Capitolo 5

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Finalmente è mercoledì e Stiles si è svegliato alle sei per essere pronto in orario ed arrivare anche in anticipo. Ha solo incrociato Derek, mentre faceva colazione, poi l'uomo si è chiuso in bagno e Stiles, quando è uscito, non è riuscito nemmeno a salutarlo. Ora è lì, in quell'edificio antico, che aspetta l'addetta della segreteria. È andata a prendere una mappa della struttura e l'orario di tutte le lezioni e laboratori. "Eccomi qui. Allora, questi sono gli orari, tra dieci minuti hai il laboratorio di dinamica, alle tredici hai pausa pranzo e poi, a seguire, queste altre due lezioni. Sotto c'è l'orario di domani, hai lezioni solo la mattina, e quello di venerdì. Hai il lunedì libero, oltre il sabato e la domenica, ovviamente."

Stiles la ringrazia sorridendo, poi si avvia verso l'aula che gli è stata indicata, è solo ad un corridoio da lì.

Il laboratorio è enorme, molti banconi sono già occupati e ognuno ospita due postazioni. Non sa vicino chi mettersi, dato che sono tutti alla prima lezione, quindi ne sceglie uno vuoto a metà fila e si siede, in attesa del docente. Dopo un minuto, un ragazzo gli si avvicina. È carino, un paio di occhi azzurri chiarissimi e capelli castano chiaro. "Ciao, posso mettermi qui?" chiede e Stiles annuisce sorridendo.

"Ciao! Certo, fai pure."

"Io sono Mattew, piacere!"

Stiles gli stringe la mano. "Sono Stiles. Sì, lo so, nome strano, ma se ti dicessi quello reale rideresti fino a domani."

Il ragazzo sorride, sta per dire qualcosa, ma un "Buongiorno" cattura la loro attenzione.

Stiles si gira verso la cattedra, sicuro che si tratti del professore e si sporge per guardarlo, oltre i capelli ricci della ragazza seduta davanti.

"Der-" sta per dire, poi si zittisce, lasciando il posto solo ad un'espressione shockata.

"Sono il professor Derek Hale, e vi do il benvenuto. Prima di cominciare, avrei bisogno di conoscere il vostro livello generale" spiega, prendendo dei fogli dalla borsa, "così da preparare lezioni giuste per voi."

Derek comincia a girare tra i banchi, distribuendo i fogli. Quando arriva di fronte a Stiles, a Stiles stanno sudando le mani. Forse anche tutto il resto del corpo. Balbetta un grazie, afferrando un foglio e cade quasi dalla sedia quando Derek gli fa un occhiolino.

"Tutto okay?" chiede Mattew.

Stiles ha solo la forza di annuire.

"Il test non sarà ovviamente valutato come prova" continua il professore. "Le domande sono dieci, il grado di difficoltà è vario e l'undicesima domanda, per chi ne sarà capace, darà accesso al corso di potenziamento avanzato. Avete un'ora e mezza."

Stiles comincia subito a leggere, decidendo di cominciare proprio dalle più difficili. Se sa fare quelle, nel caso non abbia abbastanza tempo, risulterebbe scontato che sa fare anche quelli più semplici. È passata un'ora e, quasi stupito di se stesso, Stiles conclude anche il decimo esercizio. Le domande teoriche erano abbastanza facili, gli esercizi gli hanno preso un po' più di tempo. Rilegge tutto in fretta, complimentandosi con se stesso, poi legge il quesito numero undici. La prima parte è una domanda teorica, Stiles non è sicuro di ricordare bene quel teorema, poi è richiesto di applicarlo in un esercizio. Decide di provarci, però, prima, alza lo sguardo facendolo vagare per l'aula. Sono tutti concentrati, con le teste abbassate e l'aula è strapiena. Il professore, invece, è appoggiato alla cattedra, con le braccia incrociate. Ha un paio di pantaloni grigi, eleganti e una camicia blu scuro arrotolata, scoprendo gli avambracci. Stiles, senza nemmeno accorgersi, si passa la lingua sulle labbra, mentre alza lo sguardo. Derek indossa di nuovo gli occhiali e gli sta rivolgendo un sorriso sghembo e malizioso. Stiles vorrebbe picchiarlo. O prenderlo a morsi. Ovunque. È così incantato, che Derek deve alzare un sopracciglio per riscuoterlo dallo stato di ipnosi e dire "manca solo mezz'ora".

Stiles torna all'esercizio e, quando Derek ripassa a riprendere i fogli, può dirsi molto soddisfatto.

"Com'è andata?" chiede Mattew.

"Direi bene, solo l'undicesimo mi ha creato problemi, ma vedremo."

"Oh, speriamo tu l'abbia fatto bene, allora, così saremo compagni di corso al potenziamento!"

Stiles sorride, un po' imbarazzato. Sta per rispondere, ma Derek li interrompe. "Bene, domani sera pubblicherò i risultati sulla bacheca docente. Vi scrivo i titoli dei libri da utilizzare per lo studio" e si gira verso la lavagna.

Stiles è così concentrato a guardare il culo del professore avvolto in quei meravigliosi pantaloni, che dimentica di prendere appunti.

La pausa pranzo la passa con Mattew e una ragazza, Rosalie, che il ragazzo conosce dal primo anno di liceo. Sono simpatici e alla mano e, a fine giornata, si scambiano i numeri di telefono.

Stiles, a fine giornata, non ha la forza di tornare a piedi, quindi chiama un taxi e si fa fermare a metà strada. Almeno i chilometri da fare saranno due. Quando mette piede in casa, trova Derek sdraiato sul divano, con una pila di fogli appoggiata sullo stomaco.

Entra, gli si avvicina e incrocia le braccia fissandolo. Senza parlare.

Derek, dopo un minuto, lo guarda, inarcando un sopracciglio. "Com'è andato il primo giorno?" chiede ghignando.

"Derek" comincia Stiles calmo, senza smuoversi. "Sappi che sei uno stronzo. Me lo potevi dire! Hai valutato tu la mia ammissione!"

Derek si mette a sedere, togliendosi gli occhiali. "E poi dove sarebbe stato il divertimento? Avresti sbavato lo stesso?"

"Certo che s- Uffa!" urla, esasperato, sedendosi di fianco all'altro.

"Posso farmi perdonare così?" chiede Derek, passandogli un foglio. Il compito che ha fatto quella mattina.

"Cosa devo farci? L'ho fatto io, lo so cosa ho scritto. Dammelo quando lo correggi" e fa per ripassarglielo.

"Idiota, è perfetto, non ho niente da correggere."

Stiles guarda il foglio, fissa la sua calligrafia, nessuna correzione, nemmeno una virgola. "Davvero?" chiede.

Derek annuisce e si alza. "Sei bravo. Vediamo se potrò farti diventare il migliore" dice, prima di andarsene in cucina.

Stiles non gli guarda il culo, proprio no. Derek si ferma voltandosi la testa verso di lui. "Però, se vuoi diventarlo, devi smetterla di guardarmi il culo e prendere appunti durante le lezioni."

Stiles si sente avvampare. "Non è colpa mia se il tuo culo parla" borbotta prima di decidere che è il momento giusto per andare a fare la doccia.

Derek lo ferma. "Non mi merito una cena preparata da te?"

Stiles alza gli occhi al cielo ma non riesce a nascondere un sorrisino compiaciuto: gli piace che Derek sembri quasi dipendente dalla sua cucina. "Mezz'ora e comincio."

"Mezz'ora per una doccia?"

"Per quella dieci minuti. È a fantasticare sul tuo culo che ci metto di più" risponde Stiles facendogli un occhiolino prima di chiudersi in camera. 

Compagni... di affitto | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora