6 - Inverno In Fiamme

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Erano svariati minuti che Victor le lanciava occhiatine, e ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, lui si nascondeva dietro il romanzo che stava leggendo.

Di colpo lei allungò il braccio sul tavolo e gli abbassò il libro. «Mi segui perfino in luoghi che non hai mai frequentato prima. Sai che sei un pessimo stalker?»

Ma Victor non le rispose.

L'atmosfera era rilassante nella prestigiosa biblioteca del liceo Goodwall.

I mobili in noce e le pareti color pesca riscaldavano la scena.

Le lampade illuminavano alla perfezione i loro volti.

«E poi sei l'unico che mangia nonostante il divieto, il solo che disturba il silenzio picchiettando con le unghie contro il tavolo...»

Victor cessò di masticare il mais tostato e la interruppe.

«Senti un po' "Quelli come lui provano soddisfazione nell'uccidere con le proprie mani e strappare vite una dietro l'altra. Sono vittime e carnefici di un ciclo infinito che termina solo con il loro decesso o arresto" Gran bella merda!»

«Dietro di te» sussurrò Cloe e ridacchiò divertita coprendosi il viso con Orgoglio E Pregiudizio.

«Chi mai leggerebbe questa roba?» chiese Victor ignorandola.

D'un tratto una nuova presenza entrò in scena «Cosa ci fa qui, signor Murphy?» Victor deglutì quando capì che a parlare alle sue spalle era Dafne Welles, la quale stava in piedi con le mani poggiate sui fianchi. «Non ha mai letto un libro in vita sua. È qui per molestare la signorina Sharp?»

«Ma no, stavamo giusto scambiando due chiacchiere.» e sorrise come un ombrello rotto.

«Mi segua in presidenza.» ordinò la professoressa.

«Per che cosa?» fece lui ruotando gli occhi per la frustrazione.

«Avrà una nota di richiamo. Dovrebbe essere in classe a seguire la mia lezione. Se vuole davvero recuperare il debito, quello è l'unico modo.»

«Non ti darò pace fin quando non avrai accettato il mio invito al ballo, Cloe Sharp.» gridò col dito puntato contro la ragazza.

«Mi fai così pena, che ti ho anche avvertito che la Welles fosse dietro di te.» rispose annoiata.

Victor si alzò dalla sedia con riluttanza, prese lo zaino e seguì la professoressa fino alla porta.

Le luci si spensero.

«Sì!» Gridò Leon, euforico. «Buona la prima! Grandiosi, tutti e tre. I miei più sinceri complimenti a te, Sharp. Le tue modifiche mi fanno impazzire, però in futuro accordiamoci. Ok, amore? Sai che odio le sorprese.» poi si inchinò in modo teatrale di fronte a Cloe.

La ragazza realizzò che non fosse ancora riuscito a staccarsi emotivamente da lei e ricambiò scoccandogli un amichevole bacio sulla guancia. «Non chiamarmi amore. Non stiamo più insieme.» non si curò che gli altri potessero sentire o meno le sue parole, e parlò con decisione a un volume sostenuto. Pensò che una doccia fredda forse lo avrebbe aiutato a voltare pagina.

Lui rimase di sasso.

Gli altri membri del gruppo spensero le telecamere e uscirono a fumare bisbigliando.

Cloe prese la borsa dalla sedia e si incamminò verso il camerino.

Appena riconobbe le scarpe eleganti di Victor davanti al suo orizzonte, Leon rizzò la schiena e sorrise facendo finta di niente «Quanto a te, Murphy, sono colpito.» e si sforzò di mantenere un tono sicuro «Hai saputo gestire al meglio la sua improvvisazione.» alzò il braccio sperando che l'ex compagno di classe gli battesse il cinque e restò deluso quando Vic lo sorpassò sfiorandogli la spalla con indifferenza.

TI TERRÒ AL CALDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora