Cloe continuava a lanciargli occhiatine furtive per poi fingere di ammirare la sua collezione di coltelli a parete.
«Vabbè, ho capito. Torno a farmi la doccia così poi mi vesto.» Schiaffò le mani sul tavolino come per rompere il ghiaccio, sentendosi spiacevolmente osservato.
«Dopo ti aiuterò con questa faccenda.» Sospirò.
«Odio le cose lasciate a metà.»«Se non ricordo male, nella tua doccia c'è spazio per due» ci provò, picchiettando l'indice contro la parete.
Ma Victor aggrottò la fronte «Cloe, scherzi vero? Mi hai lasciato sedici ore fa.»
Alzandosi dal divano, aggiunse «Non è così che funziona.» E scosse la testa mostrandole tiepida teatralità.
«Sei qui solo perché hai bisogno di me. Io odio i tira e molla. Appena avremo sistemato questa magagna, tu e io andremo ognuno per la propria strada. Tu al tuo stage, e io qui in quella fottuta libreria. Noi non ci incontreremo più.» senza accorgersene, aveva alzato la voce.«Scusa.» Le sembrò sincera.
«Non sprecarti. Ormai è acqua passata. Ti perdono.» sussurrò puntando gli occhi sulle mattonelle lucide e ancora umide che riflettevano il lampadario.
«Dammi giusto un quarto d'ora.» Spiegò. Poi ripose il cuscino sul divano e si avviò in bagno. Si strofinò le mani sul viso. Si stava innervosendo.
Dopo aver abbandonato le pantofole sul tappeto, entrò nella vasca per concludere in santa pace ciò che aveva iniziato. Odiava pensare, ma non sapeva come sgombrare la mente.Con la fronte premuta contro la parete, le palpebre che cedevano dal sonno, i capelli che gli grondavano sui piedi, Victor sperava di svegliarsi da un orrendo incubo. La sua sete di vendetta aveva fatto morire Leon. Invece, tornò a fargli visita.
«Sicuro di non volere compagnia?» Appena udì la sua voce, si sentì allarmato e spalancò gli occhi.
Fece forza sulle braccia per allontanarsi dalla parete.
Come aveva fatto a entrare senza far rumore?
In un attimo aveva già fatto ingresso con un piede dentro la base a conchiglia della vasca e lui doveva ancora realizzare che lei fosse lì.
Cominciò ad abbracciarlo da dietro.
Le sue mani erano gelide. Victor percepì i suoi seni sulla schiena e capì che era nuda. Smise di tremare.«Mi hai paragonato a lui. Non ho l'impressione di farti poi così tanto schifo.» e si voltò verso di lei.
Cloe aveva lasciato gli indumenti e gli occhiali sul lavandino accanto ai suoi.«Non è sempre stato uno stronzo, sai?» gli baciò la guancia e dopo scese lentamente giù, coccolandolo con carezze lungo l'addome. Victor chiuse lentamente gli occhi, come un sospiro, si sentì graffiare i fianchi, ma non provava affatto fastidio. Senza preavviso, con entrambe le mani, Cloe gli strinse i glutei e scese ancora più giù.
Victor era di marmo, ma si stava anche addormentando in piedi.
«No.» le disse con voce ferma, quando in realtà la stava implorando. «Dammi pace. Sono esausto. Non dormo da giorni.»
Lei lo ignorò beatamente. E partì baciandogli l'inguine.
Inizialmente Victor provò a sottrarsi alla sua presa, ma fallì. Stavano fallendo entrambi.
Anche lei si era promessa di stargli lontano. Per proteggersi a vicenda.Alla fine, Victor si lasciò andare, sperando che quei suoi gesti di affetto significassero qualcosa e che non fossero solo sesso.
Non passò molto tempo che Cloe glielo prese in bocca e, tenendo il ragazzo ben saldo per le sue chiappe, glielo succhiò fino a prosciugarlo.
Poi lei si tirò su, poggiandosi con la schiena contro la parete di mattonelle. Si ripulì il viso con l'acqua corrente e, osservandolo con la coda dell'occhio, notò che il compagno si era accasciato inerme nella vasca. Victor si ricompose e si sedette a terra con le ginocchia tra le braccia. Restava in silenzio, ancora.
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TI TERRÒ AL CALDO
Misteri / ThrillerCloe e Victor sono anime traghettate verso il delirio. Braccati da oscuri segreti, partono senza una meta dando vita a incessanti spirali di violenza. Più volte proveranno ad allontanarsi l'uno dall'altra, ignari che la scia di sangue alle loro spal...