Capitolo 33

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Si portò per l'ennesima volta quella sigaretta malfatta alle labbra. Aspirò il fumo e gioì dentro, sentendolo bruciare in gola. Lo soffiò fuori e socchiuse gli occhi guardandosi attorno. Si sentiva dannatamente solo. Non aveva più amici, da quando Jade era entrata nella sua vita, eppure sentiva come se da lei dipendesse tutto. Casa sua non era molto grande, ma su quel balcone passava la maggior parte del suo tempo. L'aveva visto crescere, lo accoglieva da quando vi si rifugiava, da bambino. Vedeva l'inizio e la fine della strada, da lì. Si sentiva quasi il protettore di quella strada, da quel terrazzo. Sorrise, sentendosi quasi ridicolo, lì, appoggiato sulla ringhiera con le braccia. Si portò ancora la sigaretta alle labbra, aspirò.

- Sai, fa male. - Shawn rise.

- Molte cose fanno male, Aaliyah. - sorrise girando la testa verso la sorella minore, dietro di lui. Lei sorrise, affiancandosi al fratello.

- Sapevo che non stavi bene.

- Sto benissimo, invece. - lei sospirò, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

- Dove sono finiti i tuoi petulanti amici? Una volta erano perennemente qui... sempre... costantemente. - lui rise. Sapeva quanto la sorella odiasse i ritrovi dei suoi amici a casa sua. Si portò la sigaretta alla bocca e aspirò ancora. Trattenne un po' il fumo e lo soffiò fuori, colpendo più volte la sigaretta per far cadere la cenere giù da quel balcone. La guardò un attimo cadere, poi rispose con più naturalezza e calma possibile.

- Io e Bradley ci siamo picchiati, qualche settimana fa. - si rimise la sigaretta tra le labbra. Sua sorella rimase un attimo in silenzio.

- Come mai? - Shawn alzò le spalle.

- Per una ragazza.

- Ah, così ti sei innamorato... - Aaliyah rise, prendendolo in giro. Shawn rispose, soffiando fumo che gli faceva lacrimare gli occhi.

- Avrei preferito evitarlo.

- Per Bradley? - lei si appoggiò alla ringhiera. - Vi chiarirete, prima o poi. - Shawn scosse la testa.

- Non penso, no.

- E tutti gli altri? - lui alzò le spalle.

- Dalla sua parte, credo. - detto questo spense la sigaretta sulla ringhiera e la lanciò di sotto. - Lasciami solo. - sua sorella lo guardò un attimo, indecisa, poi sorrise triste e rientrò in casa. Shawn rimase lì, con lo sguardo fisso sulla strada, come quando era bambino. Il lampione illuminava fiocamente il marciapiede dove una volta giocava a skateboard con Connor, illuminava la strada, illuminava fiocamente la panchina dove Tristan se ne restava seduto a mangiare, illuminava il punto in cui lui e James lasciavano sempre le biciclette e illuminava il suo passato dove la risata di Bradley gli attraversava roca la mente. Ma sotto quel lampione, quel giorno, non c'era nemmeno una persona, e lui restava li, a illuminare il vuoto. Perché, sì, Shawn era solo.

[...]

La porta gli si spalancò davanti e una diciottenne lo guardava imbestialita sbattendo continuamente il piede per terra. Tristan rimase a guardare Perrie con le chiavi in mano e la mano a mezz'aria.

- Che c'è? - le chiese. Sua sorella lo guardò storto.

- C'è Bradley. - Tristan sospirò. - Ma non mi pare molto... normale, ecco.

- Che intendi?

- É ubriaco. - concluse lei entrando in casa e lasciandogli la porta aperta per farlo entrare.

- Tris! - Bradley gli si avvicinò barcollando e si appoggiò completamente a lui, ridendo. - Come stai, amico? - il biondo storse il naso a causa dell'odore di alcool nell'alito dell'amico. Lo guardò, incuriosito.

Troppo Speciale Per Essere Mio|| Little Mix & The VampsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora