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Taehyung

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Taehyung

Era snervante.
Fottutamente snervante.

Da quando era uscita allo scoperto la mia relazione con Jeon, i paparazzi ci erano stati alle calcagna, non lasciandoci un attimo di respiro.
Non mi dispiaceva essere al centro dell'attenzione, ma se si trattava di mentire a mezza Corea, diventava tutta un'altra cosa.

Era oltre la mia comprensione come l'odio che volteggiava nell'aria fra di noi fosse potuta risuonare come un sentimento d'amore, ma stava dando visualizzazioni al drama, quindi per il momento andava bene.

Fortunatamente, essendo domenica, non avrei dovuto vedere la faccia del cretino per ventiquattro ore.
Essere intorno a quel ragazzino riusciva sempre a risucchiarmi tutte le energie, come se rispondere alle sue provocazioni richiedesse parte della mia anima, lasciandomi alla fine esausto.

Nonostante questo, non potevo rimanere a casa.
A breve, ci sarebbero state altre conferenze e incontri riguardanti il drama e avevo bisogno decisamente di nuovi vestiti.
L'unico problema era che il mio fidato consulente di moda —alias Jimin—, era impegnato a fare da babysitter a suo cugino di otto anni.

Era da un sacco di tempo che non andavo a fare shopping da solo e, in questa particolare circostanza, mi rendevo conto di come il blu fosse il mio unico amico. Una cosa prevedibile quando si è famosi, anche se, ammettevo, ci si mettevano i miei problemi di fiducia, nel mezzo.

Scossi la testa, non volendoci pensare, afferrando un capello, una mascherina e un paio di occhiali, chiamando poi l'autista. La voglia di camminare per le strade di Seoul era tanta, ma già andare al centro commerciale era un pericolo, figuriamoci arrivarci senza un auto.

Qualche minuto dopo, uscii dal mio appartamento, salutando con un cenno del capo la signora del piano di sotto, sempre così gentile da portarmi ogni sabato dei biscotti appena sfornati.
Mi ricordava mia nonna.

Sorrisi leggermente al pensiero, entrando in auto, sussurrando un piccolo "hey" a Jinyoung, godendomi il paesaggio della città, mano a mano che scorreva davanti ai miei occhi, catturando ogni tanto qualche coppietta che passeggiava tranquilla.

A volte avrei voluto scappare dalla mia stessa vita.

Recitare era la cosa che più mi piaceva al mondo ma, insieme ai vantaggi, c'erano anche delle limitazioni.
Una di questa era la libertà vera e propria.

Non riuscivo a contare sulle dita di una mano in quante commedie romantiche avevo recitato e questo non aveva fatto altro che alimentare le mie speranze, ma la vita reale era più dura di così.

Le mie relazioni non erano mai durate più di due mesi ed era colpa mia.
Perché non riuscivo a fidarmi.
Non riuscivo a credere che qualcuno potesse vedere in me qualcosa di più di Kim Taehyung.
Di soldi.
Di fama.
Di bel faccino.

Act like a Lover // Kooktae Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora