Capitolo 16 ~ Spiegazioni

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Continuavi a girarti e rigirarti nel letto, le guance ancora segnate dalla scivolata salata delle tue lacrime.
Regulus aveva maledettamente ragione, preferivi non sapere che tuo padre fosse un uomo del genere; preferivi non sapere che tua madre potrebbe essere morta chissà quando e chissà dove; preferivi non sapere che non eri nemmeno cosciente e ti avevano già abbandonata.
Un groppo ti strinse la gola.
Un senso di colpa di solcava il petto, lacerandolo per la sensazione orribile ed eccessivamente reale.
Ti sentivi in colpa per aver trascinato Andromeda in quella storia; ti sentivi in colpa per aver disubbidito a Regulus; ti sentivi in colpa di essere stata la causa per la rovina della tua madre biologica.
Un senso di inadeguatezza ti ronzava in testa eppure avevi guardato negli occhio tuo padre e lo avevi sfidato palesemente, gli avevi sputato in faccia il tuo parere e i tuoi sentimenti. Non ti saresti piegata al suo volere nemmeno sotto tortura: Lupin eri e Lupin saresti rimasta.
Ti alzi e tenendo la coperta sulle spalle ti avvicini al davanzale su cui ti siedi per guardare fuori dalla vetrata spessa le profondità del lago.
Piccoli avvincini si muovevano veloci, alcune alghe si muovevano in una danza lenta, cullate dalle onde che si infrangevano contro le mura del castello creando con musicalità un rumore che ti rilassava tantissimo.
Appoggi la testa contro la parete fredda di pietra sospirando, non sapevi nemmeno tu come reagire effettivamente.

La mattina dopo avresti dovuto affrontare Regulus e tuo fratello. L'idea ti terrorizzava ma speravi almeno dal secondo un po' di comprensione che, 99 su 100 non avresti ricevuto.

Una sirena si avvicinò alla finestra di colpo facendoti sobbalzare.
La guardi mentre lei ti guarda: gli occhietti piccoli neri ti fissavano intensamente, come se non riuscisse a capire il motivo per il quale tu stessi lì invece che a dormire.
I capelli corti e cespugliosi davano l'idea di essere alghe sottili, la pelle cerea incavata rifletteva riflessi scuri.
Se ne va indisturbata mentre incolli il naso al vetro per guardare dove si dirigesse ma il fondale era troppo buio per guardare.

Scendi dal tuo posticino prediletto e torni sul tuo materasso morbid . Dovevi dormire, la mattina dopo avresti dovuto svegliarti presto per le lezioni.
Ti stendi sul letto guardando il soffitto, la mente annebbiata di pensieri.
Un ultimo sospiro ti lascia le labbra prima che il mondo dei sogni ti inghiottisse.

...

- le hai rubato il cuore quindi?

- non ne sapevo assolutamente niente e non era mia intenzione.

Il moro davanti a te deglutì, un bagliore di emozione e preoccupazione gli attraversò le iridi smeraldine.
L'uomo di mezza età se ne stava seduto sulla solita sedia imbottita con velluto rosso, i gomiti appoggiati sui braccioli e le dita incrociate davanti al volto teso.

- non potreste stare assieme comunque, siete tecnicamente cugini.

- acquisiti.

La fronte dell'uomo si corrugó.
Si erse in tutta la sua altezza ma non abbastanza per sovrastare il ragazzo. I due si guardavano negli occhi, fissi. Non un fremito di paura, non un prurito nervoso.
Nulla.
Tensione tattile tra due paia di pupille.

- come hai detto?

- ho detto che io e tua figlia siamo cugini acquisiti o, se preferisci, siamo cugini alla lontana.

Il sopracciglio folto di tuo padre si inarcó.

- ti sei calcolato tutto? sei patetico.

- sono obiettivo e no, non mi sono calcolato tutto.

Gli occhi sinceri del ragazzo fecero affievolire la tensione ma quest'ultimo era comunque ancora terrorizzato alla sola idea che potesse ritrovarsi a terra sanguinante.

Occhi Di Smeraldo || Immagina Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora