Che cos'è l'amore ? Bella e tosta la domanda per uno come me che non ne conosce neanche il significato letterario.
Da giovane avevo lasciato la tenuta di campagna della mia famiglia per vedere com'era il mondo.
Da piccoli si ha la testa, forse, troppo piena di sogni e le aspettative sono sempre troppo alte, poi una volta adulti sviluppi una consapevolezza nuova, matura e solida che ti allontana da quei sogni.
Ero consapevole che il nonno non era immortale , per questo quando è morto non fui poi sorpreso di dover tornare.
Nonostante questo, però, mi ero trovato ad una sorta di bivio, diviso in due dai doveri e dalle responsabilità.
Alla fine ho scelto di lasciare gli Stati Uniti per far ritorno alla mia terra natale ed iniziare un nuovo capitolo della mia vita.
Ero arrivato come un uomo dal carattere ermetico, ebbro di quella frenesia di volere tutto e subito.
Abitare in una metropoli mi aveva fondamentalmente plasmato in un uomo freddo, arrogante ed incurante degli altri, preso solamente da se stesso.
Una volta tornato in Italia, però, il mio modo di essere si era scontrato con una miriade di sensazioni e un qualcosa a cui non riuscivo a dare un nome.
Un qualcosa che aveva creato una crepa nella corazza che avevo eretto attorno a me.
Se il nonno fosse ancora qui con me , mi avrebbe sicuramente detto che quel qualcosa era l'amore per la propria terra e dai frutti da essa nati.
I discendenti della mia famiglia erano contadini, la tenuta era frutto di una vita fatta di sacrifici e di amore per la campagna e il vino.
Il vino era il perno di tutto e tutti, la tenuta di famiglia sorgeva nelle immense e magiche campagne toscane, proprio sopra la meravigliosa città di Firenze.
Dall'essere un wine export manager, a ritornare a “sporcarsi le mani” nella terra, mi aveva fatto provare di persona quanto mi era mancato quel verde, quei campi di viti immensi che seguivano la sinuosità tondeggiante delle colline, facendo da cornice all'immensa tenuta fatta di sassi che stava nel mezzo.
Se all'inizio questo ritorno alle origini mi andava stretto e l'avevo visto come un passo indietro, ora, ero quasi sicuro del contrario.
Chiusi per un attimo gli occhi, portando leggermente indietro la testa, ascoltando i rumori dei trattori che portavano via gli ultimi raccolti.
La vendemmia era ormai giunta al termine e potevo ritenermi fortunato del lavoro che svolto.
Problemi ce ne erano stati, ostacoli che con il sudore della fronte ero stato in grado di superare e andare avanti per la mia strada.
Incupisco leggermente lo sguardo al pensiero di una delle fonti di tali ostacoli, ossia alla donna impossibile ed impenetrabile che era la proprietaria della piccola casa di campagna, confinante con la mia tenuta.
Inclinai la testa da un lato, portando gli occhi in direzione di un filare e sull'unico piccolo grappolo solitario che svettava orgoglioso con i suoi
acini tondeggianti rosso vermiglio.
Dicevo di non sapere cosa fosse l'amore, ma lo sguardo che avevo in quel preciso momento provava tutt'altro.
L'amore di un uomo per la sua terra e il suo lavoro che era cambiato, come rinato un'altra volta.
Un piccolo sorriso increspò le mie labbra, mentre la mia mente volò di nuovo in un'altra direzione: verso la persona che mi aveva destabilizzato e portato ad una nuova consapevolezza, e così ebbi un'idea improvvisa che mi stuzzicò all'istante.
Il detto era meglio festeggiare in due che da solo calzava proprio a pennello.
Mi alzai di scatto dalla sedia, entrando in casa a passo spedito fino a richiudermi nella camera per fare una doccia veloce e cambiarmi per uscire.
Una volta pronto, corsi in cantina prendendo la bottiglia di vino rosso della miglior annata, per poi dirigermi alla mia auto.
Scossi per un attimo la testa , se volevo arrivare da lei ad effetto sorpresa , il rumore dell'auto avrebbe rovinato tutto quanto.
Si trattava di poca strada, la casa era confinante con una parte delle mie terre e una passeggiata di pochi minuti non mi avrebbe fatto di certo male, anzi.
Inspirai l'aria ancora calda, beandomi per un attimo del tramonto , si avvertiva ancora il profumo dei grappoli d'uva raccolti durante tutta la giornata.
Una volta arrivato a destinazione, bussai alla porta restando in attesa.
Passarono una decina abbondante di minuti e la porta restò chiusa. Mi spostai leggermente e vidi la sua auto parcheggiata proprio davanti al garage, segno che doveva essere in casa.
Feci il giro della casa dirigendomi verso il retro ed un sorriso comparse sul mio viso non appena la vidi.
Seduta nel patio a contemplare il tramonto, era talmente bella che offuscava quasi tutto l'ambiente circostante, facendomi restare in silenzio, in piena sua contemplazione.
Avanzai verso di lei nello stesso momento in cui la vidi alzare lo sguardo e sussultare.