23. GLI ULTIMI MOMENTI

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Tra non molto saremo tornati ad Austin. Ero felice, perché rivedrò i miei nonni, però la malinconia nel lasciare questo posto era forte: la California mi ha riavvicinato a Brandon; é in California che mi sono sentita amata da qualcuno. Mi dispiace anche per Louise, dato che non vedrà Jason per un po'.

La mattina seguente mi svegliai con una chiamata di Brandon:
«Joanie, per caso oggi potete venire al mio appartamento?» mi chiese, aveva un tono stanco, probabilmente anche lui si era alzato da poco.
«Non so, perché?»
«Sai, oggi arrivano i miei, pensavo che non sarebbe una cattiva idea conoscerli, e magari parlare con loro.»
In quel momento, la sanità mentale abbandonò il mio corpicino.
«Ehm, ok, sì, certo, ottima idea, grazie per l'invito, non mancheremo.» dissi, velocemente, senza nemmeno prendere fiato tra una parola e l'altra.
«Ok, cosa c'è che non va ora?» si era accorto del mio panico. Beh, diciamo che non l'avevo nascosta bene.
«Assolutamente niente. Tranquillo, a dopo.»
«Ok, a dopo.»

Ero in ansia. Praticamente ero morta.
Louise esce dal bagno (nemmeno mi ero accorta che non fosse a letto). Mi guarda e mi chiede:
«Cosa voleva Brandon?»
«I suoi genitori, arrivano oggi. Ci ha chiesto di andare da lui a conoscerli.»
«Ma é meraviglioso, non sei contenta?»
«Non proprio, la mia é preoccupazione, piuttosto.»
«Non pensarci. Ora va' a prepararti, vado a dirlo a mamma.»
Mi siedo sul letto, con le coperte che mi avvolgevano le gambe, e i capelli in disordine.
Dopo aver fissato il vuoto per due minuti, mi alzo dal letto e vado in bagno per una doccia sbrigativa, dato che non avevo intenzione di fare tardi e fare brutta figura con i suoi.
Uscii dal bagno, pulita e idratata, corsi verso l'armadio, cercando qualcosa di sobrio da indossare. Louise, nel mentre, entrò dalla porta della camera per informarmi del fatto che Jasmine ci avrebbe accompagnate.
Guardai l'armadio per un po': NON SAPEVO COSA METTERE. Pensai che forse indossare un vestito da serata non sarebbe stata una buona idea se avessi voluto fare bella figura con i genitori di Brandon. Se l'avessi indossato, mi avrebbero preso per una facile (e, solo per intenderci, NON SONO UNA TROIA COME CORINNE).
Cercai ovunque qualcosa di decente, e, alla fine, optai per paio di jeans, a vita alta, con una cintura nera e la T-shirt che comprai con Louise all'aereoporto, prima di prendere quel benedetto volo, che mi avrebbe portato in questa città stupenda, piena di emozioni e amore.

Ero preoccupata: avrebbero potuto pensare che tutto ciò che é successo alla centrale fosse stata colpa mia. Non avrei potuto sopportare tutta quella pressione.

Iniziai a parlare allo specchio, come se davanti a me ci fossero i suoi genitori.
«Joanie, va tutto bene?» chiese Louise, come se non sapesse il motivo della mia ansia.
AH NON SAPREI!
«Ehm, direi di no.» le risposi
«Ascoltami, conoscerai i genitori di Brandon, non la morte in persona. Prima o poi questo momento sarebbe arrivato, per cui cerca di calmarti.» ma secondo voi, riusciva a calmarmi?
«Cerchi sempre di rendere tutto più facile, non é vero?» dissi, continuando a guardarmi allo specchio sorridendo lievemente «Louise, se dovessero pensare che la colpa di tutto fosse mia? E se iniziassero ad odiarmi solo per questo motivo? Cosa dovrei fare?»
«Joanie, secondo te, Brandon ha parlato male di te ai tuoi genitori? Secondo te, ha detto ai suoi che tutto ciò é successo a causa tua?» in effetti aveva ragione «Brandon non è stupido, tiene a te, e l'ultima cosa che vorrebbe é farti odiare dai suoi stessi genitori. Per cui ora, va' a metterti le scarpe e non preoccuparti.» disse voltandomi e spingendomi via, ridendo.
«Ai suoi ordini.» ridemmo.

Indossai le scarpe, e mi recai nella stanza di Jasmine, per dirle che eravamo pronte.
«Jasmine, possiamo andare!» dissi con molto entusiasmo, ma ero anche ansiosa.
Mi fece cenno con la testa che era pronta.
Uscimmo dalle nostre stanze, prendemmo l'ascensore e uscimmo dall'albergo. Andammo a piedi, non so per quale motivo, l'unica cosa che so é che le gambe mi tremavano come foglie.
«Calmati, ti prego!» esclamò Louise mentre ci dirigemmo da Brandon.
Come potevo, rimanere calma?! Per Louise é facile parlare: lei non sta incontrando i genitori di Jason!

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