19. Scrivile Scemo

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📌 Pinguini Tattici Nucleari


Vedi, non sono bravo a fare restare

Chi mi vuole bene, però so aspettare

E con te mi sa che lo farò


Charles saltò giù dalla macchina.

Il cuore gli batteva forte nel petto. Gli occhi lucidi si vedevano addirittura oltre la visiera del casco.

La gara era finita.


Qualche ora prima

Fin dal momento in cui si era alzato dal letto, Charles era stato nervosissimo. Gli tremavano le mani persino mentre si vestiva. Non era riuscito a prepararsi nemmeno la colazione: ci aveva pensato Lorenzo che, avendo saputo tutta la storia dal fratello e da Mikhail e Malakhin, aveva deciso di accompagnarlo e supportarlo.

Quella non solo sarebbe stata la sua prima gara dalla depressione, ma anche la sua prima senza Camille a guardargli le spalle.

La ragazza era ancora rinchiusa nella sua cella e attendeva pazientemente che il tempo passasse. Era terrorizzata dall'idea che a Charles potesse succedere qualcosa, ma chiunque la guardava pensava che le sue preoccupazioni fossero rivolte solo a sé stessa.

Dopo aver parlato con il pilota quella singola volta, Camille non aveva più avuto l'occasione di dirgli niente, poiché non si erano incontrati. Ad averlo saputo, forse, lo avrebbe incoraggiato di più.

Avrebbe dovuto fargli uno dei suoi famosi discorsi motivazionali, ed invece era stata "zitta", preferendo ridere e scherzare piuttosto che tornare a fare la persona seria.

Il suo timore, a dire la verità, era anche un po' quello. Temeva che se avesse smesso di ridere avrebbe seriamente considerato l'idea di non ricominciare a farlo - soprattutto perché quella prigione la stava lentamente logorando e lei non lo dava a vedere, preferendo mostrarsi forte.

In più, si era accorta di una differenza, di un dettaglio anche in Malakhin. Non riusciva a capire cosa fosse, però. Aveva notato come lei nelle sue ultime visite indossasse i guanti, molto carini tra l'altro, tuttavia non era sicura che si trattasse solo di quello. C'era qualcosa che non andava.

Prima o poi le avrebbe fatto sputare il rospo!

Charles nel frattempo si era infilato la sua tuta da pilota e attendeva impazientemente il momento di salire in macchina. Il sedile della sua monoposto lo stava aspettando. Gli sembrava quasi di sentire anche il rombo del motore.

Incrociò le dita, poi se le portò alle labbra e vi stampò un bacio veloce - era una sorta di patto che avevano stabilito lui e Camille. Un rituale portafortuna, spiegato in parole povere.

Si poggiò la mano sul petto, sul lato sinistro, muovendola per tastare la pelle. Aveva attaccato la piuma di Lorenzo (o meglio, la piuma di Mikhail) con un pezzetto di scotch medico all'altezza del cuore. In caso di problemi, Mikh lo avrebbe aiutato, glielo aveva giurato davanti a Cami.

E Charles si fidava ciecamente di lui.

Fece gli ultimi esercizi di stretching con Andrea e, dopo un rapido saluto a Pierre, che gli era passato davanti mentre camminava verso il proprio box, si calò il casco in testa. Si sentiva mancare l'aria, ma nonostante tutto non esitò.

Darkside- Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora