Pancake

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Il profumo di pancake le invase le narici non appena emise il primo respiro cosciente del mattino.

Aprì gli occhi ritrovandosi nella sua solita cameretta, osservando per prime le velate tele del suo piccolo letto a baldacchino.

Con gli occhi ancora socchiusi, riuscì a intravedere i raggi di sole penetrare nella stanza dalla sua finestra.

Un "Ragazzi è pronto" risuonato dal piano inferiore, le diede conferma che fosse mattina, domenica mattina precisamente ed era ora di alzarsi.

Strizzò gli occhi mentre cercava di liberarsi dalle coperte. Il tempo di stiracchiarsi e, puntuale come ogni domenica mattina, la porta fu spalancata.

"Muoviti Robbins, non mi fermerò di fronte i pancake se fai tardi" Pronunciò il fratello prima di correre al piano di sotto.

"Non ti azzardare Tim!" Lo avvertì Arizona prima di iniziare a correre anche lei cercando di arrivare prima che il fratello finisse anche la sua porzione di frittelle.

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Da piccola aveva sempre amato la domenica mattina e la sua routine. Il risveglio con l'odore di pancake le aveva sempre suscitato sensazioni felici, le permetteva di scendere dal letto e iniziare la giornata sicuramente con il piede giusto.

Amava la colazione della domenica mattina perché riuniva tutti intorno a quel bancone di cucina, lottando per chi dovesse mangiare l'ultimo pancake rimasto. In quei momenti si sentiva parte di una famiglia.

Proprio questo ricordo le suscitò l'odore di pancake che anche quella mattina la risvegliò, le sue labbra sorrisero inconsapevolmente.

Così iniziò quella domenica mattina, aprì gli occhi e di certo non si ritrovò il letto a baldacchino che possedeva da bambina ma fu felice di vedere la sua solita camera.

Era la prima mattina lontana da quell'ospedale, da quel ricordo e finalmente a casa e fuori da quella stanza anonima di ospedale.

Lentamente si trascinò fino al bordo del letto mettendosi seduta. Con l'aiuto di una mano posata sul comodino, si alzò in piedi e dopo qualche secondo per riprendersi dal leggero capogiro, si incamminò verso la porta.

Dopo due settimane di fisioterapia in ospedale fortunatamente riusciva a camminare senza problemi. Certo presentava ancora delle difficoltà, come ad esempio e purtroppo il movimento fluido delle dita e se restava in piedi a lungo delle volte sentiva mancare la forza nelle ginocchia, ma dopotutto questo capita anche alle persone che non hanno subito un incidente, quindi poteva ritenersi soddisfatta del risultato.

Esattamente come da bambina, seguì il profumo di pancake fin in cucina, ritrovandosi la madre dietro i fornelli. Quella immagine che, al contrario degli ultimi tempi, una volta era quotidianità, le suscitò un sorriso.

"Ehi Tesoro, siediti, la colazione è pronta" Esordì la madre.

In qualche modo riuscì a tornare quella bambina felice di svegliarsi ed alzarsi a fare colazione la domenica mattina, riuscì a sentire quella sensazione di famiglia che percepiva un tempo intorno al vecchio bancone della loro cucina, con la differenza però che qualcuno non la stava importunando, nessuno le stava rubando i pancake dal piatto. Al contrario di quello che mai avrebbe pensato tutte quelle domeniche, ora avrebbe voluto tanto vedere quella mano allungarsi verso il suo piatto ma purtroppo non era possibile.

La malinconia per la mancanza di Tim non era in verità mai sparita per Arizona ma in quei momenti si faceva sentire di più.

"Grazie mamma, non dovevi" Esordì invece Arizona.

Non riesco a smettereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora