8. In vino veritas

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_JacquelineSparks_

Clark

Picchietto la penna sul foglio che ho davanti da un quarto d'ora e sono sicura che la ragazza accanto a me voglia uccidermi.
Oggi non sono nelle condizioni per prestare attenzione alla spiegazione di Kingston.

Adrian:
Sono fermo a leggere dei documenti da venti minuti. E ancora ne ho una marasma :(

Sorrido nel leggere un suo messaggio.
Finalmente una distrazione.

Tu:
Io invece sono a lezione con Kingston da quasi un'ora e queste sedie non mi sono mai sembrate così scomode...

Smetto di picchiettare la penna e la ragazza tira un sospiro di sollievo.
Mi sistemo sulla sedia lanciando un'occhiata a Kingston per controllare che non mi veda.

Adrian:
Ho trovato una caffetteria che potrebbe piacerti. Quando vieni a New York ti ci porto ;)

Tu:
Com'è la cioccolata?

Adrian:
Non l'ho ancora provata, aspettavo che fossi tu la prima. Però i cappuccini freddi te li servono veramente freddi! Ciarlatani... Lo sanno tutti che se ne prende uno caldo e si aspetta che si raffreddi!

Mi lascio scappare una risatina che tento di nascondere subito dopo con un colpo di tosse.

Tu:
Ma fammi il piacere! Vuoi portarmi in una caffetteria che serve i cappuccini freddi?!

Adrian:
Lo so, lo so, sono davvero terribile!
Come mai non stai ascoltando la lezione?

Tu:
Sto parlando col mio ragazzo :)

Adrian:
Sappi che non seguo il corso e non posso aiutarti con psicologia se dovessi averne bisogno...

Tu:
Nemmeno con lo strip studio?

La mia mente sta vagando tra i ricordi di quei pomeriggi di studio in camera di Adrian.

Adrian:
Mi stai convincendo...

Tu:
Potrei chiamarti tutor... Come fa Carrie ;)

Adrian:
Potrebbe aggiungersi anche lei alle nostre sessioni di studio!

Tu:
Così potrebbe vedere dal vivo un'eunuco! Che meravigliosa idea!

"Signorina Adams!" La voce di Kingston prorompe per tutta l'aula.

Sussulto alzando lo sguardo dallo schermo per accorgermi che gli occhi glaciali del professore mi stanno fissando, così come tutti quelli dei miei compagni di corso.

"Signor Kingston..." borbotto mettendo via il telefono.
"Percepisco del sarcasmo nel suo tono di voce. Si sta prendendo gioco di me?" Allude aggrottando la fronte.
"Io? No, assolutamente!"
"Il suo tono è ancora sarcastico, signorina Adams" sottolinea.
"Signore non credo che il mio tono risultasse-"
"Lei ha svolto delle prove a dir poco eccellenti, nell'ultimo periodo" mi interrompe.
Aggrotto la fronte confusa.
Che c'entra questo col fatto che mi ha colta in flagrante?
"Tuttavia..." ecco, c'è sempre un tuttavia.
"...Credo che lei stia sopravvalutando le sue capacità. Forse dovrebbe prestare attenzione alla lezione. Sempre che non voglia andarsene..."
Sopravvalutando le mie capacità?
Spero stia scherzando.
"Signore io mi sto impegnando più di tutti i presenti messi insieme, non trovo rispettoso che lei sostenga che io stia sopravvalutando le mie capacità"
"Non lo trova rispettoso verso chi, signorina Adams? Fino a prova contraria è lei che stava chattando durante la mia spiegazione"
"Con tutto il rispetto, professore ma, sebbene io non prestassi il massimo dell'attenzione, potrei lo stesso ripeterle l'intera lezione" sostengo senza distogliere per un attimo lo sguardo.
Sto semplicemente sostenendo il suo che cerca di mettermi a disagio.
"Mi aspetti fuori dall'aula, signorina Adams"
Mi sta cacciando?
"Non può buttarmi fuori"
"Le ho detto di aspettarmi fuori, non di andarsene"
Assottiglio lo sguardo raccogliendo poi le mie cose per buttarle dentro la borsa e alzarmi dalla sedia.
"Ci vediamo tra quindici minuti" dice prima che esca dall'aula.
Richiudo la porta alle mie spalle e mi siedo lungo il corridoio appoggiando la schiena al muro.
Abbandono la borsa accanto a me e fisso la superficie della porta di fronte a me.
Sono l'unica che trattiene continuamente dopo lezione.
Spero che non mi assegni un altro dei suoi autori da approfondire.
Non ne posso più dei suoi lavori bonus.
Soprattutto perché oltre a studiare psicologia, devo dedicarmi agli altri corsi, al lavoro e alla mia vita sociale che sta via via scemando.
Così passa il tempo tra uno sguardo allo schermo dello smartphone e qualche studente di passaggio
Finalmente la porta si apre e una valanga di miei compagni di corso prende a uscire e lanciarmi occhiate furtive.
Ho dato spettacolo prima...
Vorrei dir loro di non guardarmi come se fossi un fenomeno da baraccone, ma mi mordo la lingua e cerco di trattenermi.
Infine, uscito l'ultimo, mi alzo recuperando la mia borsa da terra e sistemandomela in spalla.
Riapro la porta e mi affaccio per individuare il professore in fondo all'aula intendo a sistemare delle scartoffie.
Busso attirando la sua attenzione. Il suo sguardo mi individua, dunque, e mi fa cenno di entrare.
Cammino a passo sicuro, pronta ad affrontare qualsiasi cosa avrà da dirmi.
Giungo dinnanzi a lui stringendo la tracolla della borsa con più forza.
"Cosa doveva dirmi, signore?" Domando.
Kingston alza un sopracciglio.
"Il suo tono così saccente è esasperante, lo sa?"
È lei che lo tira fuori dannazione!
"Non era mia intenzione risultare saccente, signore"
Kingston serra le labbra in quello che sembrerebbe un sorriso.
"Me lo auguro, ma veda, non l'ho trattenuta per questo"
"Ah no?" Ribatto subito per questo.
"No. A dire il vero vorrei farle una proposta" continua.
Proposta?
"Di che tipo di proposta sta parlando?"
Spero non sia niente di tremendo.
"Signorina Clark come , da saccente qual è, ben saprà lei è la migliore del suo corso e non mi capitava di trovare una mente brillante come la sua dai tempi in cui io stesso sedevo sulle sedie di quest'aula"
E poi sarei io la saccente...
"Non volevo presumere questo..." tento di chiarire le parole da me pronunciate meno di mezz'ora fa.
"Ma è la verità" dice lui con fermezza.
Non ha ancora conosciuto Adrian, evidentemente.
"Dunque mi chiedevo, le andrebbe di diventare la mia assistente? Le sue mansioni si ridurrebbero a correggere i test delle matricole e preparare di tanto in tanto qualche lezione... E portarmi del caffè, magari"
La mia mandibola si trattiene da toccare terra, ma i miei occhi sbalorditi non possono fare lo stesso.
Mi sta chiedendo di essere la sua assistente?
"Sa, anche io ho iniziato così. Ero l'assistente del professor Shepard e mi guardi ora!"
La guardo... Ma come se avesse perso il senno.
"I-io sono lusingata..."
Ma non posso farle da assistente, suvvia!
Finirei per soffocarlo con i fogli dei test.
È risaputo che c'è dell'astio tra noi.
"Posso pensarci su e darle una risposta in seguito?" Domando allora.
"Non c'è problema, signorina Adams. Si prenda il tempo che le serve per rifletterci. Sappia che stavo giusto pensando di riservare uno stage nello studio del dottor Cage, per colui o colei che avrò il piacere di avere al mio fianco quest'anno"
Il dottor Cage?
È uno psicologo eccezionale di Los Angeles.
Tutti in questo corso lo conoscono!
Ho persino letto il suo libro qualche mese fa...
"D'accordo allora. Le farò sapere al più presto" concludo.
Ho così tante cose per la testa che devo valutare quanto mi convenga prendere questo impegno.
"Attendo risposta. Arrivederci" dice lui alzando gli angoli della bocca.
"Arrivederci" borbotto io facendo ritorno da dove sono venuta.
Assistente del professor Kingston...

Cinnamon Junks 2 (Beginningless story) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora