14 - Uccidere non sfama

6 1 0
                                    

Quel grido cacciato con prepotenza dai ragazzi nell'auto rubata ai due cannibali, risvegliò un'energia primordiale.

Le dita di Cloe si dinoccolavano sulla raggiera dello sterzo, vibrando di furia.

Victor annaspava claustrofobico e finì per appannare il finestrino dell'auto.
Cercava spazio scalciando contro il pianale dell'auto, si stirava la schiena scivolando sul sedile, come a tentare di liberarsi da una camicia di forza invisibile. Così stretta da togliere il respiro. Mentre il suo corpo si raffreddava, finalmente. «Mi sento soffocare» concluse.

«Anche io.» sussurrò Cloe cercando di calmarsi, sciogliendosi sulla sagoma sfondata di quel sedile, avvolto in un tessuto beige consumato dalle cicche dei sigari, quei buchi che sembravano crateri, anneriti come le bolle di una crêpes. «Ma da adesso andrà tutto bene.»

«Ci credi davvero?» provò a scherzare, ma suonò antipatico.

«Finiscila.»

«Dove potremmo andare?» le chiese, e i due si scambiarono uno sguardo esausto, i loro occhi erano vuoti.

«Stiamo seminando morte, Vic. Dobbiamo sparire.» gli rispose lei prima di lasciar sbattere la fronte sulla raggiera dello sterzo. Neppure il clacson funzionava. «Dobbiamo farlo per noi e per gli altri.»

«Cosa ne faremo di loro?» Victor spannava il vetro strofinandoci la manica che reggeva con le dita.

La strega voleva strappare l'ultimo laccio della tovaglia che le stringeva il collo e la univa al suo compagno di dissacranti merende, ma si era recisa di netto il lobo sinistro.

La giovane ragazza si domandò se quella rabbia fosse merito della fame cannibale o spinta di odio e vendetta nei loro confronti. Poi le piovve l'idea che potessero aver assunto sostanze. Oppure un'orrida miscela delle tre condizioni.
Nonostante ciò, dopo averla vista liberarsi, Cloe stabilì che quegli animali non potevano creare ulteriori problemi a lei e a Victor. Ci sperava.
Alla becera ora sanguinava liberamente il collo e, una volta rialzata, sembrava rimanere in piedi a stento.

Cloe gli rispose: «L'imbecille morirà dissanguata. Lui è uno smidollato, senza di lei si lascerà andare.» prese una pausa per respirare adagio e Victor tornò a guardarla come se i due scempi in quel momento fossero diventati meno rilevanti. O almeno, meno importanti della sua risposta.

«Quindi cosa facciamo? Non startene lì impalata. Se non parli, almeno guida!»

«Non possiamo denunciarli. Lo capisci? Se è questo ciò che stavi per chiedere, non possiamo.» sbuffò adirata. «significherebbe consegnarsi, confessare.»

«Nemmeno loro potrebbero mai rivolgersi alla polizia, perché anche noi racconteremmo tutto. Ma adesso dobbiamo andarcene. Siamo ancora fermi.»

«Credi di poter scommettere su questa convinzione?» strinse le mani così forte da far sgranocchiare la pelle dello sterzo. «Ne ho abbastanza di morti e sangue. Vorrei non...»

«Cazzo, Cloe, non mi diverte uccidere! Dobbiamo andarcene»

«Allora caghiamoli qui.» Cloe fece spallucce, ruotò la chiave, innestò la prima, e partirono lasciando una fitta nuvola di polvere e arida sabbia alle loro spalle.

«Non possiamo tornare in hotel.»

«Io tornerò a casa mia.» rispose monotona.

Lui rimase in silenzio, incredulo, poi spaventato. «Ma sei impazzita? È a un passo da dove abbiamo ucciso Kit»

«No, Victor, sei stato tu. Tu l'hai ucciso. Io ho solo avuto un attacco di panico non appena ti ho visto.»

«Io dove andrò?»

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 24, 2023 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

TI TERRÒ AL CALDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora