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Harry guardò con un espressione seria Louis, concentrato a tagliare il pane.

Il riccio sospirò incrociando le braccia al petto, e Louis lo guardò con la coda dell'occhio.

« Si può sapere perchè mi uccidi con lo sguardo? Non mi vuoi qui?»

« No»

Louis sorrise mettendo le fetti di pane appena tagliate nel cestino, che poi portò al tavolo. Harry alzò un sopracciglio.

« Io non capisco! Ti dico che non ti voglio, e invece ti ritrovo sempre fra i piedi. Ma perchè fai così? Mi hai praticamente imposto la tua presenza! Non è così che ci si comporta!»

Louis sospirò.

« Penso di avertelo già detto, che di regole, step, o modi di fare, non me ne frega niente! Io faccio quello che voglio, quando voglio, e come voglio»

Harry non cambiò espressione, ma si avvicinò a lui. Louis non si mosse di un millimetro, aspettò di sentire cosa avesse da dire.

« Tu non mi dai ordini. Tu non conosci me, io non conosco te. Ci ho messo troppo tempo e impegno per essere libero. E tu non mi imporrai niente, intesi?»

Louis si morse il labbro inferiore. Dio... Amava quella tensione che si creava con lui.

« Se non mi volessi qua, mi avresti già buttato fuori da qui a calci nel sedere... E se non mi volessi, me lo diresti con un pò più di convinzione, e io rispetterei benissimo la tua scelta.»

Harry alzò un sopracciglio e sospirò quasi sconvolto, borbottando qualcosa, andando a prendere l'acqua. Louis sorrise di nuovo, involontariamente.

Riempì i piatti con la cena ed entrambi si sedettero al tavolo.

Incominciarono a mangiare, in silenzio per un pò.. Harry aveva lo sguardo basso.

Louis lo guardò prima di versargli da bere.

« Cosa vuoi fare per la tua biblioteca?»

« Che intendi?»

« E' la prima volta che ricevi quelle minacce?»

Harry sospirò alzando le spalle con nonchalance. Louis aggrottò le sopracciglia.

« Guardami»

Il riccio si morse prima il labbro inferiore, e dopo qualche secondo lo guardò.

« Voglio aiutarti, ma ho bisogno di sapere tutto»

« Non ti ho chiesto aiuto»

« No, è vero. Ma d'altronde quando mai lo fai?....»

Harry abbassò di nuovo lo sguardo.

« ...Ti fidi mai di qualcuno, Harry? Trovi mai pace?»

Il riccio chiuse un attimo gli occhi per poi alzarsi dal suo posto e fare un paio di passi più distante dall'altro. Poi si girò a guardarlo.

« Cosa vuoi da me?»

Louis si alzò a sua volta.

«  Che intendi?»

« E' semplice! Sto parlando la tua stessa lingua, mi pare! Che cosa vuoi da me! Perchè ti sei fissato con me? Non fai altro che girarmi intorno! Mi imponi la tua presenza! Ogni volta che apro la biblioteca, tu sei già lì fuori! Oggi ero chiuso, e sei entrato comunque!..»

Si passò entrambe le mani fra i capelli, richiudendo gli occhi. Louis rimase in silenzio, sapeva che non aveva finito.

«... Sei qui da due giorni praticamente, e ti comporti come se conoscessi questo posto da mille anni. Non è così. Te ne sei andato, non conosci più le persone che sono in questa città. Torni qui e pretendi che le cose siano rimaste le stesse.»

« Ok, sono appena tornato. Hai messo ben in chiaro il tuo disgusto su questo particolare. Ma ora sono qui, Harry, e voglio aiutarti! Non capisco perchè qualcuno potrebbe volercela con te, non so perchè sei stato da solo fino adesso. Voglio solo conoscerti.»

« E torniamo di nuovo al punto di partenza. Perchè?» sbottò. Louis fu travolto dai suoi sentimenti. Era frustato, a disagio... Non capiva. Che cos'era successo nella sua vita da ridurlo in quel modo? Sembrava sul punto di scoppiare.

« Perchè ti senti a disagio quando l'unica cosa che vorrei è aiutarti?»

Harry drizzo la schiena e prese un respiro profondo.

« Basta... Vai via. Non ne posso più. Lasciami in pace. Non... Non venire»

« Harry..»

« Via!» sbottò di nuovo. Louis rimase in silenzio un paio di secondi prima di annuire e andarsene controvoglia.

***

Harry superò un grande tronco caduto a terra, che sbarrava uno dei sentieri del bosco. Stava correndo da ore, da prima che nascesse il sole. Con le cuffie nelle orecchie, una tuta nera e i pensieri altrove, non si guardava neanche intorno. Non vedeva Louis dalla sera prima. Si era pentito di averlo mandato via in quel modo e neanche sapeva perchè. Non si faceva problemi a comportarsi così con gli altri, allora perchè si sentiva in colpa per averlo trattato come se fosse stato uno sconosciuto qualunque.

Sentiva che c'era qualcosa che lo legava all'altro, ma non capiva.

Arrivato alle rive di un fiume, si fermò e si passò una mano sulla fronte, togliendosi il sudore, dopo si inginocchiò e allungò la mano verso l'acqua, quando sentì una strana sensazione spiacevole, proprio alle sue spalle. Girò lentamente lo sguardo. Sussultò quando vide tre lupi. Erano girati verso di lui e sembravano volessero attaccarlo, perchè il loro sguardo e il loro atteggiamento non prometteva nulla di buono. Harry alzò piano una mano, togliendosi le cuffie dalle orecchie.

Il suo corpo incominciò a produrre grosse quantità di adrenalina, e il cuore incominciò a battere più velocemente, mentre la salivazione si azzerava. Bloccarsi, Fuggire o combattere. Erano queste le alternative. Ed Harry non era il tipo di persona che rimaneva fermo a subire.

Prese un respiro e sussultò di nuovo quando uno di quei lupi incominciò a ringhiare.

« Calma, bel... grande... lupo... Non ti ho fatto niente, ed io non sono buono da mangiare.»

Il lupo fece un passo avanti, ringhiando un'altra volta. Harry sussultò di nuovo e pensò a una via di fuga. Ma come avrebbe fatto a sfuggiare a tre lupi?

« Che palle» borbottò guardando di sfuggita la corrente del fiume. 

Bastò solo un attimo, e uno dei lupi lo attaccò mordendolo a una gamba, forse pensando che Harry sarebbe scappato.

Il riccio urlò di dolore per poi cercare di staccarsi dal lupo, mentre il sangue fuoriusciva copioso e l'animale si sporcò tutto il muso del suo sangue.

In un momento di lucidità vide un sasso a poca distanza da lui. Lo prese con le ultime forze che riuscì a trovare, proprio mentre vide gli altri due lupi raggiungerlo. Colpì velocemente il lupo ancora attaccato a lui, si staccò mugolando dal dolore.

Harry si trascinò verso il fiume e ci cadde dentro, allontanandosi dai lupi, cercando di raggiungere l'altra sponda del fiume, ma aveva perso parecchio sangue, e forse il lupo lo aveva ferito a livello di un'arteria. Si sentiva debole. Si girò un attimo a guardare la sponda del fiume dove erano i lupi. Lo guardavano, facendo avanti e indietro lungo la sponda. Harry gemette di dolore chiudendo gli occhi per un attimo, poi prese un respiro e raggiunse con fatica la riva. Arrivò a uno scoglio, ancorandosi ad esso e chiuse di nuovo gli occhi.

Stava per perdere conoscienza. Ne era certo. Era senza energie. La sua presa intorno allo scoglio divenne più leggera.

Non sapeva quanto tempo passò, sapeva solo che aveva tanto freddo e si sentì trascinare via dalla corrente.

***

Destiny - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora