17. Ti scatterò una foto

697 33 41
                                    

📌 Tiziano Ferro


Siamo figli di mondi diversi

Una sola memoria

Che cancella e disegna distratta la stessa storia


Charles riapparve sulla Terra.

Ancora con la bocca spalancata nel tentativo di parlare a Camille, ancora con gli occhi sbarrati, ancora con la paura ancorata come un macigno sul cuore. La testa gli girava ferocemente, a causa della materializzazione avvenuta così rapidamente.

Si guardò intorno, nella speranza di trovare la sua amata Cami con lui.

Poi si ricordò di cosa lei avesse fatto. L'aveva salvato, l'aveva protetto e gli aveva garantito una sicurezza per l'eternità. E in cambio di quello aveva dato via l'unica possibilità di realizzare il proprio sogno.

Ora capiva anche come mai lei non avesse provato ad esaudire il suo desiderio prima. Sapeva che in caso di pericolo, quel favore sarebbe servito. Non gli aveva spiegato il vero motivo del suo continuare a rifiutare perché sicuramente sapeva che lui non avrebbe accettato.

E Camille aveva fatto di testa sua. Aveva preso quella decisione per entrambi ed aveva messo qualcun altro davanti a sé stessa ancora una volta. Ma dove l'aveva portata quella scelta alla fine?

All'Inferno.

Camille era all'Inferno ed era tutta colpa sua.

Era tutta colpa sua per essersi innamorato di lei. Era tutta colpa sua per averle rovinato la vita. Era tutta colpa sua se ora lei si ritrovava a patire una punizione per l'eternità. Era solo colpa sua.

Si buttò in ginocchio per terra, stringendo i pugni e poggiandoli contro il pavimento freddo. Lo stesso pavimento in cui Camille era caduta, sotto il chiodo che continuava ad avere piantato nella schiena.

Ogni secondo che passava a guardare quella casa gli provocava un dolore sordo al cuore.

La sua Camille.

La sua Camille non c'era più.

Non avrebbe mai più potuto vederla, abbracciarla, baciarla, dirle quanto innamorato fosse. E questo perché la ragazza aveva deciso di sacrificarsi: lo aveva reso un essere dall'anima immortale e pura, a discapito del proprio sogno.

Sapeva di doverle essere grato, eppure non riusciva a non desiderare che lei non l'avesse salvato. Gli aveva promesso che avrebbero affrontato quella storia insieme, lottando contro tutti, e invece lo aveva lasciato indietro.

<<Camille>> sussurrò, a denti stretti <<Torna da me, ti prego>>

Non si sentì nessun suono. Nessuna battutina stupida. Nessuna risposta piccata. Nessuna risposta e basta. Niente di niente.

Lo aveva lasciato indietro.

Non era stupida, aveva capito perfettamente le intenzioni degli Angeli e aveva guadagnato abbastanza tempo da permettere ai propri poteri di rigenerarsi per poter chiedere il suo favore divino.

Suo padre l'aveva sottovalutata, il pilota se ne rendeva conto, e aveva continuato a ferirla facendo ciò. Però, in quell'occasione, la giovane creatura aveva tirato fuori le unghie per l'ennesima volta. L'aveva sconfitto pur pagandone il prezzo.

<<Camille>> ripeté, stravolto.

La vista gli si era appannata mentre cercava di figurarsi l'Angelo davanti. Gli sarebbe bastato vederla, vederla soltanto, tuttavia la sua mente non voleva collaborare. Pareva quasi che questa si rifiutasse pur di non vederlo ferito e distrutto ancora una volta.

Darkside- Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora