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_JacquelineSparks_3 mesi dopo...
"Queste devo portarle perennemente io?!" Sbraito correndo dietro ai miei migliori amici.
Mi hanno lasciata ancora una volta con i bagagli e ovviamente tocca a me correre dietro a loro e portarglieli.
"Non essere rompi scatole, te lo meriti!" Esclama Phoebe.
"Vorrei proprio sapere perché..." borbotto.
"Le tue braccia si sono afflosciate quest'estate. Noi ti stiamo aiutando con un po' di attività fisica!"
Giriamo per il campus da dieci minuti alla ricerca di non so cosa.
"Mi potete dire almeno perché stiamo correndo a vuoto?" Sono esausta.
"Ti ho già detto che devi fare attività fisica. Corri Clark, coraggio!" Mi incita la mia migliore amica.
"Io non vi sopporto più" sbuffo fermandomi in mezzo al prato con tutte e tre le valigie alle mie spalle.
"Oh Clark... Piccola, dolce, tenera Clark. Luce dei miei giorni. Tesoro. Stella che illumina il buio della mia anima. Cioccolatino mio. Bellissima e preziosissima Clark... Sei diventata una balenottera di cioccololato!" Dice Ely avvicinandosi a me per potermi fare una linguaccia.
Ricambio con una smorfia mandandolo a quel paese.
Non solo noi tre non abbiamo passato un singolo giorno di quest'estate separati, ma devo anche sorbirmi le loro follie per tutto il resto dell'anno.
Se non volessi loro così bene li avrei già sedati da tempo.
"Le hai appena fatto una linguaccia?!" Domanda Phoebe sconcertata.
"Ma lo sai che persino l'aura che emana Clark è velenosa? Devi prestare attenzione!"
"Ah ah ah, davvero molto simpatici. Tutti e due" commento.
Ho lo stomaco sottosopra a pensare che tra poco ricomincerà tutto.
Le lezioni, il mio lavoro, le feste alle quali mi costringeranno ad andare.
"Possiamo per favore andare alla confraternita? Sono stanca di girare per il campus" li supplico.
D'altronde stiamo sto solo correndo con i loro bagagli, sotto il sole cocente di Los Angeles da dieci minuti.
Phoebe alza le mani in alto in segno di innocenza e ridacchia insieme al biondino.
"D'accordo, d'accordo. Come vuoi tu... Ma poi non lamentarti delle tue braccia!"•••
Spalancare la porta della nostra stanza non mi era mai sembrato così bello.
Non è cambiato nulla se non le lenzuola.
L'armadio una volta pieno zeppo dei vestiti di Phoebe è vuoto, così come i letti, le mensole e persino il minifrigo.
La porta del bagno è chiusa e dalla finestra penetra la luce che illumina l'intera camera.
"Dio quanto mi è mancata!" Esclamo tuffandomi sul mio letto.
"A chi lo dici! Mi piace la mia stanza a Leaveshood, ma condividerla con te e Jackie è decisamente meglio" mi segue Phoebe sedendosi sul suo dopo aver lasciato la valigia accanto all'armadio.
Non siamo più matricole.
Niente è nuovo ormai di questo ambiente, eppure sono allettata per il semestre che ci aspetta.
Tutto sembra andare alla grande nella mia vita.
"Colin ha detto che quest'anno la festa delle matricole la organizzeranno le Alpha Rho" esordisce.
"Oh oh, sono settimane che non ho sue notizie!" Sorrido sorpresa.
Phoebe e Colin non si vedono da tre mesi, ma lei ha passato le vacanze estive a parlarmi di lui.
"Sì, bè... Non riesco a capire a che punto siamo arrivati, capisci? Ci siamo scritti tutta l'estate e mi piace davvero, ma proprio per questo non saprei proprio come comportarmi quando lo rivedrò"
È così carina quando si imbarazza.
Sembra meno Phoebe e più innocente.
"Potresti cominciare col salutarlo" scherzo allora ridacchiando tra me e me.
Phoebe mi lancia un'occhiata fulminea piagnucolando.
"Domani sera c'è la festa delle matricole e me la sto facendo sotto dalla paura"
Decido allora di alzarmi dal mio letto e sedermi accanto a lei sul suo.
Phoebe appoggia la sua testa sulla mia spalla mettendo il broncio.
"Quello che Clark ti consiglierebbe sarebbe qualcosa del tipo Sputagli in un occhio o tiragli un pugno"
"Perché parli di te in terza persona? E soprattutto perché mai dovrei tirargli un pugno?!"
Scoppio a ridere fragorosamente.
"Bè, perché con me ha funzionato!" Esclamo.
"Ma visto che i consigli di Clark non sono molto validi in questo caso... Io direi che devi semplicemente fare quel che ti senti. Quindi, se quando lo vedrai tu vorrai tirargli uno schiaffo... Bè, fallo. Se dopo questo continuerà a sbavarti dietro allora è quello giusto" gli strizzo l'occhio amichevolmente facendola sorridere.
"Io una migliore amica normale me la meritavo" ride sotto i baffi stringendo la mia vita in un abbraccio.
"È quello che mi dico spesso anche io. Ma noi non siamo amiche sai?"
"Ah no?" Ribatte.
"No" ripeto.
"Gli amici sono quelli che ti scegli. Noi non ci siamo scelte. Eravamo destinate ad arrivare qui da prima che nascessimo, quando le nostre madri si sono conosciute" le spiego.
"E allora cosa siamo?"
"Mmm... Non lo so. Ma non siamo amiche"
Phoebe sospira con un sorriso sulle labbra.
"Ora manca solo Jackie..."
Ma, come se l'avesse chiamata, la mora spalanca la porta con il fiato corto e tre valigie con sè.
"Qualcuno ha detto Jackie?" Boccheggia con un sorriso stremato sulle labbra.
Ancor prima che io possa anche solo salutarla, Phoebe le corre incontro travolgendola in un abbraccio.
"Non ci posso credere!" Esclama su di giri.
Le due prendono a urlare e a ridere, facendomi scuotere la testa divertita.
"Mi sei mancata da morire" dice Jackie tra le braccia di Phoebe.
"Anche tu a me" ribatte la bionda con la faccia schiacciata contro la mora.
"Clark, adiamo, vieni!" Mi esorta poi quest'ultima invitandomi a unirmi a loro.
Così con un sorrisetto mi faccio travolgere dal loro abbraccio.
Siamo tornate tutte e tre.
Phoebe e Jackie inseparabili come sempre ed io, la pecora nera che le farà esasperare.
Non posso desiderare di meglio.
"Devi raccontarci ogni cosa!" Dice subito Phoebe piena di entusiasmo afferrandola per la mano così da trascinarla dentro la stanza fino ai nostri letti.
Ma proprio quando Jackie sta per aprire bocca il mio telefono prende a squillare.
Leggo il nome sul display e un sorriso spontaneo si fa strada sulle mie labbra.
Accetto la chiamata portandolo all'orecchio.
"Ciao..." farfuglio con una voce da ebete.
"Ciao acido cloridrico" risponde lui ridacchiando.
Ogni volta che Adrian mi telefona sento di non riuscire a smettere di sorridere.
A volte non me ne accorgo nemmeno finché Phoebe non me lo fa notare, così come ora.
"Dev'essere Adrian" dice infatti a Jackie "Nemmeno con me sorride così tanto".
Faccio finta di non averla sentita e torno sulla mia telefonata.
"Sei già arrivata?" Domanda.
Mi alzo dal letto per staccarmi dalle altre due.
"Sì, da un po'. Phoebe e Ely mi hanno fatto girare il campus per dieci minuti a vuoto" gli racconto.
Ho notato che quando sono al telefono con lui mi piace giocherellare con le dita della mano sinistra.
È come se scaricassi l'euforia in quel semplice gesto.
"E com'è il tempo a Los Angeles?"
Adrian arriverà tra due giorni. Come sempre ha deciso di venire qui in auto piuttosto che prendere l'aereo.
"Il solito sole californiano" borbotto lanciando un'occhiata alla finestra.
Vorrei che fosse qui.
"Cos'è quel muso lungo?" Domanda poi lasciandomi interdetta.
"Tu come fai a sapere che..."
Ma non mi lascia finire la frase perché mi interrompe.
"Abbassa lo sguardo" mi ordina facendo sì che i miei occhi si spostino in direzione della strada dove, in piedi sull'erba del prato, individuo proprio lui.
Il mio sguardo fa appena in tempo a incrociare il suo che le mie gambe si stanno già allontanando dalla finestra per avviarsi ad uscire dalla casa.
Phoebe e Jackie si lanciano un'occhiata confusa che passa in secondo piano quando metto piede nel corridoio e mi catapulto letteralmente al piano di sotto passando tra le matricole ancora in esplorazione con Stacy e le altre consorelle.
Apro la porta della casa senza perdere nemmeno un attimo di tempo e raggiungo a grandi falcate Adrian saltandogli addosso.
Lui mi afferra prontamente prendendomi in braccio per poi ridere appena.
"Sono felice anche io di rivederti" ironizza ilare.
Io infilo la testa nell'incavo del suo collo beandomi del suo odore che mi era mancato così tanto.
L'ultima volta che è venuto da me a Leaveshood è stata più di un mese fa.
Non ci siamo visti poi molto come avremmo sperato.
Da quando Rufus è stato arrestato Adrian ha passato gran parte del suo tempo a cercare una soluzione per farlo uscire di galera, senza successo.
Mi allontano solo per guardarlo meglio e studiare ogni dettaglio di lui.
Non è cambiato di una virgola.
La sua solita faccia da schiaffi è qui di fronte a me e tutto ciò che ho in mente di fare è baciargliela tutta.
Così gli lascio un bacio sulla fronte, poi sul naso, sulla guancia, sulle labbra, sul mento...
Ogni centimetro del suo volto.
"Ora posso anche non lavarmela più" mi strizza l'occhio scherzosamente prima di mettermi giù.
"Che ci fai qui? Non dovevi arrivare tra due giorni?!" Chiedo presa dall'euforia sistemandomi la maglia.
"Sì, ma ho preso l'aereo per poter arrivare prima" spiega.
"Come mai? C'è stato qualche problema?"
"Posso darti tre buoni motivi" risponde sfilando dalla tasca il suo solito pacchetto di sigarette.
"Motivo numero uno: volevo vederti" dice prendendo una sigaretta.
"Motivo numero due: domani sera c'è la festa delle matricole e la mia ragazza è troppo ambita per poterci andare senza qualcuno che le dia un'occhiata" porta la sigaretta tra le labbra.
"E infine, motivo numero tre: il rettore mi ha affidato una matricola a cui dovrò fare da tutor e devo incontrarla tra esattamente dieci minuti"
La accende e mi guarda con un sorriso furbo sulle labbra.
"Sul serio? Ci saranno Phoebe, Jackie e Ely con me!" Esclamo alzando gli occhi al cielo.
"Oh di bene in meglio. Con loro tre con te ti si noterebbe ancora di più"
"Non più di quanto mi si noti già con te" ribatto.
"I ragazzi del campus credono che io sia la nuova Tara" borbotto incrociando le braccia al petto.
"Non mi interessa"
"Ah no?" Domando stupita.
"No. Si accorgeranno di sbagliare quando capiranno che ho occhi solo per te"
Mi lascia un rapido bacio sulle labbra.
"Sai di fumo" mi lamento con una smorfia.
"E tu di cannella" fa finta di nulla ridacchiando.
"Non hai una matricola da incontrare?" Gli ricordo allora.
"Stai cercando di liberarti di me?" Commenta divertito.
"Credo che sia meglio così" alzo le spalle innocentemente.
"Rischieresti di saltarmi addosso se rimani qui ancora qualche minuto" sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra.
"Rischio di saltarti addosso da quando sei uscita da quella porta" alza gli angoli della bocca per poi gettare la sigaretta a terra e afferrarmi per la vita.
Mi avvicina a sè più di quanto io non lo sia già e china la testa per poter assaporare le mie labbra con lentezza.
Picchietta con la lingua su di esse facendosi spazio per far farla scontrare con la mia e approfondire il bacio.
Vedere il proprio ragazzo dopo un mese e baciarsi in questo modo non è il modo migliore per non saltarsi addosso.
È ancora tutto nuovo per me e per lui.
Fino a tre mesi fa ci nascondevamo persino dai nostri amici, ora ci baciamo davanti a tutto il campus.
Da una parte vorrei proprio vedere le facce delle oche che sono passate per il suo letto in questo momento. Vorrei davvero che ci vedessero.
Quando sono accanto a lui il mio lato malvagio prende il sopravvento...
Ci stacchiamo controvoglia e non posso fare a meno di notare come Adrian si stia mordendo il labbro inferiore mentre mi afferra per le spalle e mi allontana.
"Tu sei decisamente troppo pericolosa ed io finirò per essere in ritardo" sorride divertito.
"Allora va" rispondo lasciandogli un altro bacio.
"Hai ragione..." farfuglia facendo per andarsene, ma si volta poco dopo baciandomi di nuovo.
"Ora vado" ripete ancora, ma con scarsi risultati perché mi bacia per l'ennesima volta facendomi ridacchiare.
"Okay, questa volta veramente" commenta divertito.
"Ciao acido cloridrico" mi lascia un ultimo bacio.
"Ciao figlio di una buona donna" dico prima che lui si volti e prenda a camminare voltandosi di tanto in tanto a guardarmi.
Alzo la mano in segno di saluto e già mi chiedo quando lo rivedrò.
Non mi abituerò mai a questi sentimenti.
Mi sembra di essere tornata la ragazzina del liceo alle prime armi con Emmett, solo che più consapevole di se stessa.
Ora sono una donna.
Mi volto anche io con un sorriso a trentadue denti stampato in volto e rientro in casa rimanendo a bocca aperta.
Tutte le mie compagne della confraternita si allontanano dalle finestre dove erano appostate e cominciano a gridare e ad applaudire.
Credo che stare con un sex symbol della UCLA comporti anche questo.
Sorrido imbarazzata raggiungendo le scale più velocemente possibile.
Non posso ancora credere che tutte quelle ragazze ci stessero guardando...
Faccio per aprire la porta e becco Jackie e Phoebe davanti alla finestra della nostra camera.
"Non ditemi che ci stavate spiando anche voi" le colgo di sorpresa richiudendomi la porta alle spalle.
"Siete così belli!" Dice la mia migliore amica.
A pensare che un anno fa eravamo nella stessa stanza a parlare dello stesso ragazzo.
"Se voi due doveste avere un figlio nascerebbe coi tuoi capelli e i suoi occhi? O viceversa?" Borbotta Jackie confusa.
"Noi due non... Dio mio siete esasperanti!" Esclamo alzando le mani in aria.//Spazio autrice//
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Cinnamon Junks 2 (Beginningless story)
Romance(SEQUEL DI "CINNAMON JUNKS-ENDLESS STORY") L'estate è finita e con essa anche la tranquillità. Clark sa di non vedere l'ora di tornare a Los Angeles, sa di avere un ragazzo e sa che questo significa che niente sarà più come prima. Quello che Clark...