Capitolo Sette

2.6K 175 148
                                    

Louis non crede che la gente possa adattarsi a qualsiasi cosa.

Insomma, non è che abbia i migliori esempi: suo padre decisamente non si adattava a lui, Mark ha provato ad adattarsi alla sua idea, senza riuscirci, sua madre l'ha lentamente seguito e, poco dopo, l'ha fatto anche Lottie. Non è che la sua vita sia costellata di eccezioni.

Poi, Harry.

Harry, che non aveva battuto ciglio al seguirlo al centro di recupero, che si era seduto con i ragazzi e aveva provato a capirli, capirli davvero, con i gemellini addossati al suo corpo infinito, mentre lo guardava leggere ad occhi socchiusi, le labbra stirate in un sorriso. Aveva aiutato a cucinare per poi finire per fare tutto il lavoro, dato che Louis si era ritirato all'ennesima occhiataccia perché, a quanto pare, non saper preparare un po' di sugo a ventiquattro anni era un crimine. Harry era anche riuscito a portare dalla sua parte Logan (Louis deve seriamente valutare la sua capacità di fare miracoli) speziando un po' la pasta, così che il ragazzino dicesse:

''Non puoi venire a cucinare più spesso? Louis non lo fa così.''

Ouch.

''Certo'' Harry l'aveva guardato, esitante ''Se qualcuno può inserirmi nella lista dei turni, magari.''

Dio, Harry aveva davvero accolto il centro? Anche se era rimasto comunque sulle sue, le braccia strette al petto e l'espressione seria, aveva tenuto la piccola Rebecca sulla spalla per farla addormentare (staccandola miracolosamente dalle braccia di Mackenzie) e aveva fatto i complimenti a Brian per il suo disegno di un 'cammello muccato', che aveva finto di apprezzare come chissà quale quadro di arte moderna.

Ed Harry si era adattato, no? A una nuova parte della vita di Louis, come il fatto che fuma, o che ha un fratello a cui badare, o una famiglia complicata. E sembrava... Giusto, capite?, come semplicemente fosse scivolato in anfratti e pieghe per farsi spazio nella sua vita, sviscerarla e analizzarla, comprenderla e provare a farne parte, come un ingranaggio nuovo. Louis vuole sperare che sia così.

Dopo aver inserito il suo nome nella lista accanto a quello di Love, l'aveva riaccompagnato a casa e, lungo la strada, aveva fatto qualche domanda sul centro. Louis gli aveva spiegato che gran parte dei mobili sono donazioni di Erindale restaurate da lui e Liam, e che il comune ne aveva fornito uno, forse due; anche se aveva visto dieci ragazzi, c'era un andare e venire di un centinaio di loro. Louis li conosceva tutti? Assolutamente sì, problemi e nomi erano fissi nella sua mente, e avevano anche il suo numero di telefono. Louis era anche in contatto con case famiglia? Sì, solo alcune di fiducia, insieme a famiglie affidatarie e al protocollo del pronto soccorso, grazie a sua madre. Veniva retribuito? Quando Louis aveva riso, Harry aveva aggrottato la fronte, chiarendo che era una domanda seria.

''Erindale è come un ferro antico, Harry'' aveva detto, le mani in tasca per il freddo ''Puoi lucidarlo, ma il materiale è comunque marcio. E credimi che per quanto Erindale sia lucidissima, non ha niente di buono, al di sotto. Secondo te perché aiuto l'azione comunale da anni? Voglio far presente al sindaco che quei ragazzini esistono, dall'interno, ma per lui sono una macchia sulla sua corona di diamanti. Non serve a niente'' aveva concluso, stringendo le labbra.

Harry aveva camminato in silenzio per quasi un minuto: ''Ti adorano. Sei una persona straordinaria, nel farlo, lo sai?''

Louis aveva alzato una spalla: ''E' quello che è.''

''E' una frase che dici spesso, tu. Come mai?''

''Perché è così. E' quello che è il rapporto con la mia famiglia, o mia sorella che mi urla in faccia di essere adottato, è quello che è il nulla che fa il comune per quei ragazzi, sicuramente più validi dei ricconi del cazzo di Higher Street, è quello che è il fatto che mio padre mi ha abbandonato quando avevo un anno perché non sembravo materiale valido per essere un genitore. Non ti tatui una frase su un punto fottutamente doloroso per niente'' aveva concluso ridendo, ma Harry lo stava guardando seriamente. Si era schiarito la voce ''Scusa. Troppi particolari sulla mia vita incasinata, per un primo appuntamento passato a un centro di recupero.''

Don't Cast a Spell On Me ||L.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora