11. IL FALÒ

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Ieri sera è stata una serata stupenda: mi sono fidanzata con Brandon, il ragazzo che mi ha fatto battere il cuore sin dal principio!
Un sogno che è diventato realtà.
Mi svegliai con il sorriso, non sono mai stata così felice in tutta la mia vita.
«Buongiorno!» mi rivolsi a Louise con molto entusiasmo.
«Giorno. Come fai ad avere tutta questa energia? Sono le 10:00 a.m., ieri siamo andate a dormire alle 2:00 a.m. Ho ancora sonno.»
«Dai, Louise! Andiamo a fare colazione.» dissi tirandola per il braccio.
«Non mi va, voglio dormire.» rispose e mise la testa sotto il cuscino.
Squillò il mio cellulare, era Brandon.
«Buongiorno.» mi disse lui, con un tono dolce e calmo.
«Ciao, amore.» sì, l'ho chiamato "amore". In quel momento mi sono sentita alquanto strana. Non ne ero abituata, ma non mi importava.
«Vi va di venire al mio appartamento? Così staremo insieme.»
«Ora chiedo a Louise, ma so già che sarà d'accordissimo.» vado da Louise, che stava ancora dormendo, e le parlo dell'invito. Lei fece un verso, facendomi capire che era assolutamente d'accordo. Così lo dissi a Brandon.
«Certamente, ci saremo.» aggiunsi.
«Bene, venite verso le 5:00 p.m. in "AVENUE ANGEL".»
«Va benissimo.»
«Dimenticavo di dirti che c'è Jason con noi.»
«Perfetto per Louise.» dissi a bassa voce e ridemmo. «Ci vediamo oggi.» aggiunsi. Ci salutammo e attaccai. Svegliai Louise, anche se continuava a fare storie. Finito di prepararci andammo a fare colazione. Avevo una gran fame!

Louise però era alquanto scocciata, così decisi di dirle, per renderla più sorridente, che:
«Ci sarà anche Jason oggi, con noi.» le dissi, prendendo un cornetto. Lei si girò lentamente verso di me, con il boccone ancora in bocca.
«Che?» chiese lei, anche se aveva già capito ciò che avevo detto. «Perché me lo dici solo ora? Dovrei cambiarmi? Non so se questo completo mi convince? Oddio, aiutami!» era abbastanza agitata.
«Comportati come fai sempre, sii sempre te stessa, e, soprattutto, non fare l'errore che feci io con Brandon.»
Non posso credere che Louise stia chiedendo consigli a ME. Voglio dire, é sempre stata lei a darmi delle dritte, adesso lei é in ansia per un ragazzo. Allora le piace davvero!
Jason ha 18 anni, ha degli scurissimi occhi marroni e i capelli neri. Sotto certi aspetti assomiglia molto alla mia amica: non é per niente timido ed anche lui ha sempre il sorriso sulle labbra, e anche lui ama trascorrere il tempo con i suoi amici. È il miglior amico di Dave, ed anche lui è di Los Angeles, così hanno deciso di trascorrere quest'estate insieme.

Finito di fare colazione, chiesi a Louise se avesse voglia di andare in spiaggia.
«Puoi andarci tu, io vado in camera.» mi disse lei.
«Dai, vieni anche tu. Cosa faccio da sola?» aggiunsi.
«Non mi va. Non insistere!» rispose salendo le scale. Questa volta non prese l'ascensore, non so nemmeno io il perché.
La seguii, per capire il motivo del suo comportamento: Louise oggi era proprio strana!
«Ma che hai?» chiesi cercando di farla calmare. Non so per quale motivo, faceva avanti e indietro per la stanza.
«Non riesco a non pensare a Jason, è nella mia testa!» confessò, e finalmente smise di camminare.
«Ti capisco perfettamente, ci sono passata anch'io.»
«Non so che fare, oggi non me la sento di venire.» si buttò sul letto.
«No aspetta Louise: fammi capire, tu fino a ieri mi dicevi sempre come comportarmi con Brandon; mi davi sempre consigli per poter parlare con lui, mi dicevi sempre che dovevo essere forte, anche se in realtà ero debole, e tu adesso mi stai dicendo che hai paura di andare da Jason perché non te la senti? Cercherò di parlarti come tu parlavi con me, fino a qualche giorno fa: noi andremo lì, tu farai finta di nulla e se lui ti rivolge la parola, gli parli, come se lui fosse per te un semplice amico.»
«E va bene.» mi rispose a tratti «Lo faccio solo per te.» aggiunse e sorrisi.
Passammo quasi tutta la mattinata in camera a vedere la televisione e sfogliare delle riviste.

Mancava poco quindi Louise iniziò a prepararsi, e anch'io feci lo stesso. Louise era particolarmente agitata: non sapeva quale vestito la rendesse "più bella", anche se per me, era bella indipendentemente da ciò che indossava. La consolai e cercammo insieme ciò che poteva mettere: alla fine optammo per un jeans nero, non troppo strappato ed una maglia a maniche corte nera, che avevamo preso qualche giorno fa in un negozio, qui a Malibu.

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