15. Felice Ringraziamento... O forse no

80 1 0
                                    

Seduta dal mio letto osservo Phoebe preparare la valigia con nervosismo, freneticamente.
Prende i vestiti e li infila rapidamente. Uno dietro l'altro. Maglietta dopo maglietta. Vestiti su vestiti, nessuno che la convinca a fondo. Indecisa su quali trucchi possa portare e quali no. Quale rossetto è meno volgare dell'altro? Questo maglione è troppo scollato? Quale di queste camicie ti farebbe essere una suocera più orgogliosa?
"Finirai per far innervosire me" borbotto continuando a seguire i suoi gesti repentini.
"Mh?" Si volta confusa.
"Stai solo andando dai genitori di Colin, rilassati" cerco di tranquillizzarla.
Deve ritenersi fortunata che Colin non abbia alcun genitore in carcere o che la odi.
"Sai, stavo pensando che sarebbe carino invitarlo a stare da me per questo Natale..." dice prendendosi un momento dalla sua valigia.
"E poi saremmo finalmente di nuovo tutti insieme!" Esclama poi.
Esattamente.
Quest'anno Catherine, la madre di Pheobe, ha voluto organizzare un pranzo di Natale invitando me, mio padre, Ely e le sue mamme.
"Se non lo invitassi sarebbe l'unico a mancare all'appello" ridacchio.
"Adrian verrà?" Chiede incrociando le braccia al petto.
"Oh bè... Non glie l'ho chiesto. Mi piacerebbe molto che ci fosse, ma dubito che la sua famiglia ne sarebbe entusiasta"
"Non vogliono che stia da te?"
"Non saprei, anche lo scorso anno è mancato e la sua è una di quelle famiglie molto..."
"Tradizionali?"
"Non credo che "tradizionali" sia l'aggettivo più adatto, ma insomma tengono particolarmente al valore della famiglia e sono certa che non accetterebbero facilmente un altro Natale senza uno dei componenti"
Sempre che non manchi anche Rufus...
"Allora incrociamo le dita che riesca ad unirsi a noi" commenta.
Quest'anno il Natale a casa Baker sarà senza dubbio più problematico del solito.
Per non parlare che non muoio dalla voglia che Adrian viva il magone della sua situazione familiare in un momento di gioia e allegria come quello.
Tuttavia, a causa della delicatezza del momento che stanno vivendo, credo che difficilmente si tirerebbe indietro dallo stare con la sua famiglia ed io, per quanto contraria sia alle loro abitudini, non potrei che assecondarlo e supportarlo in quel caso.
"Ma torniamo a noi e al Ringraziamento... Sicura di non voler tornare a casa?" Cambia discorso sedendosi accanto a me.
Annuisco con convinzione.
"Io e Adrian abbiamo deciso di passarlo insieme. E poi non farei in tempo a raggiungere la Pennsylvania entro stasera anche se cambiassimo idea" le spiego.
In realtà trovo allettante l'idea di passarlo ancora una volta sola soletta con Adrian.
È come se avessimo una tradizione tutta nostra che io non vedo l'ora di rivivere anche il prossimo anno.
Certo lo scorso Ringraziamento è stato decisamente strano e averlo passato con un ragazzo che non sopportavo sembrava averlo reso meno memorabile, e invece senza accorgermene in cuor mio sapevo che quel ragazzo era tutto tranne che insopportabile.
Forse è per questo che non posso non avere che un ricordo piacevole di quella serata.
Avevamo passato il tempo a chiacchierare e conoscerci. Litigi a parte erano state davvero delle bellissime ore.
"A volte vivere dall'altra parte del paese è dura" osserva Phoebe rialzandosi per concludere la preparazione della sua valigia.
"Non che io mi stia perdendo granché a casa" borbotto.
"Per quanto tuo padre non sia una presenza stabile, sono certa che morirebbe dalla voglia di rivederti in questo momento" ribatte lei.
Phoebe, avendo vissuto tutta la vita con me, conosce mio padre tanto quanto lo conosco io.
Sa che non è un cattivo uomo, ma non è nemmeno il tipo di padre affettuoso che ha la necessità di telefonarmi ogni giorno, al contrario dei suoi genitori.
Chissà quando è stata l'ultima volta che Catherine è andata a trovare mia madre...
Cosa si saranno mai dette?
Joyce sa di me? È a conoscenza del fatto che io sappia che è viva?
Quando penso alla famiglia di Phoebe non posso fare a meno che domandarmelo.
Ho visto spesso Catherine durante l'estate, ma nessuna delle due ha più tirato fuori il discorso.
È come se Joyce fosse scomparsa ancora una volta.
Da un lato le sono grata per aver rispettato la mia volontà di silenzio, dall'altra la curiosità mi invade e vorrei sapere se esiste una risposta alle mie domande.
Spesso dinnanzi ai miei dubbi, mi ricordo che per quanto distante, mio padre scelse di non lasciarmi al contrario suo.
Questa consapevolezza mi aiuta a vederlo come l'uomo buono che è e senza ombra di dubbio come
il padre che vorrei e che in cuor mio so di avere.
Non mi da costantemente prova del suo affetto, ma ho smesso di cercarlo invano.
Mi limito a rispettare il suo modo di essere e percepire il suo amore in maniera differente.
"Sì, probabilmente ne sono certa anche io" farfuglio.
"Bè comunque non preoccuparti, ha chiamato mia madre prima. Dice che il vecchio Cliff stasera sarà a cena da loro"
Il mio cuore si alleggerisce a sapere che mio padre non passerà un altro Ringraziamento da solo.
"Sono contenta che al mondo esistano delle persone come i tuoi genitori" le dico sorridendo.
"Se non esistessero tu non avresti un'amica così straordinaria al tuo fianco" mi rinchiude in un abbraccio stritolandomi.
"Mio Dio Phoebe mi stai soffocando" le dico a corto
di fiato.
"Non mi importa. Mi mancherai tanto questi giorni" farfuglia affondando la testa nell'incavo del mio collo.
A questo punto le mie mani si stringono attorno alla
sua vita ricambiando l'abbraccio.
"Mi mancherai anche tu scema" le dico.

Cinnamon Junks 2 (Beginningless story) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora