Capitolo 14 ~ Ferite

320 16 52
                                    

PUNTO DI VISTA DI REGULUS

Sentii i suoi passi sparire in lontananza.
Rimasi steso a terra, inerme, il fiato spezzato.
Faticavo a respirare, un rivolo di sangue scuro sgorgava fuori dall'angolo della bocca. L'odore metallico di quest'ultimo arrivava ai miei sensi.
L'unica cosa che mi rimaneva da fare era pregare Salazar purché quel bastardo non mi avesse causato un'emorragia interna: mi sarebbe stata mortale.
Provai a tirarmi su seduto nel tentativo di afferrare la bacchetta.
Con uno sforzo enorme riuscii ad afferrarla.
La puntai contro il petto iniziando a medicarmi alla veloce, cercando di avere almeno lo forza di smaterializzarmi ad Hogwarts.
Mi tirai sù sui gomiti con un gremito di dolore che mi causò una fitta alle costole.
Il respiro mi si faceva sempre più pesante ogni minuto che passava, le immagini erano sfocate e confuse.

- epismendo.

Una benda morbida mi avvolse la gamba facendomi sospirare leggermente per il sollievo.
Mentre mi tiravo sù seduto, il sangue secco sul viso mi diede fastidio dopo aver fatto una smorfia di dolore.
Allungai le braccia fino a raggiungere una sedia morbida su cui mi issai e sulla quale iniziai a medicarmi meglio.
L'arrivo dell'emicrania si faceva sentire a causa di fitte dolorose alle tempie.
Presi un respiro cercando di non andare in crisi e rimanere razionale.
Lo avevo già fatto, con calma.
Con un "accio" attirai a me il bastone grazie al quale riuscii ad alzarmi.
Le mie gambe pulsavano, instabili mentre brividi freddi mi scorrevano lungo la spina d'orsale.
Passo per passo, riuscii piano piano a raggiungere il varco e, con non poche difficoltà, ve ne uscii buttandomi sul letto morbido facendomi avvolgere dall'abbraccio delle coperte.
Sospirai e mi tirai seduto imprecando a denti stretti per una fitta all'altezza della spalla.
Utilizzando nuovamente un "accio" attirai una boccetta di dittamo.
Oramai il bruciore della pozione mi era familiare.
Mi sbottonai la camicia (oramai diventata di un colore porpora) utilizzando solo la magia. Versai alcune gocce sulle ferite profonde che iniziarono a sfrigolare.
Strinsi i denti e i miei pugni si strinsero saldi nelle lenzuola morbide.
Resistevo.
Come sempre.

Ripresi fiato, i miei polmoni si riempirono nuovamente dopo un'apnea dolorosa, più dolorosa del solito: le ferite erano più profonde.

Ero maledettamente stanco della mia vita di merda.

Chiusi gli occhi e inspirai l'aria per poi rilasciarla.
L'odore acido del sangue aleggiava intorno a me in una nube di odore oramai comune.

Chi lo avrebbe mai detto che pur di vedere i suoi occhi e sentire le sue fottute labbra sulle mie avrei rischiato ció.
Ma no.
Dovevo mettere un punto.
Non c'era nulla.
Non c'era stato nulla.
Un bacio non è niente.

Straordinario come quell'uomo riesca a terrorizzarmi talmente tanto dal farmi un lavaggio del cervello così radicale.
E di nuovo ero entrato nel loop del bravo nipote ubbidiente.
Ma avevo paura per lei e per me.
Avevo paura in generale.

Mi alzai reggendomi al baldacchino, barcollante, pensai ad Hogwarts e la sensazione di risucchiamento mi fece mordere la lingua per non urlare.
Strizzai gli occhi per non vedere quei colori confusi girarmi attorno come in una moltitudine di vortici.
Quando riaprii gli occhi mi reggevo allo stipite della porta di camera mia.
Scivolai in terra fino a sedermi con la schiena contro al muro.
Appoggiai la testa all'indietro e sfogai tutte le lacrime amare che mi stavano facendo soffocare.

Ero stanco.
Stanco e impotente.

...

Spieghi la storia a Remus che ascolta tranquillo ciò che hai da dire, interagendo con il discorso solo per alcune espressioni stupite o stizzite.
Lo guardi dal basso aspettando una sua reazione.
Avevi tralasciato il vostro bacio ma avevi espresso chiaramente quello con Lucius per mettere in bella luce Regulus, il più possibile almeno.

Occhi Di Smeraldo || Immagina Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora