Mare calmo

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"Sai sono tornata in quella pizzeria in cui andavamo insieme, ho mangiato una pizza, il gusto che dividevamo sempre. Sono tornata al cinema dove andavamo spesso, soprattutto quando fuori faceva freddo come adesso. Sono tornata in quel bar dove di inverno mi compravi sempre la cioccolata e come allora anche adesso l'ho ricomprata. Sai sono tornata a fare quelle cose che non pensavo di poter rifare, quelle cose che di solito facevamo io e te e sai ce l'ho fatta, sono riuscita a fare tutto questo senza di te. Sono tornata a vivere la mia vita, anche senza te ma continuo a pensare che fosse bella viverla insieme a te"

Parlò con un sorriso malinconico in viso, mentre con una mano accarezzava la piccola foto aderente alla lapide del fratello.

Era ormai passato più di un anno da quel saluto che non pensava fosse un addio al fratello e a differenza di quella vita spezzata, la sua continuava a scorrere, tornando inevitabilmente alla sua vita quotidiana ma in verità, nonostante il tempo ormai trascorso, ora come allora sapeva che niente sarebbe tornato più lo stesso. L'incidente ne fu conferma e rivelazione.

Continuava ad avere uno tsunami dentro, uno tsunami che stava ancora ribollendo. Quel mare calmo che era un tempo, man mano si stava ritirando per potersi alzare in un solo schianto.

Ne era consapevole di avere uno tsunami dentro che la stesse surclassando, non sapeva fin quando il suo fragile corpo avrebbe potuto trattenerlo. Uno tsunami fatto, parafrasando, di ricordi, rabbia, illusioni e delusioni, uno tsunami bello e fatto, quella immatura morte aveva contribuito a formarlo e ora non aspettava altro che cadere ma su chi lo avrebbe liberato? Così restava alto e bloccato, imprigionato nel suo petto, lasciandola solo con il costante timore che tutto questo l'avrebbe marcita dentro.

Ma esisteva un momento, dove tutto questo perdeva senso e il suo mare tornava ad essere apparentemente calmo.

Il freddo di quella mattina sembrò paralizzarle il viso, anche il vento sembrava non essere percepito dalle sue guance; infatti si rese conto che delle lacrime dai suoi occhi stessero cadendo solo quando una mano calda intervenne a spazzarle via.

Mosse lentamente il viso in direzione del proprietario di quelle mani fonte di calore, incontrando così i suoi preferiti occhi color cioccolato ed esattamente in quel momento, quando incrociava quegli occhi il mare tornava calmo.

"Grazie per essere venuta con me Calliope" Parlò interrompendo il dolce silenzio.

"Grazie per avermelo permesso" Rispose sinceramente.

"Torniamo a casa" Le chiese sfiorandole la mano libera con le dita.

"Torniamo a casa" Ribadì stringendole la mano.

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*Qualche giorno prima*

Dopo quel secondo primo appuntamento, le cose tra Callie e Arizona sembravano essere meno tese, parlavano molto di più anche se ancora non di tutto quello di cui c'era da parlare, soprattutto perché riuscirono a farlo solo per cellulare o per chiamate Skype, visto che Arizona era impegnata con le sedute e Callie con le sue lezioni.

Ma questo le bastava, sapevano che presto si sarebbero riviste ed entrambe non sapevano bene cosa le provocasse il solo pensiero di rivedersi, un misto tra felicità e imbarazzo. Inoltre Arizona aveva imparato ad apprezzare le videochiamate, soprattutto dopo quella della sera precedente, che le lasciò un senso di tenerezza.

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"[...] ti giuro, è stato così esilarante" Callie concluse il divertente racconto dall'altra parte dello schermo.

"Smettila, che dalle risate mi fa male la pancia" Ribatté subito Arizona ridendo a crepapelle senza riuscire a smettere finché non notò Callie fissarla con uno strano sorriso.

Non riesco a smettereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora