27. QUANDO MENO TE L'ASPETTI

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Non capivo cosa significasse quella notifica e mi avvicinai per capire.
«Mi spieghi cos'è successo?» le chiesi abbracciandola: era la prima volta che la vidi così distrutta, come se le fosse crollato l'intero mondo addosso.
«Niente di grave.» scorse il dito sullo schermo del cellulare e cancellò la notifica.
«Louise, vuoi prendermi in giro?» le dissi, innervosendomi «Devo ricordarti di tutte quelle volte in cui hai dovuto togliermi le parole di bocca? Di quelle volte in cui mi forzavi a parlare con te? Io insistevo nel dire che non avessi niente, ma tu già sapevi che in realtà non era così, ed era evidente. Adesso ci troviamo nella stessa situazione, però tu sei al mio posto, e ora sono io a voler aiutare te. Quindi ti prego, dimmi cosa é successo.» cercai di aiutarla, per quanto mi fosse possibile. Lei non parlava, rimase in silenzio per un po', così mi rassegnai e feci per uscire dalla tenda, dicendole: «Se vuoi parlare con me, sappi che ti ascolterò.»
Ero praticamente uscita dalla tenda, probabilmente voleva solo rimanere da sola per un po'. Andai da Brandon, per dirgli cosa ho letto in quella notifica, ma lui non sembrava molto sorpreso: mi guardava come se fosse già a conoscenza di tutto.
«Brandon, perché sembra non ti interessi minimamente?» la sua espressione mi diceva questo: indifferente.
«No, assolutamente, ovviamente mi dispiace per lei.» disse.
«Scusami, allora cos'hai?» stavo per perdere la pazienza: sembrava che non gli importasse nulla, o almeno così sembrava.
«Mentre eri entrata nella tenda a capire cosa avesse Louise, Jason mi ha inviato un messaggio.»
«E cosa ti ha detto?» sapevo cosa fosse successo, ma speravo mi stessi sbagliando. Non poteva essere ciò che pensavo...
«Beh, Jason le ha mandato un messaggio, mentre noi eravamo sdraiati a guardare il cielo. Le ha detto che non riesce a reggere la distanza e che non poteva stare con lei.»
Non sapevo proprio cosa dire. Non volevo finisse così, Louise é l'ultima persona a cui augurerei una cosa del genere.
Ma la domanda è: perché? Come mai questa decisione?

Corsi immediatamente da Louise, ero indecisa se riferirle il fatto che sapessi già tutto.
Mi avvicinai e mi sedetti accanto lei.
«Louise, voglio che tu sappia che per qualsiasi cosa, io sarò al tuo fianco: non ti volterò mai le spalle, anche perché non lo meriteresti, dopo i tanti anni passati insieme, dopo i tanti anni in cui mi hai difeso e sopportata. Se hai bisogno di parlare, io ti ascolterò sempre, indipendentemente dalla situazione. Se adesso vuoi stare da sola, rispetto la tua decisione.» le dissi, cercando di mantenere le lacrime. Aspettai qualche secondo, ma ricevetti solo il silenzio come risposta, per cui, rassegnata, mi alzai, ma lei mi richiamò:
«Joanie.» disse «Tu sei la persona più importante per me. Non sei un'amica, sei una sorella. Mi sei sempre stata vicino, e ho sempre cercato di fare altrettanto. Sarebbe da stupidi nasconderti qualcosa, dato che non avrebbe senso, anche perché l'avrai capito dal pianto e dal mio silenzio che c'è qualcosa che non va.
Sì, lo sai già, Jason mi ha mollata. Sì, sono triste, sono davvero triste, ma effettivamente la distanza era un problema, l'ha detto anche lui. L'unica cosa che mi sfugge é una promessa che mi ha fatto in California che non ha mantenuto: 'Non voglio farti soffrire'.» concluse Louise, tra un respiro rumoroso e l'altro.
«Ma perché? Meno male che non voleva farti soffrire!»
Non disse più nulla. Mi guardò per un paio di secondi, e mi abbracciò, scoppiando in un pianto ininterrotto.
«Louise, non ne vale la pena. Jason é innamorato di te. Non ti ha lasciata per colpa tua, semplicemente non era capace di continuare senza averti accanto a lui. Vedrai che un giorno si pentirà di tutto questo. Un giorno lo vedrai sotto casa tua, strisciando ed implorandoti di tornare insieme a lui. Sarà una tua scelta se perdonarlo o meno, ma sappi che, qualsiasi scelta tu prenderai, io sarò con te, ad aiutarti a rialzarti quando cadrai. É questo che fa un'amica, non ti volta mai le spalle.»
Louise si alzò, mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò fuori.
Brandon entrò nella tenda, guardandomi sorridendo. Aveva probabilmente sentito il mio discorso, ma andava bene così. Ci sdraiammo, per poi crollare in un sonno profondo.

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