Capitolo 16

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Sono passate due settimane e Stiles si sveglia sentendosi decisamente meglio. È in perfetta forma e affamato, molto affamato. Se di cibo o di Derek deve ancora deciderlo ma potrebbe anche mischiare le due cose e mangiare sul corpo nudo di Derek. Esce dalla camera e trova il mannaro in giardino, a telefono. "No, Cora, non gliel'ho ancora detto."

Stiles sta per palesare la sua presenza ma si blocca davanti a quelle parole preferendo origliare anche se sa che non è corretto.

"Certo che è mio figlio, non potrebbe essere altrimenti e lo sai."

Stiles sente l'aria mancargli e si avvicina. "In che senso non può essere altrimenti?" domanda.

Derek si gira di colpo verso di lui come spaventato. "Stiles, cosa ci fai qui?"

"Forse abito qui e stavo cercando il mio compagno?" risponde con sarcasmo.

Derek saluta velocemente Cora e mette giù. "Cos'hai sentito?"

"Solo che sei certo che quello che porto in grembo è tuo figlio. Ma direi che è già sufficiente."

"Sì, è mio."

Stiles sente un'enorme rabbia montare dentro di lui. "Lo sapevi, lo hai sempre saputo e mi hai fatto sentire una merda per tutto questo tempo?"

Derek fa un passo verso di lui e gli appoggia una mano sulla spalla ma Stiles gliela scaccia. "Non osare toccarmi. Mi fidavo di te, mi sono sempre fidato. E tu, tu non hai fatto altro che mentirmi e... e nascondermi le cose. Io..." si interrompe singhiozzando.

"Mi-mi dispiace."

"Non me ne faccio niente del tuo dispiacere. Ho passato settimane a sentirmi in colpa per quello che è successo con Matt. Ho pregato ogni giorno che il padre fossi tu. Io..." Stiles tira fuori uno scatolino e glielo lancia addosso "...avevo preso questi per noi due. Volevo... pensavo che sposandoci avremmo risolto ogni possibile problema con Matt. Tu sentivi come stavo e, nonostante questo, hai preferito tacermi la verità."

Stiles è come un fiume in piena mentre vomita addosso a Derek tutto quello che gli passa per la testa. Derek che resta ad ascoltare ogni parola a testa bassa.

"Vattene!" gli urla infine Stiles.

Derek sembra sul punto di ribattere, alza un braccio verso Stiles per poi abbassarlo e fare come gli è stato ordinato dal ragazzo. Stiles aspetta di sentire la porta chiudersi prima di crollare a sedersi sulla panca e portarsi la testa fra le mani.

Non sa quanto tempo è passato, sa solo che ha davvero freddo ma sembra come se le forze lo abbiano abbandonato di colpo impedendogli di muoversi. Una calda coperta si appoggia sulle sue spalle. "Sta congelando, vieni dentro."

Stiles osserva Derek che sembra non riuscire a reggere il suo sguardo. "Perchè non ti fidi di me?" gli domanda in un sussurro.

Derek si siede al suo fianco e prende un grosso sospiro. "La prima volta che mi sono innamorato avevo quindici anni e andavo ancora al liceo. Si chiamava Paige e suonava il violoncello nella banda della scuola mentre io ero il capitano della squadra di basket. Mi c'è voluto quasi un mese per convincerla a venire ad una mia partita e due perché accettasse di uscire con me."

Stiles appoggia una spalla a quella del mannaro restando in silenzio, in attesa che lui continuasse. "Ci siamo messi assieme qualche tempo dopo e, alla fine del mio ultimo anno, abbiamo cominciato a fare progetti sul nostro futuro. Avevo scelto un college qui, a New York, e lei doveva raggiungermi l'anno seguente. Volevamo affittare un piccolo appartamento e vivere assieme. Ma io ero un mannaro e lei un'umana che non conosceva la mia natura. Mio zio, Peter, mi ha convinto a rivelargliela."

"Se ne è andata?" gli domanda Stiles.

Derek scuote la testa. "No. Ma ha cominciato ad informarsi, leggere vecchi libri e, alla fine, mi ha chiesto di trasformarla per poter restare per sempre con me. Rifiutai."

Stiles sente tutto il dolore in quelle parole e si trova a stringerli la mano. "Si è rivolta a Peter che l'ha morsa. Il-il suo corpo ha rifiutato il morso. Ho... sono stato io ad ucciderla."

Stiles lo stringe, la rabbia quasi dimenticata. "Mi dispiace. Ma non è stata colpa tua. Lei sapeva cosa voleva e sono certo conoscesse anche i rischi."

"Ho paura, Stiles. Mi fido di te ma..."

"... non ti fidi di te stesso."

"Sei il mio compagno, ragazzino. Ed ho una fottuta paura di rovinare tutto e che, per colpa mia, muoia anche tu."

Stiles gli accarezza una guancia. "Il mio migliore amico è stato trasformato in mannaro per sbaglio, quell'alpha voleva me. Lydia è una banshee e la fidanzata di Scott una cacciatrice. Sono anni che mi destreggio nel mondo sovrannaturale restando un semplice umano. Sono uscito con due mannari e sono rimasto incinto. Una cacciatrice ha rischiato di bruciarmi e, nonostante questo, volevo sposarti, Der. Lo volevo davvero. Stavo solo aspettando l'occasione giusta per chiedertelo senza sembrare un cretino. Io mi fido di te, mi fido come non mi sono mai fidato di nessuno. Quindi, se tu ti fidi davvero di me, permettimi di starti vicino."

"L'istinto di marchiarti si sta facendo ogni giorno più forte."

Stiles gli prende una mano. "Perchè non vuoi?"

"Perchè se ti legassi a me, non potresti più andartene se per te fosse troppo. Non esiste il divorzio per il legame, non senza la morte di uno dei due."

Stiles gli si siede a cavalcioni e Derek lo accoglie tra le braccia scaldandolo. "Sposami."

"Lo vuoi anche se non ce n'è più bisogno?"

Stiles gli sfrega il naso sul collo per poi morderlo. Sente Derek irrigidirsi mentre piega il collo all'indietro senza spostarsi. "Lo voglio, lo voglio davvero. Così come voglio il tuo marchio. Ma quello arriverà, ne sono certo."

"Il mio ragazzino meraviglioso."

"Ho solo una richiesta. Anzi, due."

"Tutto quello che vuoi."

"Basta segreti, basta menzogne. Voglio che non mi nasconda più niente."

"Ci proverò, te lo prometto. La seconda?"

"Sono guarito. Mi merito una scopata come si deve."

Derek scoppia a ridere sollevandolo e portandolo nella loro camera da letto.

Compagni... di affitto | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora