In preda all'ira, i due presero a calci le portiere dell'auto.
Poi, sfiniti, poggiarono le mani sulle ginocchia e respirarono affannosamente.
«Potevi legarlo meglio.» lo informò «Credi che possa essersi graffiato uscendo dal finestrino?» gli chiese fissando i brandelli di tessuto rimasti impigliati ai triangoli di vetri lungo la portiera.
«Può essere. Sono taglienti.» fece perplesso. «Ormai questo qui emana un odore piuttosto pungente, che a stento sopporto, come potremmo fare? Se vogliamo cercare il messicano, non possiamo lasciarlo in auto incustodito, altrimenti sentiranno il fetore e ci scopriranno. Esiste un modo per sigillare il finestrino?»
«A meno che tu non abbia del nastro adesivo e voglia liberarti della tua felpa nera, lo sportello rimane rotto.»
«Quindi restano due opzioni: o ci dividiamo e uno di noi resta qui col pesciotto, o andiamo insieme e lui verrà con noi.» Colpì la valigia col piede facendola cadere su un fianco. «Io non voglio separarmi da te, Cloe.»
La ragazza strinse le spalle. «Temo che dovremo portarci dietro Kit ancora una volta.»
«Non poteva essere più leggero?» si morse con rabbia il labbro inferiore.
«Ringrazia che ti abbia dato il cambio a metà strada. Se ti avessi lasciato fare tutto da solo, saresti più stanco.» I due sbuffarono e sferrarono colpi contro l'auto un'ultima volta. Poi coprirono il mezzo e accettarono l'idea di dover camminare nel fitto bosco per chissà quante ore. «Per trovarlo è necessario scoprire dove fosse diretto.»
«Verso la prima strada trafficata, presumo. Oppure verso il centro.»
Cloe ignorò le parole di Victor e si avvicinò ancora di più al finestrino rotto «Ma questo non è uno dei lacci delle tue scarpe?» lo afferrò e osservò a breve distanza. «Deve aver sfondato a calci il vetro per poi strappare il nodo sfregandolo sui frantumi.» la giovane donna si abbassò a guardare a terra «Aspetta. C'è del sangue anche qui...» toccò la sostanza e constatò che era liquida. «Non dev'essere passato molto tempo da quando è scappato. Anche se stesse correndo, sarebbe vicino.» Poi la sua attenzione cadde su alcune foglie gialle. «Ecco altre macchie.» camminò lungo la scia scarlatta per qualche metro «Seguimi. Conducono al bosco.»
Lui alzò gli occhi al cielo, disperato, e la seguì con la valigia.
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Gli insegnanti di teatro del liceo Goodwall lanciarono una sfida: realizzare il cortometraggio migliore.
Chiunque poteva partecipare dato che non c'erano requisiti.
Con sentita tristezza, non ebbero alcun riscontro positivo dagli alunni.
Allora decisero di allargare l'invito anche a quelli degli anni passati che avevano già superato la maturità, inviando migliaia di mail a ognuno di loro.
Quindi, dopo anni di distanza, Cloe e Victor uscirono una sera a passeggiare.
Scoprirono di aver ricevuto entrambi quello stesso invito. Si stesero su un tavolo in legno di un parco e ricordarono il loro allegro passato e sorrisero.
D'un tratto Cloe poggiò la testa sulla sua spalla e cominciò a tremare.
Lui si scostò dal tavolo e si alzò a guardarla. «Hai freddo?» le chiese. Cloe scosse il capo e Victor capì che stava per raccontargli qualcosa di serio.
Cloe gli confidò l'assoluta gelosia che Leon provava per lei, sentimento che aveva distrutto la loro storia, terminata proprio quella sera prima del loro incontro. In pratica sarebbe stata costretta a rivederlo a causa della sfida. Perché era certa che avesse ricevuto anche lui quell'invito. Ma non voleva rinunciare a causa di Leon.
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TI TERRÒ AL CALDO
Mystery / ThrillerCloe e Victor sono anime traghettate verso il delirio. Braccati da oscuri segreti, partono senza una meta dando vita a incessanti spirali di violenza. Più volte proveranno ad allontanarsi l'uno dall'altra, ignari che la scia di sangue alle loro spal...