Al secondo anno di liceo, Cloe e Victor furono portati in gita al parco storico di Fort Churchill.
Durante la camminata all'esterno Cloe si stufò di ascoltare la guida che parlava attraverso i suoi auricolari, si liberò un orecchio e ascoltò le voci circostanti. Leon faceva il ganzo con la sua ciurma di sopravvalutati, e le altre compagne confrontavano i frontmen di varie boy-band.
Quando Cloe si voltò, si accorse che tra tutti i volti dei compagni ne mancava uno. Scrutava ovunque attorno a sé alla ricerca del compagno, e scoprì che Victor stava camminando nella direzione opposta alla loro e che lui, dopo aver rubato di fretta un cappello di paglia da una bancarella di souvenir, si era perfettamente mimetizzato a una fila di turisti stranieri.
Una volta distante dai professori, che stavano per fatti loro, Victor prese una via traversa e sparì dalla sua vista. Lei si fermò al centro della fiumana che le scorreva lungo i fianchi come un fitto vento.
Pensò: ma dove diavolo sta andando?
A Cloe non importava un fico secco della storia del luogo né di quelle quattro mura in croce totalmente devastate. E l'idea di entrare tutti ammassati nel museo per vedere dei defunti cannoni su ruote le martellava ancora di più i nervi. Sapeva che se lei e i compagni fossero stati tutti in un'unica stanza, sarebbero stati sorvegliati con maggiore facilità. Forse i professori si sarebbero anche messi di fronte alle porte per far sì che nessuno uscisse senza permesso.
Se fosse voluta sfuggire ai loro sguardi, vagare libera fino alla loro uscita dal museo per poi riunirsi al gruppo, avrebbe dovuto agire subito.
Perciò Cloe lanciò una rapida occhiata ai professori. Quando vide che Dafne Welles e i colleghi erano schiene ricurve a leggere le didascalie di fronte alle rovine, si affrettò nell'ultima direzione in cui aveva visto Victor.
Non voleva rubare cianfrusaglie, ma non voleva neppure farsi riconoscere dalla Welles. Allora raccolse i capelli a mo' di crocchia e ruotò lo zaino di fronte a sé per non sembrare una scolara se vista da dietro.
Fatto ciò, si unì anche lei a uno sciame di turisti che avevano terminato il tour e che procedevano in direzione opposta verso il parcheggio.
Superate le bancarelle di misere sciocchezze, guardò a destra e in lontananza vide un bosco, separato da lei unicamente da una breve distesa di deserto e cespugli che poteva coprire a piedi in una manciata di minuti. Voleva seguirlo a tutti i costi. Finalmente lo vide. Si sentì battere il cuore a un ritmo ancor più accelerato. Victor andava svelto dritto verso quel bosco, fermandosi di tanto in tanto per rimuovere gli arbusti che si attorcigliavano agli spallacci del suo zaino e che gli pungevano i fianchi e la schiena.
Cloe si accertò che nessuno la stesse osservando e si sciolse i capelli, la crocchia le dava prurito. Poi lo seguì mantenendo una discreta distanza, per non fargli sentire il peso e la fretta dei suoi passi, anche se costui non pensava affatto di avere qualcuno alle spalle.
Dopo una scorrevole camminata in mezzo al caldo e ventoso deserto, Victor si fermò sul posto, granitico. Cloe si sentì alle strette e si nascose dietro un cespuglio secco. Temeva che Victor di lì a qualche secondo avrebbe gridato il suo nome, come prova della consapevolezza che lei fosse lì. Invece fu silenzio.
Lei si alzò riparandosi dal sole con una mano e osservò con chiarezza.
Pochi metri più avanti da lei, proprio dove Victor si era inchiodato, c'era un binario ferroviario.
Tremò, Cloe, un po' per il freddo, un po' per la paura che Victor, ragazzo tanto carino e allo stesso tempo il più strano della classe, potesse fare qualcosa di stupidamente definitivo.
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TI TERRÒ AL CALDO
Mystery / ThrillerCloe e Victor sono anime traghettate verso il delirio. Braccati da oscuri segreti, partono senza una meta dando vita a incessanti spirali di violenza. Più volte proveranno ad allontanarsi l'uno dall'altra, ignari che la scia di sangue alle loro spal...