Capitolo 8 ~ Incubi

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Avevi sensi di colpa, ti dispiaceva per aver agito solamente d'istinto senza riflettere realmente su cosa stavi facendo.
Se anche Regulus si fidava quel poco in più, eri stata così stupida da perdere completamente la sua fiducia (sempre se davvero ci fosse stata quella piccola briciola).

- ci parlo io ok? gli spiego come stanno esattamente le cose.

Andromeda era seduta vicino a te sul tuo letto, cercando di tranquillizzarti.
Le avevi raccontato per filo e per segno tutto ciò che sapevi e che avevi scoperto.
Era stata molto paziente e comprensiva, le dovevi un favore enorme.

- non c'è né bisogno 'dromeda davvero.

Ti rannicchi e abbracci le ginocchia stringendotele contro il tuo petto.

- si invece, è mio cugino, ho un buon rapporto con lui, non ho problemi a raccontargli tutto e fare le tue ragioni.

Sorridi leggermente pensierosa.
La quiete dopo la tempesta come si suol dire, solo che la quiete non l'avevi programmata, tantomeno a quei livelli.

La ragazza vicino a te si alzò lasciandoti una pacca leggera sulla schiena.

- vai a riposarti un po' adesso T/n, io vado da Regulus.

Annuisce leggermente e la guardi uscire dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle producendo un leggero scricchiolio seguito da uno schiocco sordo.

...

PUNTO DI VISTA DI REGULUS

Sapeva.
Porca troia, sapeva tutto.
O almeno, una gran parte.
Sono stato uno stupido ad assegnarle la camera dove c'era il ritratto dello zio.
Non so come abbia fatto, ma se si era accanita sul bastone tanto da entrare nella mia stanza senza permesso, voleva dire che era una persona estremamente curiosa.

Mi strofinai il viso con le mani per cercare di fermare la velocità con cui i pensieri mi fottevano il cervello.
Me ne stavo sdraiato sul mio letto, freddo come il ghiaccio.
Una leggera pioggia iniziava a ticchettare contro l'acqua del Lago producendo un rumore distante e ottuso, musica per le mie orecchie.

Chiusi gli occhi per un secondo e le sue fottute iridi erano stampate sulle mie palpebre obbligandomi a tornare a fissare il soffitto di camera mia.

Perché?
Perché i suoi occhi?

Sarà che in età adolescenziale ogni cosa che sia vietata attrae molto, ma lei non è un fottutissimo oggetto.
Sono solo film e paranoie mentali.
Mi sto intossicando dei miei stessi pensieri.

Le palpebre però iniziarono a farsi pesanti. Il rumore inebriante della pioggia mi fece venire sonno.
Chiusi gli occhi addormentandomi.

- forza Regulus, non stare sempre lì in biblioteca a studiare, vieni a fare due tiri di pluffa

La voce di Sirius era acuta, ancora immatura, da bambino.
Il libro che tenevo in mano parlava di Difesa Contro le Arti Oscure, una materia che mi ha sempre affascinato.

- non ora Sirius, sto leggendo una parte interessante.

Anche la mia voce era acuta, ero solo un ragazzino.

- come rompi Reg.

- sto solo pensando al futuro.

- e vuoi finire come mamma e papà?

Lo guardai alzando lo sguardo verso un mini-sirius che mi guardava tenendo la pluffa sotto il braccio.
I suoi capelli a caschetto erano legati da un fermaglio in una coda disordinata; indossava un completino da signorino.

Occhi Di Smeraldo || Immagina Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora