sua vera famiglia, questo è quello che conta. Ci sarò sempre per ognuno di loro, dovessi anche morire per loro... no, non morirò, non li lascerò soli, nemmeno Sayuri.

My Family | Kakashi HatakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora