Capitolo 1

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Stiles era in quella città da nemmeno quarant'otto ore e già cominciava a pensare che fosse stata una pessima, pessima idea andarsene così da casa: aveva lavorato tutta estate per racimolare i soldi e poter cominciare quella nuova avventura. Avventura iniziata nel peggiore dei modi: il treno aveva subito un ritardo esagerato, la prima notte l'aveva passata girando per strada da solo perché la pensione dove aveva prenotato al suo arrivo era già chiusa, nessuno sembrava aver bisogno di un commesso o qualunque cosa fossero disposti a fargli fare pagandolo e, soprattutto, gli affitti sono esagerati.

È alla terza agenzia e Stiles sta perdendo ogni speranza quando l'impiegato sembra illuminarsi. "Forse ho qualcosa che può fare per te."

Stiles non riesce ad avere tutto quell'entusiasmo ma, ormai, è in ballo e non piò permettersi altre notti in quella pensione. Si lascia trascinare dall'uomo fino ai margini della città. Stiles vede man mano il cemento sparire e il verde farsi strada facendolo sentire più vicino a casa. Proprio all'inizio del bosco si erge un grande palazzo. "Sicuro che posso permettermelo?" gli domanda.

L'uomo gli fa vedere l'annuncio con evidenziato il costo. Stiles sorride: finalmente la fortuna sembra girare dalla sua parte. Entrano in un grande appartamento luminoso e Stiles non crede ai suoi occhi quando vede l'immenso open space, il grande bagno nella stanza padronale e un'altra più piccola sempre con bagno annesso. "Mi piace, lo voglio" esclama.

Tornano immediatamente in agenzia, Stiles compila tutte le carte, si fa consegnare le chiavi e va a portare via le sue cose dalla pensione: ha intenzione di andare direttamente nella sua nuova casa anche se, probabilmente, ancora non c'è nulla.

Canticchia mentre ripercorre la strada verso il bosco e le mani tremano leggermente quando infila la chiave nella toppa. Fa per girarla ma la porta cede docilmente, già aperta. Una figura si staglia davanti alla vetrata della cucina e Stiles estrae la mazza da baseball che aveva attaccato alla valigia. "Chi sei tu? Cosa ci fai a casa mia?"

Il ragazzo si gira verso Stiles e alza il sopracciglio. "Casa tua? Veramente questa è casa mia."

Oh no, Stiles è perfettamente consapevole di quello che sta dicendo. Per questo tira fuori le carte dell'agenzia e marcia deciso verso l'altro, sbattendogliele in faccia. "Ecco qui, vedi? Sai leggere, vero? Qui c'è il mio nome e questa è casa mia."

Il ragazzo prende in mano i fogli e li esamina. "Se qua c'è qualcuno che non sa leggere, quello sei tu."

Stiles spalanca la bocca oltraggiato. "Cosa stai dicendo?"

"L'affitto è valido solo per una stanza di questa casa. Quella più piccola, ovviamente. Il resto è tutto mio" risponde indicando una clausola minuscola che Stiles proprio non aveva letto.

Maledizione! Quell'avventura era proprio cominciata nel peggiore dei modi. "E quindi?" si trova a sussurrare.

"Quindi credo di aver trovato il peggior inquilino di sempre. Sono Derek. Vedi di parlare poco e fare poco casino, grazie. Domani vediamo di chiamare un falegname e farti mettere una porta con la chiave per avere la tua privacy. Se hai bisogno della cucina, sono disposto a prestartela. Ma vedi di sistemare tutto e pulire dove sporchi. Io esco, spero di vederti il meno possibile."

Appena Derek si chiude la porta alle spalle, Stiles libera un verso di frustrazione. Lo odia!

Sistema le sue poche cose in poco tempo, utilizzando il grande armadio che è in camera sua e mettendo qualcosa anche in cucina, tipo la sua tazza di Star Wars e le bacchette che ha comprato al Comicon l'anno prima. Lì dentro è tutto pulito, immacolato e nuovo. Ci sono anche tutti i comfort: lavastoviglie, microonde, una doccia iper funzionale e una grande tv di fronte ad un enorme divano ad L nell'open space. E...oddio! C'è anche la PS4! Stiles spera vivamente di poterla usare.

Fa una doccia, dato che, quando ha finito, puzza terribilmente, poi si riveste per fare la spesa. Vorrebbe sapere come si organizzeranno per pranzo e cena, per comprare cibo, ma Derek non è ancora tornato e lui sta morendo di fame. Il frigo è vuoto, ma da come gli ha praticamente ringhiato contro l'altro, è sinceramente terrorizzato dal prendere anche solo una mela. Si infila quindi in tasca i suoi pochi risparmi, sperando che lì intorno ci sia almeno un piccolo negozio di alimentari e comincia a camminare lungo il viale alberato.

È davvero un posto magnifico, si sente il buon odore degli alberi, gli uccelli cantano e passano pochissime auto. Tutto sommato gli è andata veramente di culo.

Compagni... di affitto | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora