Il cappio

175 17 1
                                    

Maggio 2021

Scrivere era diventato difficile per Mark, gli ultimi mesi lo avevano distrutto, lasciandolo in un vortice di disperazione. Le pagine non si riempivano più. Il foglio sembrava ridergli in faccia ogni volta che il sole cambiava posizione, riempiendo la carta di sfumature gialline nelle varie fasi della giornata. Quando si voltava vedeva Eva alla porta che lo osservava, gli occhi stanchi e la vestaglia solo lievemente chiusa a mostrare i lembi di pelle candida. Sentiva leggero il suo profumo nell'aria intorno a lui arrivare a distanza: gelsomino e vaniglia. Non aveva mai realmente capito se derivasse dal suo bagnoschiuma o dalla sua pelle. L'unica cosa che sapeva era quanto gli sapesse di salvezza. Mark le sorrideva, non voleva di certo farla preoccupare. Non poteva dirle che oramai con i libri di storia si guadagnava veramente poco.
Le faceva segno di avvicinarsi o di sedersi sulle sue gambe ma lei non lo accontentava mai, così tornava con la testa china sul foglio vuoto, aspettando le ombre.
O almeno un’idea.

Aprile 2019

<< Credi che verrà?>>
Mark stava tremando mentre aspettava all’altare, sentiva il sudore sulle mani e non riusciva a stare fermo. Aveva chiesto la mano di Eva l’anno precedente dopo nove anni di relazione. Si conoscevano sin da bambini ed erano cresciuti insieme fino a quando, al penultimo anno delle superiori, non si erano resi conto che il seme che avevano piantato aveva messo radici ed era sbocciato in amore.
Avevano atteso, litigato, sperato.
Poi si erano decisi.
<< Avrebbe dovuto lasciarti da molto tempo a parer mio, ma sono sicuro che si presenterà.>>
<<Molto divertente Alfie, davvero esilarante.>>
Suo fratello aveva riso di cuore, poggiandogli la mano sulla spalla, confortandolo come solo lui sapeva fare.

Maggio 2021

Un altro giorno andato via allo stesso modo, le ombre avevano ormai invaso la scrivania; le fronde degli alberi del cortile decoravano la carta senza neanche una punta d’inchiostro sopra. Eva era sul divano, guardava in silenzio la parete, stringendo tra le mani un fazzoletto sporco di sangue. Da qualche tempo aveva preso a mangiarsi le unghie fino a ferirsi. Mark le diceva di smetterla ma lei sembrava non ascoltarlo davvero.
<< Anche stasera non mangi niente tesoro?>>
Camminò lentamente verso la cucina, la bottiglia di vino rosso stava sul tavolo mezza vuota con un bicchiere di vetro accanto. L’ultima goccia dell’ultima bevuta era ancora sul fondo, sembrava quasi sangue sotto la luce gialla del lampadario. Ma chi lo aveva convinto a scegliere proprio quella lampadina e quel colore per l’ambiente da giorno? Prima o poi avrebbero dovuto rimodernarlo o lo avrebbe mandato ai matti, sentiva proprio gli occhi stanchi.
Magari era per questo che non riusciva più a scrivere, alla sua scrivania aveva esattamente la stessa luce, lo stancava da morire. Doveva appuntarsi di cambiare la lampadina all’abat jour sul comodino. Avrebbe dovuto mangiare qualcosa ma per qualche ragione non provava fame, sicuramente gli sarebbe tornata l’indomani.
Uscì di nuovo dalla cucina, Eva non era più sul divano, se n’era andata silenziosa in camera a dormire.

Maggio 2019

Il sole era appena tramontato e Mark guardava Eva mentre finiva di sistemare i bicchieri sulla tavola, dall’altra parte del giardino. La vedeva meravigliosa, bella come forse non era stata mai. I capelli neri scendevano lungo le spalle, lievemente arricciati sulle punte, morbidi alla vista e al tatto. Svolazzava nel suo vestitino a fiori rosa come una ninfa dei boschi, completamente a suo agio. Erano da poco tornati dalla luna di miele, l’avevano presa davvero con comodo, avevano voluto dedicarsi a loro il più possibile lontano da chiunque potesse dare anche solo il minimo di stress ai novelli sposi. Si sentiva un uomo tremendamente fortunato, ripensava alla leggenda del filo rosso giapponese e credeva davvero di aver trovato l’amore di cui parlava la leggenda.
<<Caro, stai bruciando gli hamburger!>>
Eva gli prese la spatola dalle mani e rigirò la carne, rimproverandolo con la dolcezza di cui solo lei era capace, nascondendo il sorrisetto tenero che gli faceva capire quando non era arrabbiata sul serio.
Anche se arrabbiata davvero lui non l’aveva mai vista.
<<Scusami, mi avevi incantato.>>
<<Sei un idiota.>>
La prese per i fianchi e l’avvicinò a sé per baciarla, con tenerezza, passandole una mano sulla guancia. Passò un minuto o forse due quando sentirono tossire dal cancelletto del giardino.
<<Scusate, se volete rimandiamo la serata.>>
Alfie stava sulla soglia con due bottiglie di vino rosso in mano e una rosa, era sua consuetudine portare sempre un fiore ad Eva da quando aveva saputo del fidanzamento, lo aveva sempre trovato un gesto galante per omaggiare la cognata, esattamente come da bambini entrambi lo portavano alla loro mamma.
Eva si staccò da Mark e andò ad abbracciare Alfie, gettandogli le braccia al collo mentre Mark tornava a guardare la carne, disponendo le salse sui piatti. Il canto dei grilli faceva da cornice, tutto stava andando secondo i piani, tutto era perfetto.

EDS8 LOVE'n'WINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora