四十八

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Stavamo camminando su un sentiero illuminato da alcuni piccoli lampioni. Sembrava una favola. A destra erano presenti delle piantagioni di riso, grano e pomodori.

Nonostante le luci, era possibile vedere tutte le stelle.

-Vieni, siamo quasi arrivati- disse trascinandomi verso una divisione dal sentiero, stavolta non illuminato, strinsi la sua mano e lo seguii.

Camminammo per una quindicina di minuti al buio, non si vedeva nulla e a metà tragitto mi fermai perché inciampai su un sasso. -Stai bene?- chiese accovacciandosi verso di me. Guardò il mio ginocchio ormai sbucciato. Sospirai e poi poggiai le mani sulle sue spalle, e dopo aver fatto un cenno al mio ragazzo, ci alzammo. -La mia solita fortuna- sorrisi io stringendo tra le dita della mano la sua spalla. Lui mi prese per mano ma notò che mi faceva comunque male caminare. -Dai sali, ti porto io fino alla nostra destinazione- rise leggermente accovacciandosi davanti a me, di spalle, come aveva fatto in passato, la volta in cui caddi sul marciapiede.

Sorrisi e mi misi a cavalluccio su di lui. Strinsi le mie braccia a lui e lui fece la stessa cosa con le mie cosce.

-Mi dici dove stiamo andando? È tutto buio- dissi io poggiando la guancia sulla sua spalla, rivolgendo il mio viso verso il suo.

-È una sorpresa, e siamo quasi arrivati- si voltò verso di me, e sorrise socchiudendo gli occhi, come suo solito.

Annuii felice e continuò a camminare.

Arrivammo davanti ad un piccolo gazebo. Era tutto immensamente illuminato. Erano presenti delle lanterne, delle candele, e dei piccoli lampioncini che illuminavano tutto, mostrando ai miei occhi, ciò che mi aveva riservato Jeno.

Mi fece scendere, prima di salire sul grande telo bianco, su cui erano posti un divanetto beige e una piccola busta stavolta gialla. Stonava con tutto, e questo me la fece notare.

Si avvicinò al telo, tenendomi per mano, e si tolse le scarpe e salì sulla distesa bianca, per poi accucciarsi e slegare le mie, aiutandomi così a raggiungerlo.

-Wow- sussurrai guardando il tutto e poi guardando lui negli occhi.

-Ti piace?- chiese aggiustando con le mani il divanetto e i cuscini al di sopra. -Quando lo hai preparato?- chiesi sorridendo e raggiungendolo. Mi sedetti sulla superficie morbida, e solo allora notai un piccolo, piccolissimo proiettore che verteva su un lenzuolo bianco disteso verticalmente.

Non ci credevo. Era davvero stupendo.

-Ah questo rimarrà un segreto- sorrise portando un braccio dietro alle mie spalle, e stringendomi a lui. -Quando arriviamo a casa, ti disinfetto le ferit- non lo lasciai finire. -Posso farlo da sola, non devi preoccuparti per tutto- gli accarezzai i lineamenti del volto, a dir poco perfetti.

Lui sorrise e mi diede un bacio a stampo all'angolo della bocca. -Che cosa è quella busta?- chiesi dopo poco, notandola ancora nascosta, dietro di lui.

*Jeno*

Ero nervoso. A dir poco. L'ansia mi stava divorando. Sapevo che era una cosa bella, o almeno lo pensavo, e speravo. Jisung mi ha aiutato, insieme a Jaemin. Avevo pianificato tutto. Sarebbe stata una serata tra noi, come non la passavamo da un sacco di tempo. L'avrei portata qui, il mio piccolo posto di quando ero più piccolo, e venivo insieme a Chenle e agli altri.

Avremmo visto un film, o uno dei suoi drama preferiti: "Hi, Bye mama" se lo stava guardando da un po' ma è rimasta ferma all'episodio 7. Non mi ha mai voluto dire il motivo della sua pausa. Una volta l'avevo sorpresa avere tutti gli occhi e il naso rossi, aveva pianto, ma appena mi aveva visto entrare in camera sua, si era asciugata tutto, e cercava di non farsi vedere da me.

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