Capitolo 12 ~ Biblioteca

342 12 72
                                    

Ti svegli con la testa pesante, l'effetto dell'alcol ti aveva lasciata rintronata.
Ricordavi poco della sera precedente: ricordi le cicatrici di Regulus, ricordi i suoi occhi, ricordi la discussione. Un gusto acido in gola ti fece deglutire con forza nel tentativo di mandare via la nausea che iniziava a impestarti lo stomaco.
Ricordavi il marchio.
Bussarono alla porta e ti alzi barcollando leggermente per la mancanza di stabilità e il leggero senso di vertigini.
Apri la porta e agrotti la fronte.

- che cosa vuoi?

- cosa ricordi di ieri?

Regulus se ne stava lì, davanti a te, con le braccia incrociate e la spalla contro lo stipite della porta.
Gli rivolgi uno sguardo freddo.

- ricordo abbastanza per non fidarmi più di te.

Si lecca le labbra velocemente alzando un sopracciglio scettico.

- ah perché prima ti fidavi?

Maledetto lui e maledetta il suo essere fottutamente attento.

- possibile.

- e perché mai avresti dovuto? Io, Regulus Arcturus Black, nessuno in confronto al suo amato fratellino Sirius.

- aggiungerei il fatto che sei pure mangiamorte.

Istintivamente ti copre la bocca con una mano e si guarda intorno per vedere che non ci fosse nessuno nei dintorni.

- che cazzo fai Lupin?!

Ti lascia la bocca guadagnandosi una smorfia di sgomento.

- posso entrare così mi urli addosso quanto vuoi?

Lo prendi per la camicia e lo trascini dentro chiudendo la porta a chiave e silenziando la camera.
Lo guardi con le braccia conserte.

- sentiamo, che cosa vorresti risolvere?

- posso spiagarti.

- per me non devi spiegarmi un emerito cazzo Regulus. Hai la tua vita, io ho la mia.

- lo hai detto tu che senza di me non potrai scoprire nulla sul tuo passato.

Ammorbidisci i lineamenti guardandolo mentre iniziava a camminarti intorno, disegnando cerchi immaginari sul pavimento come un predatore fa con la sua preda.

- h-ho detto che cosa?

- hai detto che ti servo. sono la chiave per scoprire tutto sul tuo passato.

- si ma-

- per non parlare del libro che hai rubato.

La fronte aggrottata per la confusione era diretta verso il basso, sconcertata.

- come cazzo-

- ah, l'alcol fa brutti, brutti scherzi.

Alzi lo sguardo di scatto verso il moro che ora si era fermato di fianco a te, continuando a guardarti, le mani incrociate dietro alla schiena.

- che altro ho detto?

Fa spallucce.

- nulla che possa effettivamente interessarmi.

Si avvicina torreggiando su di te, obbligandoti ad alzare il viso per poterlo guardare negli occhi.

- e tu? Tu mi hai solo ascoltata?

Un bagliore nuovo gli attraversò le iridi smeraldinde, non riuscivi a tradurlo.

- può darsi.

Ti strofini il viso con le mani cercando di scacciare la confusione e la sonnolenza.

Occhi Di Smeraldo || Immagina Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora