«Che ci facciamo qui? Già mi sono rotto le palle» pronunciai, scocciato, giocherellando con la penna che avevo in mano e guardando distrattamente la stanza in cui eravamo.
Era molto simile alla solita sala riunioni di Yoongi, ma questa sembrava più piccola e, invece di un enorme tavolo al centro, era composta da diversi divanetti rossi, compreso quello su cui ero seduto.
Namjoon era venuto a prendermi alle 8 in punto, insieme all'autista, e stavo crepando dal sonno.
Mi aveva avvertito che stamattina avrei avuto un appuntamento importante con il regista ma era sabato, alias il mio giorno libero.
La faccenda mi puzzava.«Buongiorno anche a te, Jungkook» il biondo entrò dalla porta, con in mano i soliti copioni, accomodandosi poi sul divanetto di fronte al mio. «Felice di vedere che sei sempre così di buon umore»
«Oh lo so, sono la gioia in persona» scherzai, facendo ridacchiare il mio manager, seduto accanto a me.
«Utilizza questa ironia per dopo»
Yoongi mi porse uno dei copioni che aveva in mano, nonostante ne avessi ormai a bizzeffe di queste copie. Solo quando lo aprii notai che era pieno di sottolineature e appunti, scritti probabilmente da lui stesso.
«A cosa mi servono?» alzai un sopracciglio, sentendomi quasi offeso. Non avevo bisogno di consigli su come recitare.
Potevo benissimo farcela da solo.«Ad entrare nel personaggio, motivo per cui abbiamo stabilito questo incontro con i vostri manager»
«Nostri?»
Oh no.
«Taehyung è in ritardo, ma arriverà a breve. Vi aiuterò a comprendere meglio i vostri ruoli, in questo modo magari la smetterete di far prevalere l'odio che provate»
Mi voltai verso Namjoon, fulminandolo con lo sguardo, dato che aveva omesso quel dettaglio così insignificante, secondo lui. Se mi avesse avvertito, almeno mi sarei svegliato ancora più di cattivo umore e pronto alla guerra.
«Traditore» sussurrai sottovoce, facendogli alzare le mani, in segno resa. Ma non lo avrei perdonato così facilmente.
Prima che potessi lanciargli in faccia la penna che avevo in mano, — giusto come avviso della violenza psicologica che avrebbe subito più tardi—, la porta della stanza si aprì nuovamente, mostrando Kim e il suo seguace.
«Scusate l'attesa» esordì il corvino, facendo un leggero inchino ed evitando accuratamente il mio sguardo.
«Finalmente. Ti ci sono voluti solo cinque giorni per arrivare!» poggiai un gomito sul bracciolo del divano e la guancia sul palmo della mano, guardandolo divertito.
«Sono in ritardo solo di dieci minuti, smettila di esagerare!» ringhiò, nella mia direzione, prima che Puffo Park gli posasse una mano sulla schiena, facendolo sedere sul divanetto alla mia destra.
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Act like a Lover // Kooktae
Фанфик₊ ⊹ · ₊ ⊹ · "Il mondo correva troppo veloce e io, anche a ventiquattro anni, continuavo a sentirmi un bambino con la gambe troppo corte per starci dietro. Come Alice nel Paese delle meraviglie, mi sentivo troppo piccolo per quel mondo gigantesco. T...