Izuku sentì un improvviso peso nel petto.
Di scatto, si posizionò seduto sul materasso che fino ad un attimo prima aveva ospitato la sua intera figura distesa.
- che succede? - chiese Katsuki, allarmato.
- niente. - ricevette in risposta - solo che... all'improvviso, è come se avessi sentito un vuoto nel petto. Un rimorso. -
"Un rimorso?" Pensò Katsuki.
- non sei felice qui, con me? -
- non è questo. - lo ammutolì voltandosi Izuku. - non riesco a spiegarlo. Forse è solo un dolore passeggero, di quelli normali che a volte vengono dal nulla. -
Il biondo sembrava preoccupato. Poggiò saldamente le mani sul materasso poco prima creato e fece forza, sollevandosi così a sedere accanto all'altro.
"Va tutto bene?" Era la domanda che avrebbe voluto fare, ma tali parole mai uscirono dalla sua bocca, frenate dallo sguardo di Izuku. Il biondo infatti fissava il volto dell'altro e lo sguardo del giovane lentigginoso era posato sulla sua mano destra.
- da quanto tempo siamo qui? - chiese poi questo, incontrando lo sguardo di Katsuki.
- non lo so, il tempo qui sembra infinito, indeterminato. - fece una breve pausa - per quanto passarlo con te renda brevi le giornate, qui non c'è né notte né giorno. -
Izuku distolse lo sguardo, puntandolo nuovamente in basso.
- Già. - rispose, lasciandosi dietro con quella parola un vuoto silenzioso.
Katsuki, non sapendo come agire, cinse da dietro il busto dell'altro con le braccia e, in silenzio, cercò di capire la situazione. Sebbene consolare gli altri non fosse il suo forte, si stava impegnando.
Poggiando il mento sulla spalla di Izuku, provò ad imitare la traiettoria del suo sguardo, e improvvisamente si bloccò.
Entrambe le mani dei due erano molto vicine, ma ciò che catturava l'attenzione era ovviamente il filo rosso.
Katsuki era stato così preso dal bellissimo luogo immaginario e da Izuku, che quasi si era dimenticato dell'elemento più importante. Il filo era sempre stato lì, e mai se ne era andato. Li aveva osservati per tutto quel tempo, silenzioso. Tempo prima, i due ragazzi avevano sperato che quel nodo formatosi sul luminoso e rosso filo fosse un buon segno, un legame.
Ma quel legame, ora, sembrava diventare troppo stretto, soffocante.
Eppure, quando era in compagnia di Izuku, Karsuki si sentiva tutt'altro che soffocato, si sentiva libero. E allora che cosa indicava quel rosso e spento filo ora, che aveva perso quell'elegante elasticità e al suo posto aveva legato nodi sfilacciati? Che cosa significava?
- Kacchan. - disse Izuku interrompendo il silenzio. "Sono felice che tu sia qui." Era ciò che voleva dirgli. Ma pensando profondamente a quella frase, non aveva alcun senso. "Chi è qui?" Nessuno, Kacchan infondo era solo la sua immaginazione. Che posto strano era mai quello? Un mondo di bellezza illusoria, fatta di miraggi che un giorno, prima o poi, sarebbero caduti su loro stessi rivelando una bianca e spoglia tela che era Izuku, la sua mente, le sue emozioni e i suoi sentimenti a gestire.
Quella tela l'aveva dipinta lui, e di questo era consapevole. Non c'era alcun 'Kacchan'; quello vero, lo aveva visto una volta prima di sparire e quei nodi sul filo ora spento gli facevano capire che mai più lo avrebbe rivisto.
"Se anche avessi avuto una chance, ora è persa."
Ma non gli importava. Quel Kacchan, anche se fasullo, lo rendeva felice. E questo era tutto ciò che il giovane desiderava.
- Izuku? -
Il ragazzo alzò il capo.
- Mi avevi chiamato - sussurrò Katsuki.
Izuku sorrise, abbassando subito il capo, stavolta voltandosi verso Kacchan. Quest'ultimo sospirò, strinse più forte l'altro ragazzo e, posatogli un dolce bacio sulla guancia parlò:
- Forse dovremmo tagliare il filo. -Izuku sobbalzò, e una morsa strinse il suo cuore. Alzò la testa con occhi sbarrati, e piano incrociò lo sguardo calmo del biondo. Provò a parlare, ma si ritrovò inspiegabilmente a tremare, non riuscendo a controllarsi, e la voce minacciava di uscire distorta e debole.
- Eh? - fu l'unica cosa che riusci a dire, seppur avesse capito benissimo cosa Katsuki intendeva.
- Ti sembra un legame sano, quello? - disse piano Katsuki, indicando con lo sguardo le loro dita. Izuku non fiatava. Si era sempre sentito solo nella propria vita e Katsuki era l'unico che aveva mai saputo dargli un appoggio, seppur illusorio. Se anche lui se ne fosse andato, che cosa avrebbe fatto? Che cosa sarebbe davvero successo se in quel mondo avessero spezzato il filo? Katsuki se ne sarebbe davvero andato? Forse il buon Bakugo del sogno sarebbe scomparso nel nulla, e Izuku non avrebbe mai più vissuto quel bellissimo inganno che una notte la mente gli aveva offerto. Perché quella richiesta, proprio ora che entrambi erano così felici? Perché proprio ora che izuku aveva deciso che la sua vita sarebbe stata lì, in quel creato sogno, insieme al perfetto Kacchan della sua mente?
- Ti voglio bene Izuku, non fraintendermi. - Riprese il biondo. - È stato bellissimo creare questo posto con te. Ma ora, forse, è giunto il momento di lasciarlo andare. Lasciami andare Izuku, voglio che tu sia felice in un mondo reale, non qui. - pensò un attimo, prima di concludere:
- Perché qui non sarai mai veramente felice. -
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The Red String
FanfictionE se la leggenda del filo rosso non fosse come tutti ce l'hanno sempre raccontata? °°°°°°°°°°°°°°°° Nonostante la storia si svolga in Giappone data la provenienza dei personaggi, il regolamento scolastico e la gestione delle scuole sono come quelle...