«Mitsuya Takashi»

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♧︎︎ᴘʀɪᴍᴀ ᴘᴀʀᴛᴇ♧︎︎︎

♧︎︎ᴘʀɪᴍᴀ ᴘᴀʀᴛᴇ♧︎︎︎

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"ne sei sicura?"

"certo papà non preoccuparti" lo rassicurai sorridendo

"d'accordo, se ti serve qualcosa chiamami"

"chiamarti...certo"

Mi allontanai di qualche passo dall'automobile ancora in moto e feci un cenno di saluto con la mano. Mio padre ricambiò velocemente per poi partire tirando su il finestrino.
Feci un lungo sospiro e mi voltai verso la casa alle mie spalle. Sul campanello si poteva ben vedere la scritta 'Famiglia Mitsuya' nella targhetta.
Oltre il muro che faceva da confine tra il giardino e la strada si poteva vedere una casa ben mantenuta dalle mura bianche. Oltrepassai il cancello e mi feci strada verso la porta d'ingresso. Era da alcuni giorni che mi preparavo per questo incontro ma ora tutti i discorsi incoraggianti che mi ero fatta erano scomparsi dalla mia mente. Suonai il campanello iniziando a giocare nervosamente con le mani. Sentì dei passi avvicinarsi e come in automatico abbassai il capo. Guardai attentamente come la porta si apriva rivelando due pantofole grigie contenenti dei piedi ricoperti dai calzini neri.

"oh tu devi essere T/c" disse una voce femminile

"esattamente, è un piacere conoscerla signora Mitsuya" risposi velocemente inchinandomi difronte alla sua figura.

Alzai leggermente lo sguardo. Era una donna alta e snella, vestita con abiti lavorativi. Aveva i capelli di un lilla chiaro con un taglio che li arrivavano sopra le spalle e degli occhi neri. In viso non aveva alcuna traccia di nervosismo, infatti le uniche caratteristiche che si potevano notare su esso erano un sorriso rassicurante e un'espressione calma.

"oh non essere così formale, chiamami pure Sumiko, prego entra" mi offrì lasciandomi lo spazio per entrare

"permesso..."

"vieni cara andiamo pure in cucina"

Mi limitai ad annuire e la seguì fino alla stanza indicata. Non era molto grande, c'era giusto lo spazio per il tavolo, il frigo e il piano cottura ma nonostante ciò era veramente accogliente. Spostò la sedia invitandomi a sedermi, cosa che feci senza obbiettare.

"grazie Sumiko-san"

"oh di niente anzi grazie a te per esserti presentata con così poco preavviso"

"oh mi creda non c'è alcun problema, in fondo non vedevo l'ora di iniziare" le sorrisi grata.

Dalla morte di mia madre e di mio fratello, nella nostra casa eravamo rimasti solo io e mio padre. Quest'ultimo negli ultimi mesi ha iniziato a fare fatica a pagare le bollette per ciò ho iniziato a cercare un lavoro part time per iniziare a guadagnare anch'io dei soldi. Alcuni giorni fa avevo sentito di questa famiglia a cui serviva assistenza per badare a due bambine quindi senza perdere tempo contattai subito il numero segnato sull'annuncio. La voce femminile che mi rispose era la madre, Mitsuya Sumiko, e subito felice di aver trovato qualcuno mi chiese se avrei potuto iniziare subito due giorni dopo. Per me non fu un problema. Avvisai mio padre che, anche se dubbioso, accettò la mia decisione e mi feci trovare pronta.

𝐓𝐨𝐤𝐲𝐨卍𝐑𝐞𝐯𝐞𝐧𝐠𝐞𝐫𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora