LA PIÙ BELLA PER IL DIAVOLO

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Ariana e Draco corsero vero il Signore Oscuro, prima che lei entrò le diede un bacio protettivo sulla fronte e sussurrò: <Ti prego, stai attenta. Ti aspetterò qui fuori>.

Ariana annuì, era lusingata del fatto che Lui avesse chiamato solo lei. Si sentiva scelta, voluta. Se il Signore Oscuro l'aveva chiamata allora davvero era importante.

Attese fuori dalla porta, ad aprirle fu Codaliscia, la casa era piccola, dava l'impressione di una classica casa di maghi ad Hogsmeade, invece lì abitava Lord Voldemort.

Ariana entrò velocemente, aveva paura di essere in ritardo, non voleva proprio deluderlo. Seguiva Codaliscia fregandose di come era fatta la Sua casa, voleva solo essere presente lì con Lui, in modo da fargli capire subito quanto sarebbe stata fedele.

Codaliscia aprì la porta, una corrente gelida la trafisse in tutto il corpo, il caminetto era acceso, come poteva far così freddo?

<Ariana, sei tu?>: Sentì il sussurro di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

<Sì>: risponse lei guardandosi intorno.

Da una grande poltrona davanti il camino acceso, vide la sua mano destra, riconobbe subito le sue lunghe dita bianche e le sue altrettanto lunghe e spaventose unghie.

<Avvicinati, Ariana>: sussurrò con il suo solito modo di parlare.

Ariana fece un passo avanti, ma un lungo serpente uscì da sotto la poltrona dell'Oscuro, si dirigeva verso di lei strisciando.La paura di Ariana si fece strada nel suo petto facendo tamburellare velocemente il suo cuore. Aveva il terrore che quel gigantesco serpente l'avrebbe inghiottita.

<Padrone>: sussurrò lei con un nodo alla gola.

A quell'espressione il corpo di Voldemort gli reagì, soltanto per aver sentito la sua voce dire quella parola. Il Signore Oscuro detestava quando qualcosa non aveva il suo controllo, anche quando a farlo era il suo corpo. Si sentì trafitto da grumi di piacere e odiava che fosse dipeso da qualcun'altra questo suo stato.

<Vieni più vicino, Ariana. Non farmi attendere che sei già in ritardo>: continuò quasi sul punto di perdere la pazienza.

La biondina fece un altro passo avanti, ma quel serpente si avvicinava sempre più a lei. Prese la sua bacchetta per proteggersi, poi invece di camminare dritto verso il Signore Oscuro, camminò verso destra. Poggiò la schiena sui lati della grande stanza, lì non c'erano pareti ma grandi librerie color legno chiaro cariche di antichi libri. Il serpente sembrava seguirla, Ariana camminava piano piano a grandi passi con la schiena contro la libreria, quasi boccheggiando per la paura.

Raggiunse l'Oscuro senza neanche accorgersene, Voldemort vedeva Ariana che camminava a grandi passi guardandosi dietro.

<Cosa stai facendo?>: Le domandò perplesso.

Ariana si rese conto che aveva appena fatto una figuraccia, così si arrestò e fece un sorriso ebete. In un'altra occasione si sarebbe fatta una grossa risata, ma il mago più crudele della storia era davanti a lei e aveva un serpente enorme alle calcagna.

Voldemort era seduto su questa grande poltrona verde scuro in pelle, era davanti il fuoco, tentava di riscaldarsi, ma l'oscurità lo stava consumando.

Aveva il viso bianchissimo illuminato dal fuoco, gli occhi rossi erano ancora più demoniaci. Guardava Ariana deliziato, non aveva mai visto una ragazza più bella di lei. Invece quella povera ragazza fremeva dal sapere che cosa il Signore Oscuro desiderava da lei, aveva paura di aver fatto qualcosa di male, anche se in poco tempo. Perchè quel maledetto serpente era così vicino.

<Ariana, prima ero nella tua mente, ho visto cose che neanche ricorderai... ho visto come hai scelto la strada Grifondoro per paura che Serpeverde di avrebbe portato sulla brutta strada. Ma dimmi, cosa ci fai tra i Mangiamorte?>: Le domandò, il suo modo di parlare era calmo, sussurrato, i vocaboli ben pronunciati, non andava mai di corsa.

Voldemort non sapeva la risposta perchè entrando nella sua mente, neanche la ragazza lo sapeva. Temeva poteva essere una spia, gli sarebbe dispiaciuto ucciderla, era così fottutamente bella.

Ariana abbassò lo sguardo, poi sussurrò: <Mio Signore...> a quelle parole il corpo di Voldemort reagì di nuovo, la voleva, voleva possederla, non ascoltarla, <non so la risposta sinceramente, sono attratta dalla Vostra oscurità, dal Vostro potere. Vorrei solo servirvi>: finì la frase.

A quelle parole lo sguardo spaventoso di Lui divenne più infuocato, non era una spia. Ha solo scelto il lato oscuro.

<Ho un lavoro per te>: le disse con il suo solito modo di parlare.

<Tutto ciò che desiderate, mio Signore>:   le rispose Ariana abbassando lo sguardo.

Il corpo del Signore Oscuro esplose sotto quelle parole, era eccitanto e anche molto. Desiderava possederla, ma non voleva che lei scopasse con Lui sono perché doveva. Non gli era mai successo che una donna lo attirasse sessualmente, ma Ariana era diversa, nettamente diversa. In più desiderava affogare in quel profumo, il profumo di rose e di sangue puro.

Lord Voldemort si alzò in piedi, era più alto di lei, di circa 50cm. La guardava con quello sguardo demoniaco, invece Ariana lo guardava dal Suo basso con lo sguardo servizievole. Si sentiva davvero fortunata ad essere alla Sua presenza.

Le lunghe dita chiarissime di Voldemort le sfiorarono di nuovo le gote. La ragazza sentiva molto freddo sul viso, ma non le importava, perchè era il tocco del suo Padrone. Poi le mise davanti gli occhi un'ampolla, era color oro puro. Lei rimase estasiata dal colore di quella pozione.

<Ascoltami, Ariana. Questo è il tuo primo incarico, non deludermi. Devi versare tre gocce di questo nella bevanda di Lucius>: Le sussurrò il Padrone.

Ariana degludì d'impulso, gli chiese sussurrando: <Lo ucciderà?>

Il Signore Oscuro si fece una grande risata, lei a disagio fece un sorrisetto ebete.

<Ariana>: sussurrò Lui, mentre le accarezzava la guancia destra <sei così giovane nei Mangiamorte. Devi sapere che non uccido per il gusto di farlo, tolgo la vita a chi mi delude. Questo è il Veritaserum>.

Ariana fece un sospiro di sollievo, poi gli propose: <Potreste usare la leggimanzia>.

Lui guardandola con dolcezza le prese il viso, ma quel tocco era violento, le unghie le entrarono nelle guance, ma al ragazza non si permise di fargli notare il male che gli stava facendo.

<Ariana, per quanto da parte tua è ammirevole che desideri darmi consigli, non farlo mai più >: le sussurrò Voldemort mentre erano davvero molto vicini.

Il sangue di lei gli colò sulle mani, così vicino a lei, Voldemort sentì un calore che mai prima aveva trovato. "Il calore della ragazza più bella che esiste": pensava lui.

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