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Sabato, il giorno che più aspettavo della settimana, quello dove iniziano le tue vacanze per due giorni. Cammino tranquillamente per le strade di New York City, sempre trafficate come il solito , arrivo a Central Park, presi il caffè nel solito bar aperto tutti i giorni, mi sedetti su una panchina rossa poco distante da lì, mentre osservavo i bambini pieni di gioia che correvano e giocavano tra di loro.

<<Da quando in qua ti piacciono i bambini?>>

Disse una voce a me troppo conosciuta, mi girai e vidi mi sorella con degli occhiali da sole un giubbotto in pelle marrone e una t-shirt rossa, dei jeans neri e degli scarponcini marroni.

<<Da quando non posso averli>>

Dissi alzandomi e cercando di allontanarmi il più possibile da lì. Cosa che non funziona dato che inizia a seguirmi.

<<Cosa vuoi da me Natasha>>

Dissi camminando d'avanti a me e bevendo il mio cappuccino scremato, cosa che amo dato che il caffè normale non mi piace. Troppo amaro.

<<Voglio che tu faccia parte degli avengers>>

<<Me lo chiedi tu o il grandissimo Stark>>

Dissi ridacchiando verso la fine  della frase.

<<Tutti e due>>

Disse continuando a camminare di fianco a me.

<<Cosa ci guadagno>>

Dissi mescolando il caffè con una strana bacchette che ti danno quando arriva il caffè.

<<Un posto tranquillo dove andare, e allenamenti, e una famiglia>>

<<Ma non prendermi in giro>>
<<Una famiglia?>>

Dissi ridendo, la trovavo così , ridicola, come poteva ritornare qui e dirmi che potevo avere una famiglia, dopo quello che è accaduto, dopo quello che lei ha fatto a me.

<<Io avevo una famiglia>>

Dissi prima di bere l'ultimo sorso e buttare il bicchiere nel cestino.

<<Se io accettassi, mi prometti che prenderemo Dreykov?>>

<<Lui è morto>>

Disse seria guardandomi, io risi.

<<Certo>>

Dissi continuando a guardarla, lei fece una faccia un po' interrogativa e confusa.

<<Dopo che gli hai fatto esplodere l'ufficio, hanno fatto ricerche, solamente la figlia c'era lì dentro. Non lui. La figlia era un esca, e voi ci siete cascati>>

La sua faccia era un misto tra terrore e paura. Gli diedi il telefono per vedere le foto, foto che avevo fatto di nascosto.

<<Motivo in più per venire con me>>

Disse porgendomi una mano,la guardai titubante, ma infondo non avevo niente da perdere, non più ormai.

Sapeva che ero orgogliosa, non le avrei mai stretto la mano, ma in compenso faccio retromarcia per andare nella sua direzione.

La vidi sorridere furbamente quando mi dirigo nella sua direzione.

<<Ti avverto Natasha, se la Cosa mi puzza me ne vado e mi nasconderò come gli ultimi 3 anni>>

Dissi continuando a camminare.

~Let me escape~. //Steve Rogers//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora