Capitolo 12

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Sono passati altri tre giorni e Stiles sta infilando dei libri in borsa, quando Derek esce dal bagno, ancora assonnato. "Ehi, lupone, non ti ho svegliato perché dormivi benissimo" gli dice, andandogli in contro e baciandolo.

Derek gli accarezza una guancia, sorridendo. È sempre più "docile" la mattina, appena sveglio e più incline alle coccole. Quindi, Stiles ne approfitta e strofina il naso contro il suo collo, facendosi stringere un po'. "Il mio ragazzino..." sussurra Derek e quel sussurro attraversa in un brivido tutta la schiena di Stiles, che si sente sollevare e aggancia le gambe alla vita dell'altro, guardandolo poi dall'alto.

"Sono tuo?" chiede con un sorrisino malizioso.

"Vuoi essere mio?" chiede Derek e a Stiles dà l'impressione che ci siano milioni di significati in quella domanda, ma non ha nessun dubbio.

"Sono già tuo" risponde, per poi sporgersi e baciarlo.

Derek porta entrambi contro il muro, spingendovi Stiles che emette un gemito sentendosi già estremamente eccitato. "De-Der" cerca di dire, "Devo fa-fare quattro chilometri e- e arriverò tardi se non esco o-ora".

Derek, in tutta risposta, gli infila una mano nei pantaloni, fino alla sua apertura. "Ma io ti voglio così tanto" gli dice, infilando un primo dito e continuando a torturargli il collo con lingua e denti.

Stiles, semplicemente, si arrende. Derek lo prende lì, contro il muro, in fretta, ma non in maniera meno intensa. Stiles viene e per fortuna non si sporca, mentre Derek sceglie di venire nella sua bocca, mentre gli strattona i capelli. Quando hanno finito, Stiles tornerebbe volentieri a dormire, pur di non camminare così tanto.

"Tieni" gli dice Derek, mentre lui si infila la tracolla, lanciandogli qualcosa. "Sono le chiavi della mia auto, io oggi non ho nulla da fare. Parcheggia in strada e non avrai problemi."

Stiles fissa le chiavi. "Derek Hale, non ti bacio solo perché altrimenti non andrei più via, ma sappi che ti adoro!" dice sorridendo e poi esce di casa.

La giornata scorre veloce, ma le lezioni sono particolarmente pesanti. Stiles non mangia nemmeno, perché gli è venuto un atroce mal di stomaco intorno alle undici e ora, alle quattro, ancora non gli è passato. Per fortuna non deve andare a lavoro.

Ha appena finito e sta cercando le chiavi dell'auto in borsa, quando vede un'ombra alla sua destra.

"Ehi, quando volevi dirmelo?"

Matt. Stiles si gira, lo guarda con sufficienza, poi continua a cercare le chiavi.

"Stiles, sono serio, perché non me l'hai detto?" insiste l'altro, ma Stiles non capisce.

"Cosa, Matt? Cosa non ti ho detto? Non vedi che sono impegnato?" risponde stizzito, poi sfila le chiavi che erano finite tra le pagine del libro. "Eccovi!"

"Non mi hai detto che potresti aspettare mio figlio."

Stiles si blocca, poi scoppia a ridere. "Sono maschio, sai? Ho un pene, non un utero!"

"E io sono un mannaro e anche il tuo fidanzatino. Sono serio, Stiles."

Stiles lo guarda, poi il panico comincia ad arrivare. Matt sembra davvero serio, molto serio. Forse anche un po' preoccupato. "Co-Cosa significa? Come può essere?"

"I preservativi si bucano e l'ultima volta, in realtà, se ricordi, abbiamo cominciato senza e l'ho messo solo ad un certo punto. Non so se col tuo ragazzo hai altre abitudini."

Stiles pensa a Derek, alle miriadi di volte che sono stati insieme, sempre usando protezioni. Cazzo!

"Io-come fai ad esserne sicuro?" chiede.

Derek non gli ha detto nulla.

"Perché quello della gravidanza è un odore particolare, se non l'hai mai sentito, non lo riconosci."

Il respiro di Stiles si fa sempre più corto. Matt sembra capirlo e gli mette le mani sulle spalle. "Se è mio, vorrò saperlo, Stiles. Prometti!" ordina.

Stiles annuisce, poi cerca di respirare normalmente. "Io devo andare a casa, Matt, devo... devo andare ora."

Il ragazzo lo lascia andare e Stiles si infila in macchina.

Incinto? Lui? Un ragazzo? Lo stomaco ora gli fa ancora più male, guida senza nemmeno badare alla strada e in poco tempo è a casa. Sale a piedi, di corsa, apre la porta e Derek gli va in contro.

"Ehi, cosa succede? Stai bene? Sembri spaventato" lo accoglie, portandolo poi sul divano, sedendosi al suo fianco, spostandogli i capelli dalla fronte sudata.

"Der, il mio odore è diverso?" chiede.

"Non mi pare" risponde subito il mannaro.

"Derek, hai mai assistito ad una gravidanza mannara?"

"Sì, mia sorella Cora. Perc-" e si interrompe.

Stiles abbassa lo sguardo. "Me l'ha detto Matt. Forse non riconosci l'odore perché io sono, beh... maschio."

Derek gli mette un dito sotto il mento, per farsi guardare. "Va bene se non sai chi è il padre, non darti colpe" dice, con tono dolce.

Stiles vorrebbe prenderlo quasi a pugni. Vorrebbe urlargli addosso le peggio cose, sfogare la sua rabbia contro di lui ma sa che l'unico con cui dovrebbe prendersela è se stesso. Si alza mostrando una calma che non ha. "Non mi sento bene. Vado a letto" dice andando verso camera sua e chiudendosi dentro per la prima volta dopo settimane.

Si sdraia nel letto, incrocia le mani sulla pancia e fissa il soffitto cercando di schiarirsi le idee. Sa che dovrebbe parlarne con qualcuno ma non saprebbe proprio chi chiamare. Si assopisce senza nemmeno rendersene conto.

"Ehi, ragazzino."

Stiles apre gli occhi trovando Derek seduto sul bordo del letto con un piatto in mano. "Non ho fame" dice dandogli la schiena.

Sente il materasso abbassarsi e le braccia di Derek circondarlo. "Vuoi dirmi cosa ti sta passando per quella testolina?"

No, Stiles non vorrebbe ma sa che il mannaro se lo merita. "Perchè non sei arrabbiato con me? Dovresti essere furioso."

"Perchè? Perché sei stato con il ragazzo che frequentavi mentre noi eravamo niente di definito? Stiles quella volta abbiamo sbagliato in due e va bene, davvero. Ti ho perdonato quel giorno, non avrebbe senso se mi arrabbiassi ora. E, comunque, potrebbe anche essere mio."

"Der, abbiamo sempre usato le protezioni."

"E, secondo te, hanno retto quando ho usato il knot?"

Stiles ci pensa un momento. "Quindi potrebbe essere anche tuo?"

"Direi proprio di sì."

"Ma è passato poco tempo. Davvero si sentirebbe di già?"

Derek lo guarda. "Stiles, a me non importa chi è il padre. Io so cosa voglio. Ma tu? Tu cosa vuoi fare?"

"Non lo so."

Derek lo stringe un po' più forte. "Accetterò qualunque tua decisione." 

Compagni... di affitto | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora