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Tornai a casa dal mio solito lavoro. Attraverso la strada dopo aver parcheggiato la mia auto, ritirai le chiavi nella mia borsa prima di prendere le chiavi di casa.

Arrivai davanti alla porta della mia casa è aprii la porta, venne subito ad accogliermi il mio cagnolino, Buddy, è con me da quando ho finito di studiare. Me lo hanno regalato dopo il diploma.

<<Finalmente sei arrivata>>

Una voce dalla cucina mi mette allerta, presi cautamente la pistola dalla mia borsa e la caricai cercando di fare meno rumore possibile, camminai fino alla cucina da dove arrivava la voce, mi misi appoggiata alla parete stringendo le mani attorno alla pistola, poi mi girai puntando la canna verso la persona che mi stava parlando.

<<Andiamo Lilith intendi veramente spararmi?>>

Disse la donna davanti a me che mi guardava con un sorriso furbo.

Natasha Romanoff. Una donna determinata e distruttrice.
Detta anche mia sorella.

<<Natasha>>

Dissi con un amaro e un disprezzo in bocca, il mio tono era secco e duro, il mio sguardo fisso su di lei e la pistola che continuava ad essere puntata su di lei.

Sembrava tranquilla, respiro calmo e temperato come il suo tono di voce.

<<Mettila giù>>

Disse, mi avvicinai sempre tenendomi in guardia, la pistola sempre puntata verso di lei, trascinai la sedia e mi sedetti, disarmai la pistola e la poggiai sul tavolo.

<<Come va>>

Chiese guardandomi e incrociando le dita delle mani e piegandosi in avanti.

<<Fai sul serio?>>

Chiesi mentre inarcavo un sopracciglio.

<<Sono passati quattro anni cosa vuoi veramente>>

Chiesi mentre mi mettevo comoda, per modo di dire, misi le gambe accavallate e la schiena poggiata allo schienale.

<<Mi sono aggiunta a un nuovo gruppo di ragazzi, gli avengers, e mi chiedevo se volevi unirti a noi>>

<<Perché dovrei accettare>>

Chiesi mentre pensavo alla sua richiesta, non ci parlavamo da quattro anni e lei veniva qui a chiedermi se volevo entrare in questo stupido gruppo.

<<Perché sai combattere bene>>

Disse guardandomi e passandomi un fascicolo con tutti i miei dati, sgranai gli occhi leggendo tutti quei dati e guardando tutte le mie foto, mi ritraevano bere un caffè lavorare.

<<Certo che so combattere, non ti ricordi? La stanza rossa? Tu che te ne vai? Davvero non te lo ricordi? Io me lo ricordo invece, mi ricordo il modo in cui te ne sei andata, come non ti sei guardata indietro, e di come mi hai lasciato insieme a Dreykow. Poi torni qui come se niente fosse?!>>

Dissi alzandomi e ributtando gli indietro il fascicolo, andai verso di lei e spostai la sedia per fare un modo che fosse posizionata di fronte a me.

<<Puoi pure prendere le tue cose e andartene, Natasha>>

Dissi ringhiandole contro, la lasciai alzare e se ne andò da casa mia.

~Let me escape~. //Steve Rogers//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora