Molti dicono che le perle rappresentino la perfezione, spesso sono rappresentate al mondo come piccole sfere pure senza imperfezioni o almeno così sono mostrate al collo di moltissime donne: tante piccole e perfette sfere racchiuse in un laccetto che diventano un vero e proprio gioiello.
Sfere bianche come la purezza che esse indicano, simboleggiano la femminilità, la bellezza.
Eppure quel prodotto finale non è altro che il risultato di parassiti, esseri che di solito sono considerati come rifiuto del mondo. Essi penetrano nelle conchiglie e vengono ricoperti da strati di madreperla che l'animale crea per difendere i suoi stessi tessuti dall'irritazione che comportano.
Ciò che pur resta nascosto di questi piccoli perfetti gioielli è che non nascono tutti certamente così sferici e perfetti ma sono il risultato dell'intervento dell'uomo che interviene sulla conchiglia affinché assumano quella forma.
Eppure dicono che la perfezione significhi non avere difetti, eppure questo oggetto nasce da esso, da un fastidio, un parassita, un'imperfezione.
Tutti cercano la perfezione ma come si può sapere cosa realmente lo sia se anche la perla che la rappresenta è essa stessa frutto di imperfezioni?
Un aforisma recita che la perfezione dell'uomo consiste proprio nello scoprire le proprie imperfezioni.
Amare non significa trovare la perfezione, bensì perdonare terribili difetti, nasconderli nel tentativo di creare una perfezione che non esiste, non ha alcun senso. Infatti nella vita si commettono errori, ognuno di noi è dotato di difetti e nessun rapporto non ha segreti.
"Me lo prometti?"
"Cosa?"
"Niente più segreti"
Ed è proprio per questo che forse bisognerebbe evitare di promettere la perfezione.
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Passò una settimana da quel incontro con il dottore per l'intervento di Arizona, passò una settimana da quando Callie le aveva detto di sostenerla, passò una settimana da quando le aveva promesso che avrebbe continuato a fare fisioterapia finché dell'operazione non se ne sarebbe verificata la fattibilità e che avrebbe chiesto scusa a Lexie.
E anche se contrariata, Arizona mantenne la sua promessa, infatti il giorno dopo si recò in palestra da Mark, senza entrare, aspettò all'uscita della palestra in attesa che le potesse parlare.
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"Ciao" Disse dopo averla vista uscire dalla palestra, saluto che bastò a fermare il moto distratto di Lexie dall'uscita della palestra verso la sua auto.
"Arizona.. Che ci fai qui?" Così risposte Lexie sorpresa dopo averla notata.
Era la stessa domanda che Arizona si stava ponendo da quando era arrivata in quel parcheggio ma poi fece un respiro profondo e finalmente parlò.
"Beh volevo parlare di quello che è successo" Inizio a parlare Arizona dopo aver trovato la forza in un respiro profondo.
"Successo?" Rispose Lexie fingendo non sapesse a cosa si riferisse.
"Beh di quello che ti ho detto" Disse Arizona con troppi giri di parole.
"Ah" Disse realizzando quel che in realtà già pensava in attesa delle successive parole di Arizona.
Parole che tardarono ad arrivare.
"Beh dimmi?" Così la invitò a parlare.
"Si giusto" Scosse la testa tornando al mondo reale.
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Non riesco a smettere
FanfictionProsieguo della precedente storia: "Il mio silenzioso brivido". Arizona ha capito che la sua Calliope è stata da sempre quel suo silenzioso brivido che non ha intenzione di lasciar andare via ma dopo tutto quel che hanno passato, sarà abbastanza?