Finalmente Bakugo giunse a casa.
Avrebbe dovuto studiare, farsi una doccia, apparecchiare la tavola... Ma detto sinceramente non ne aveva la minima voglia.
Adesso desiderava solo riposarsi, così si buttò sul letto di schianto, lanciando la cartella da qualche parte remota della stanza: avrebbe studiato dopo.
Non che avesse sonno, in realtà.
Voleva solo stare da solo sul proprio letto e pensare. Pensare a come sarebbe potuta essere la sua vita da adulto, con magari una persona al suo fianco, magari la persona che gli era sempre piaciuta, magari Izuku...
Scosse la testa, voleva pensare a lui, sì, però gli sembrava un comportamento da maniaco pervertito. Non che facesse pensieri perversi, ma nel suo inconscio forse pensava che Deku, a lungo andare oggetto dei suoi pensieri, avrebbe potuto accorgersene, anche se ben sapeva che ciò sarebbe stato impossibile.
Chiuse gli occhi, scacciando il compagno di classe dalla propria mente. Si era imposto di dormire un'oretta, tanto per distrazione - non aveva fame - e poi sarebbe tornato a studiare. Non impostò la sveglia, troppo pigro in quel momento per alzarsi e prendere il cellulare. Così si addormentò, entrando nel mondo dei sogni.
Anche se questo non era il mondo dei sogni che conosceva; era diverso: era circondato dal nulla.
Il nulla.
Non ha forma né colore, è semplicemente il nulla.
E, intorno a questo nulla, si sentiva libero di camminare, libero di comandare il proprio sogno, perché sì, era consapevole che quello che stava facendo fosse un sogno nonostante, solitamente, non ce ne si possa rendere conto.
Camminò, spostandosi verso qualche meta inesistente, non trovando niente.
Quel posto dava i brividi, che sogno era mai quello?
Sospirò, portandosi una mano ai capelli, e fu in quel momento che lo vide: un filo rosso, legato al dito mignolo della mano... Destra? 'Non doveva stare sulla sinistra?' si domandò, stranito, per poi pensare a che razza di sogni stesse facendo: il filo rosso che connette le anime gemelle, cosa stava diventando Katsuki Bakugo, una ragazzina dodicenne alle prese con "crush"?
Tuttavia, quel filo non poteva ignorarlo.
Era curioso, e poi, in quello stupido sogno in cui non succedeva niente, quello era l'unico elemento rilevante, - o meglio, l'unico elemento e basta - così decise di seguirlo.
Katsuki non aveva mai creduto alle leggende, ma se adesso gli fosse spuntata davanti una bella ragazza, sapeva che si sarebbe arrabbiato non poco.
L'unica persona che voleva vedere dall'altra parte del filo era lui, la famosa "crush" della ragazzina dodicenne innamorata, Izuku Midoriya, o per lui - e solo per lui, avrebbe voluto Katsuki - Deku.
Continuò a camminare, seguendo quella scia rossa che lo portava chissà dove: neanche si fosse formato qualcosa di concreto in quel nulla, ogni centimetro che avanzava era un centimetro in più di nulla davanti a sé.
Si chiese quanto fosse lungo quel nastro, dato che sembrava non terminare più; ma proprio allora la vide, la fine del filo.
Era a terra.
E non c'era nessuno.
Neanche una traccia di verde, neanche una lentiggine.
E neanche quella bella ragazza che si era immaginato di trovare.
Era vuoto.
Che fosse un segno? Probabile.
O forse... Significava che doveva scegliere lui la sua anima gemella.
Chiuse gli occhi e si sforzò di pensare al suo lui - che poi, tanto uno sforzo non era - le sue iridi di giada, i suoi capelli che ricordavano folti cespugli, i suoi sorrisi, le sue continue lacrime che scendevano qualsiasi cosa accadesse...
Improvvisamente, pensando a lui, si ritrovò con uno strano desiderio: voleva abbracciarlo.
Voleva abbracciarlo come non si abbracciavano da tempo.
Avrebbe voluto tornare bambino, Bakugo, solo per poter giocare ancora con Deku.
Gli mancava, e la nostalgia causata dai suoi ricordi cresceva; così aprì di scatto gli occhi, sperando almeno di trovare qualcuno davanti a sé, ma così non fu.
Era ancora vuoto, quel posto.
Forse era perché avrebbe dovuto trattarlo meglio, solo allora forse avrebbe avuto qualche possibilità.
Se quel sogno davvero voleva dire qualcosa, Katsuki si sarebbe impegnato al fine di anche solo vedere Izuku tenere legato al dito quel filo immaginario, in mezzo al nulla.
Guardò per terra.
Il piccolo nodo, simile quasi ad un cappio, era lì immobile.
Katsuki tirò leggermente il filo per prenderlo in mano, ma questo non si mosse di un millimetro; sembrava come incollato al terreno fatto di niente. Così si abbassò cercando di afferrarlo, ma quello rimaneva lì, non importa quanta forza Bakugo ci mettesse.
E, anche se non ne capiva il motivo, Katsuki venne avvolto da una nube di sconforto.
Perché non si muoveva?
Non ne aveva idea; e guardò il suo mignolo: il filo si era accorciato, e comunicava direttamente con il piccolo cappio a terra. Mosse la mano all'indietro, ed ecco che il filo fu subito più lungo. Fece avanti e indietro con il braccio e con tutto il corpo qualche volta, finché non si stufò: era proprio in un sogno, succedevano cose strane, a quanto pare il filo era allungabile pur non essendo elastico. Bene.
Scosse il capo, annoiato.
Si domandò quando sarebbe tornato a casa, quando si sarebbe svegliato, ma neanche il tempo di finire la domanda nella sua testa che si trovò sul proprio letto, sdraiato e fermo, difronte il comodino.
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The Red String
FanfictionE se la leggenda del filo rosso non fosse come tutti ce l'hanno sempre raccontata? °°°°°°°°°°°°°°°° Nonostante la storia si svolga in Giappone data la provenienza dei personaggi, il regolamento scolastico e la gestione delle scuole sono come quelle...