... Mesi fa ...
Victor sì risvegliò con il trillare del citofono a sfondargli i timpani. Confuso e sudato per la febbre, si fiondò alla porta.
Era Cloe. Aveva la giacca bordeaux a riscaldare e impreziosire la sua pelle chiara, i capelli incasinati e bagnati dalla triste pioggia e sul volto l'aria di chi aveva sofferto. Fuori era così buio che le luci dell'appartamento illuminavano il piazzale quasi fino alla strada. Victor vide che gli occhi di lei stavano tremando e, preoccupato, la accolse.
«Qualcuno ti inseguiva?» Chiese con tono secco, puntando lo sguardo dietro di lei «Perché sei così scossa? Stai bene? Entra.» poi chiuse casa.
Quando si voltò a osservarla in viso più da vicino, lei gli si strinse al collo, singhiozzando. «Ho una notizia terribile.» Gli bisbigliò, liberandosi di un profondo peso.
Victor si sentì cadere. Sapeva cosa avrebbe detto.
«Leon è morto.» Continuò Cloe e lo strinse ancora più forte premendo il viso contro il petto del ragazzo, in cerca di conforto.
Ma lui era inerme e per una manciata di secondi non pronunciò parola.
«Lo so.» Victor si lasciò andare «Lo so perché sono stato io.» era immobile, senza empatia.
«Che cosa?» gli chiese scostandosi da lui, incredula, indietreggiò fino a colpire lo schienale di una delle sedie della cucina.
«L'ho seguito fino al parcheggio per minacciarlo e lui, provando a scappare si è fatto investire.» disse monocorde, coprendo con pochi passi la distanza che si era creata.
«No. Non è vero. Non è possibile che tu abbia fatto una cosa del genere. Hanno detto che si è trattato di un incidente! Lui è apparso all'improvviso e il conducente non ha potuto fermare l'auto in tempo» abbassò lo sguardo «E poi, perché?»
Scelse di mentire. «È stato un incidente, sì. Volevo che si pentisse, volevo solo terrorizzarlo. Ripensa a come ti fece sentire, Cloe.» in realtà, Victor sapeva di averlo desiderato morto.
La ragazza sospirò stanca. Poi improvvisamente si scansò da lui e abbandonò la casa lasciando la porta spalancata dietro di sé.
Lui rimase là. Come imbambolato. Cosa poteva fare? Non poteva rimangiarsi quella confessione. Non sapeva se volesse seguirla e ucciderla in un vicolo buio, o consegnarsi.
Rimase in ansia tutta la sera, temeva che sarebbero venuti a prenderlo da un momento all'altro per arrestarlo. Temeva di averla perduta. Non riuscì a mangiare. Pensava a quanto fosse ipocrita domandarsi se ci tenesse davvero a lei subito dopo aver immaginato un modo per ucciderla e scamparla liscia.
Alla fine, non fece niente di quello che aveva pensato.
Consapevole di non essere in condizioni di rilassarsi e chiudere gli occhi, si trascinò di peso in cucina per bere.
Mandò giù un sorso d'acqua e rimase a fissare la bottiglia per una dozzina di minuti.
«Se questa volta andassi fino in fondo e mi togliessi la vita?» disse alla bottiglia.
Continuava a chiedersi che senso avesse restare, se finiva per distruggere ogni cosa o persona con cui entrava in contatto.
Accese la TV sul canale che ogni ora trasmetteva le news della sua zona, anche la notte. Ma non si concentrava, aveva come l'udito appannato, era altrove. Teneva lo sguardo fisso sull'orologio in basso a destra nella TV. Erano le quattro. Ancora non avevano parlato di Leon.
Quanto tempo gli restava prima che lo scoprissero?
Vic provò stupore quando, il giorno seguente, a scuola, Cloe si comportò come nulla fosse. Entrambi si finsero stupiti e dispiaciuti quando la Welles riunì i membri del gruppo di teatro per informarli riguardo l'accaduto.
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TI TERRÒ AL CALDO
Mystery / ThrillerCloe e Victor sono anime traghettate verso il delirio. Braccati da oscuri segreti, partono senza una meta dando vita a incessanti spirali di violenza. Più volte proveranno ad allontanarsi l'uno dall'altra, ignari che la scia di sangue alle loro spal...