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Sapevo di aver sicuramente causato un mezzo infarto a Taehyung, con quella frase, ma dato che mi aveva portato ad essere faccia a faccia con il corvino, non me ne pentivo nemmeno un po'

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Sapevo di aver sicuramente causato un mezzo infarto a Taehyung, con quella frase, ma dato che mi aveva portato ad essere faccia a faccia con il corvino, non me ne pentivo nemmeno un po'.

Sembravamo tornati indietro a qualche mese prima, quando mi ero ritrovato in quello stesso soggiorno, svuotandogli il mio cuore completamente. E ora, a distanza di soli 35 giorni, avrei potuto perdere di nuovo tutto.
Solo che le cose erano cambiate.
Io ero cambiato.

Io e Taehyung rimanemmo a guardarci, in silenzio, seduti uno di fronte l'altro, io su una delle due poltrone bianche, disposte intorno al tavolino, al centro del salotto, e lui sul divano. La distanza mi stava uccidendo ma se avessi voluto parlargli di una cosa così delicata, mi sarebbe servito conservare un po' di sanità mentale.

Analizzai il suo viso, alla ricerca di qualche possibile indizio; non sapevo se avesse già preso una decisione e mi vedesse come un qualcuno pronto a distruggere la sua convinzione. Eppure, non ci trovai niente in quelle iridi scure, se non ansia.

Mi schiarii quindi la voce, non sapendo quanto tempo mi sarebbe stato concesso, decidendo di rompere il ghiaccio, per tastare anche un po' il terreno.

«Ti sei dato al giardinaggio? Sapevo che ti piacessero i fiori, ma tutti questi girasoli mi sembrano esagerati!»

Le sue labbra si curvarono all'insù, anche se solo di pochissimo e il mio cuore sembrò prendere il volo.

Mi manchi.
Voglio stare con te.
Sii felice.
Continua a sorridere.

«Molto divertente. Hai perfino terrorizzato il fattorino, sei proprio impossibile»

Stavolta fu il mio turno di accennare un sorriso, sentendomi anche in colpa per quel pover'uomo, che effettivamente aveva preso sul serio le mie minacce... Non che avessi paura di ordinare più di duemila fiori per la persona davanti a me, ma immaginavo di distruggere chissà quanti campi, in questo modo. Nonostante tutto, non ero così malvagio.

«Dovevi accettarli tutti, non uno di meno»

«Perchè 730, Jungkook?»

Non sapevo se fosse il momento giusto per dirglielo ma, alla fine, sarebbe potuto partire da un giorno all'altro. Non potevo più prendermela comoda.

«Sono i giorni che ci sono in due anni. Il periodo di tempo che ho passato a pentirmi per ciò che avevo fatto» confessai, con voce bassa, usando tutte le mie energie per non staccare gli occhi dai suoi.

Il silenzio cadde nuovamente fra di noi e la sua espressione sembrò inasprirsi.
Quella questione sarebbe sempre rimasta una ferita profonda, ma anche ciò che stavo per fare era un modo per aiutare a guarirla.
Gli avrei dimostrato quanto fossi diverso, seppure avessi una paura agghiacciante di farlo rimanere deluso, ma mi ripetei mentalmente le parole che mi aveva detto Namjoon, cercando di crederci.
Anche solo per trovare la forza di reagire.

Act like a Lover // Kooktae Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora