// Crepuscolo blu //

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La donna sorrise dolcemente verso di me, i grandi occhi scuri che brillavano come due stelle lontane sui lineamenti diafani del volto illuminato dalla luce lattiginosa della luna piena. I suoi lunghissimi capelli castani erano raccolti in due trecce che si univano elegantemente sulla nuca, lasciandole scoperto il collo bianco come la neve, abbracciandole il lungo vestito giallo e verde che la rivestiva.

La giovane tese una mano verso lo specchio, sfiorandone la superficie gelida e trattenendo a stento un brivido di emozione. Quella donna ero io, come mai avrei osato immaginarmi nei miei sogni più sfrenati, eppure eccomi lì, una regina guerriera, racchiusa in quel racconto che tanto avevo amato e che ora mi stava portando via con sé.

La stanza alle mie spalle riluceva della pallida luce lunare che penetrava delicatamente dalla finestra spalancata sul mare, riflettendosi dolcemente sulle superfici lucide dei mobili della mia stanza, fremendo timida e leggera come il sottile tendaggio color lavanda che si muoveva lentamente al ritmo del respiro del vento. Chiusi gli occhi e inspirai il profumo del mare che entrava dall’esterno, lasciandomi inebriare dalla sua esotica dolcezza.

 Chiusi gli occhi e inspirai il profumo del mare che entrava dall’esterno, lasciandomi inebriare dalla sua esotica dolcezza

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Sorrisi, immergendo le mani in una brocca colma d’acqua profumata e detergendomi i polsi di quel prezioso unguento. L’imbarazzo iniziale che mi aveva sorpresa nel momento in cui mi avevano posato la corona sul capo era come scomparso. Era chiaro che i Pevensie avevano voluto quella parte per me e il Libro aveva acconsentito affinché soddisfacessi la loro volontà. Le sue pagine mi avevano dato il coraggio e la determinazione che servivano a superare quel terribile momento, le sue parole avevano fatto di me colei che avrei sempre desiderato essere, la giovane donna che avevo temuto di non diventare nel momento in cui avevo visto Edmund diventare un re, il giorno in cui ci separarono.

«Sei bellissima» udii la sua voce chiamarmi da dietro le spalle.

Mi voltai con un sorriso. Per la prima volta dopo tanto tempo, eravamo completamente soli.

«Grazie» gli risposi sorridendo e avanzando lentamente verso di lui.

Edmund mi prese fra le sue braccia, stringendomi a sé come il più prezioso dei tesori. «Ho sempre sognato questo momento» sussurrò, la voce rotta dall’emozione.

«Anch’io. Anche se più di una volta ho temuto che non arrivasse mai.»

Lo fissai negli occhi, specchiandomi nuovamente nel suo sguardo e rabbrividendo nel constatare che era più bello che mai, forse ancor di più del primo giorno in cui ci eravamo incontrati. Non c’era più traccia del ragazzino scontroso di quei tempi ormai lasciati dietro le spalle. Ora davanti a me c’era un giovane uomo, un re saggio e giusto.

Sollevai la testa verso di lui, sfiorandogli il volto con le dita, e finalmente lo baciai. Edmund si lasciò andare, stringendomi a lui ancora più forte, come il più prezioso dei tesori.

«Ti amo, Penelope» mi disse in un orecchio. «Ti amo.»

Le sue labbra incontrarono ancora le mie, e io mi abbandonai al suo abbraccio. Non volevo pensare più a nulla, in quel momento: avevo tanto sognato che un giorno io e lui ci ritrovassimo, e non riuscivo ancora a credere che stesse accadendo davvero, che io e lui ci ritrovassimo di nuovo insieme e che i nostri sentimenti fossero più vivi che mai. Lui mi prese per mano ed entrambi ci sedemmo sul letto, abbandonandoci l’uno all’altra.

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