"Ehi!"
Stiles sobbalza quando un'auto nera lo affianca e qualcuno gli abbaia praticamente contro. Si gira e si ritrova di fronte il suo coinquilino. "Derek" saluta.
"Dove stai andando?" chiede l'altro.
"Cerco un supermercato, un qualsiasi negozio che mi permetta di nutrirmi."
"Stai andando verso il bosco, devi andare nella direzione opposta. Per almeno quattro chilometri."
Stiles spalanca la bocca. "Cosa?!" chiede. "Come faccio a fare quattro chilometri a piedi?"
Derek sembra fare spallucce e fa per ripartire.
"Ehi, aspetta! Aspetta! C'è un pullman da queste parti?" chiede Stiles.
"No, ma puoi chiamare un taxi."
"Non posso permettermi sia il taxi che la spesa" risponde sconsolato, riprendendo a camminare nella giusta direzione. Già pensando ai quattro chilometri del ritorno, mentre dovrà reggere anche i sacchetti.
"Sali" abbaia di nuovo Derek.
"Cosa?"
"Ti ho detto sali, ti accompagno io. Solo per questa volta."
Stiles sorride, battendo le mani e fiondandosi sul sedile del passeggero. "Grazie, grazie! Hai salvato i miei poveri pied-"
"Ma rimani in silenzio!" lo interrompe Derek, spegnendo tutto il suo entusiasmo.
Raggiungono il supermercato in pochi minuti. In realtà si rivela essere un piccolo centro commerciale, con una decina di negozi. Derek gli dice di fare in fretta, mentre entra nel negozio di elettronica. Stiles prende lo stretto necessario: farina al posto del pane, così può farlo da sé, pasta, un po' di verdura e frutta e qualche cibo in scatola e condimenti per la pasta. Mentre sta pagando, vede un cartello che quasi lo commuove: "Cercasi addetto al reparto pescheria". Odia il pesce, odia la puzza di pesce, ma è il primo cartello che vede da quando è lì. Chiede alla cassiera informazioni e la donna, sorridendogli, gli spiega che cercano qualcuno nella sede centrale, quella nel centro, non lì. Stiles si illumina ancora di più e si lascia dare i contatti per poter inviare il suo curriculum.
Esce e si guarda intorno, trovando Derek che chiacchiera con una ragazza bellissima. È bionda, formosa, ha dei bellissimi occhi. Se non fosse gay, Stiles ci farebbe un pensierino pur sapendo di non poterselo permettere. Fa un cenno a Derek, mettendosi a distanza dai due, per dirgli che ha finito. Derek scambia altre due parole con la ragazza, poi la abbraccia e lo raggiunge.
"Andiamo" ordina e Stiles lo segue, cercando anche un po' di sbirciare nel sacchetto che l'uomo sta reggendo.
Quando salgono in auto, il tragitto è silenzioso come per l'andata, ma Stiles non sopporta il silenzio e comincia a muovere nervosamente la gamba.Derek non sembra accorgersene o, se lo fa, dice nulla. Quando entrano in casa, comincia a chiacchierare mentre mette a posto la spesa. "Alla sede centrale del supermercato cercano personale, dopo invio il curriculum" comincia, ma Derek, seduto sul divano, lo ignora. "La cassiera è stata molto gentile, spero mi prendano, così potrò permettermi anche cibo degno di essere chiamato tale" dice, mettendo delle scatolette di tonno di dubbio gusto nella dispensa piena di cibo. "Tu cos'hai preso?" chiede, sperando di ottenere risposta.
"Nulla di cui debba interessarti. Non mi piace fare conversazione" ringhia Derek, mettendo fine ad ogni tentativo di chiacchiera di Stiles.
La serata passa tranquilla, Derek rimane chiuso nella sua enorme e bellissima camera da letto mentre Stiles si prepara la cena e mangia da solo in silenzio. Invia anche il curriculum alla mail che gli ha dato la signora quel pomeriggio, poi si mette a letto e crolla, stremato.
BOOOOM!
Stiles salta a sedere in mezzo al letto, quando sente un rumore assordante provenire dal salone. Stava sognando qualcosa di bello e si è svegliato di colpo. Cazzo, che spavento! Si stropiccia gli occhi e si alza, per capire cosa diavolo sia successo e trova Derek seduto sul divano, i gomiti sulle ginocchia e le mani tra i capelli. "Derek?" si azzarda, senza però avvicinarsi.
L'uomo prende un respiro, poi si alza. "Se ti ho svegliato, mi dispiace, mi è scappata la porta mentre rientravo ed è sbattuta" dice, lapidario, poi si dirige in camera sua.
Stiles, ancora intontito dal sonno, si guarda intorno spaesato, poi fissa l'orologio. Sono davvero solo le otto di mattina?! Avrebbe potuto dormire almeno altre tre ore! Sbuffa, va in cucina per fare colazione, dato che non riuscirebbe a riaddormentarsi, e si siede al tavolo, fissando i cereali che galleggiano nel latte a lunga conservazione che fa anche un po' schifo. Un beep lo distrae, il suo cellulare.
Gentile signor Stilinski, abbiamo analizzato il suo curriculum e saremmo lieti di scambiare qualche chiacchiera con lei di persona. È disponibile oggi pomeriggio alle ore quindici? I nostri uffici sono nella trentaquattresima strada, al numero dodici.
Cordialmente,
Erica Reyes – Human Resources"EVVAI!" urla per poi tapparsi immediatamente la bocca.
Derek era uscito dalla camera e si era steso sul divano, le braccia a coprirsi gli occhi. Sembrava dormisse e, visto il suo pessimo umore, l'ultima cosa che Stiles voleva era svegliarlo o infastidirlo. "Non sto dormendo."
"Oh. Vuoi del caffè?"
Derek si mette a sedere. "Uno come te non dovrebbe bere caffè."
"Infatti non ho nessuna intenzione di berlo. Ma, se tu lo vuoi, posso fartelo."
"Staresti davvero benissimo con un grembiulino bianco e la cresta sulla testa" gli sussurra in un orecchio facendolo sobbalzare.
Non lo aveva sentito avvicinarsi e si è spaventato a morte: è sicuramente quello il motivo del suo batticuore, nient'altro. "Idiota" dice spostandosi dal corpo decisamente troppo caldo dell'altro. "Allora, vuoi il caffè?"
"Cosa vuoi in cambio?"
"Solo un'indicazione. Devo andare qui e non so come arrivarci."
Derek legge l'indirizzo sul suo telefono. "Posso accompagnarti. Ma per il ritorno credo dovrai arrangiarti."
"Non è necessario" risponde Stiles allungandogli una tazza fumante. "Devo cominciare ad arrangiarmi da solo. Specialmente se comincerò a lavorare."
"Non comincerai mai se non riuscirai a presentarti al colloquio perché ti sei perso."
"Perchè?"
"Perchè ti perdi? Forse perché tua mamma si è dimenticata di munirti di GPS?"
Stiles gli fa una linguaccia. "Perchè mi aiuti."
"Perchè dobbiamo dividere le spese e se non guadagni, devo mettere io la tua parte."
Stiles continua la sua colazione in silenzio.
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Compagni... di affitto | Sterek
أدب الهواة"Chi sei tu? Cosa ci fai a casa mia?" Il ragazzo si gira verso Stiles e alza il sopracciglio. "Casa tua? Veramente questa è casa mia." Oh no, Stiles è perfettamente consapevole di quello che sta dicendo. Per questo tira fuori le carte dell'agenzia e...